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Scritto da Eva Forte
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Martedì 09 Agosto 2011 12:19 |
A pochi giorni da Ferragosto e sotto le prime settimane di vero caldo estivo, attenzione a come passate le giornate per evitare spiacevoli inconvenienti. Si sa, per il 15 agosto tutti cerchiamo di svagarci con parenti e amici e non può mancare il pranzo preparato spesso in dosi e modalità eccessive. Il consiglio del Ministero della Salute è sempre lo stesso da anni: evitiamo le grandi abbuffate che con il caldo non vanno poi tanto d'accordo, escludere le ore più calde della giornata per le uscite soprattutto con i bambini e un sì deciso per un abbigliamento leggero e comodo. Ma attenzione anche a non esagerare con i climatizzatori. La differenza termica dovrebbe non superare i cinque gradi tra fuori e dentro le autovetture; in casa invece dobbiamo rimanere su una temperatura che può oscillare tra i 24 e i 26 gradi. Per l'alimentazione valgono i soliti consigli: si raccomanda di bere molto, consumando un paio di litri di acqua al giorno e mangiare molta frutta e verdura.
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Scritto da Martina Paolucci
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Lunedì 08 Agosto 2011 12:30 |
Non disperatevi se siete di quelli che a dieta proprio non ci riescono a stare. Sarà il territorio italiano tutto che offre migliaia di prelibatezze, sarà la voglia di dolce che vi assale quando finite di pranzare con una salutare insalatona, ma di rispettare le dosi consigliate dal dietologo (o, disgraziatamente, dalla rivista) proprio non se ne vuol sapere. La verità è che non è tutta colpa vostra, o meglio, non è tutta colpa della vostra ragione. Sì, perchè da quanto hanno scoperto i ricercatori dell'Albert Einstein College of Medicine di New York, il nostro cervello, quando messo a regime, "impazzisce" e induce i neuroni dell'ìpotalamo, affamati, a mangiare se stessi. In questo modo, il cervello sente nuovamente e più pungente lo stimolo della fame e finisce per chiedere più cibo.
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Scritto da Martina Paolucci
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Giovedì 04 Agosto 2011 09:00 |
Il progresso continua ad avere il suo corso, e la mente umana sembra sempre possa seguirlo nella speranza di accopagnarlo. Quello che però uno scienziato inglese i dell'Università di Cambridge sostiene è che il cervello umano ha ormai raggiunto il suo massimo sviluppo, per cui non saranno più visibili nuovi stadi e nuove progressioni. Insomma, da un po' di tempo a questa parte, il cervello ha potuto già dare prova delle sue potenzialità attraverso noti personaggi che hanno rivoluzionato il nostro modo di conoscere e che qualcuno potrà eguagliare ma nessuno sorpassare. Coordinatore della ricerca il professor Simon Laughlin, professore di Neurobiologia presso l'università inglese che, nel suo libro "Work meets Life" sostiene la tesi per cui gli uomini non potranno mai essere più intelligenti di quanto sono ora. Un ulteriore sviluppo, secondo il professore britannico, rischierebbe di comprometterne le funzioni vitali.
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Scritto da Caterina Poni
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Mercoledì 03 Agosto 2011 11:35 |
Una nuova, rivoluzionaria scoperta gran parte italiana potrà, in un prossimo futuro, cambiare le sorti di molte donne affette da cancro alle ovaie. Per la novità vanno ringraziati i ricercatori dell'Università di Siena, dell'Università di Modena e Reggio Emilia e dell'Heidelberg Institute for Theoretical Studies, che sono riusciti ad individuare alcuni peptidi che sembrano essere in grado di inibire un enzima normalmente deputato alla sintesi del Dna e quindi, in questo caso, anche allo sviluppo delle cellule tumorali. Ora, dopo l'annuncio della scoperta e il brevetto depositato dall'università toscana, verrà avviato uno studio clinico pilota sul funzionamento di questi peptidi, presso la Struttura Complessa di Oncologia dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena. Una nuova speranza per le oltre 200mila donne che ogni anno nel mondo vengono colpite da questa patologia, che incide maggiormente nei paesi industrializzati e spesso si conclude con la morte della paziente, a causa di una diagnosi tardiva e al repentino sviluppo di resistenza ai farmaci utilizzati per le cure.
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Scritto da Martina Paolucci
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Mercoledì 03 Agosto 2011 11:05 |
Il monito giunge dagli Stati Uniti dove Charles DeCarli, dell'Università di California Davis, a Sacramento, mette in guardia tutte le persone di mezza età da fumo, ipertensione, sovrappeso e diabete: questi fattori, infatti, andrebbero ad influire negativamente sul cervello, accelerandone l'invecchiamento. La ricerca americana è stata pubblicata sulla rivista Neurology, dove si dimostra come questi comportamenti sbagliati e le conseguenti patologie possono promuovere lo sviluppo di problemi cognitivi associati alla riduzione della massa cerebrale che porta ad un invecchiamento precoce. Inoltre, questi disturbi possono andare a danneggiare i vasi sanguigni in alcune aree del cervello, compromettendone il funzionamento.
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