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Scritto da Letizia Perugia
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Lunedì 08 Aprile 2013 14:34 |
Col progetto europeo "Pathways", testi e documenti saranno in un formato accessibile a tutti. Informazioni poco chiare o documenti troppo complessi e così diventa complicato per chi ha una disabilità intellettiva comprendere i testi e accedere ai servizi. Per questo è importante un linguaggio facile da capire, per tutti. Questo è l' obiettivo del progetto europeo "Pathways- Creazione di percorsi di apprendimento permanente per adulti con disabilità intellettiva". Il progetto è stato promosso dalla rete Inclusion Europe, l'associazione europea per i diritti delle persone con disabilità intellettiva ed è stato finanziato nell'ambito dei programmi di formazione permanente dell'Unione Europea. I partner sono Associazioni dei Paesi membri dell'Unione Europea. Per l'Italia partecipa l' Anffas (Associazione nazionale di famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale). La maggior parte delle informazioni sulla salute, sicurezza o diritti, sono poco chiare e non accessibili alle persone con disabilità intellettiva. Lo afferma una delle formatrici del progetto Pathways, Roberta Speziale, responsabile dell'area politiche sociali di Anffas. Gli strumenti per facilitare la loro partecipazione a iniziative di formazione, come per esempio corsi di lingua straniera o informatica sono carenti. Se prendiamo in considerazione le recenti elezioni politiche, sono state pochissime le informazioni a disposizione di tutti in modo davvero chiaro e comprensibile, eppure anche le persone con disabilità intellettiva hanno diritto al voto e dovrebbero poterlo esercitare con consapevolezza.
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Scritto da Tatta Bis
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Lunedì 08 Aprile 2013 14:03 |
Un team composto da ricercatori internazionali ha trovato sette nuovi geni legati all'obesità. Gli scienziati coordinati dalla Uppsala University, guidati da Erik Ingelsson, hanno anche mostrato che il meccanismo genetico che causa l'obesità estrema è lo stesso alla base di quella lieve e del sovrappeso. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista "Nature Genetics". Nella ricerca sono state studiate più di 260.000 persone. Gli esperti hanno studiato il loro corredo genetico, rilevando dei "loci" (regioni del genoma) che sono collegati all'obesità. Lo hanno fatto attraverso l'esame del rapporto fra diverse misure del corpo e 2,8 milioni di varianti geniche in 168.267 partecipanti alla ricerca. Hanno poi effettuato un follow-up mirato su altre 109.703 persone e i risultati sono davvero importanti perchè aiutano la comprensione biologica delle origini dell'obesità estrema, come pure delle forme più lievi. I dati suggeriscono che individui fortemente obesi hanno un maggior numero di varianti genetiche, piuttosto che geni diversi. Nella prima parte dello studio è stata fatta un'indagine a tappeto su tutto il Dna e identificato circa 270 posizioni legate a obesità e sovrappeso. Poi l'analisi è stata circoscritta a questi tratti genomici e sono stati identificati i sette geni. Uno degli ultimi studi arriva dagli scienziati della University of East Anglia (Uk), che sul "Journal of Neuroscience" spiegano di aver identificato una popolazione di cellule staminali capaci di generare nuovi neuroni regolatori dell'appetito nei cervelli di giovani topolini da laboratorio.
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Scritto da Carmela Pelaia
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Lunedì 08 Aprile 2013 10:05 |
I tempi di crisi e le casse vuote portano l' INPS a dichiarare e ordinare pubblicamente ai medici di ridurre i permessi del 3% rispetto al 2012, e per raggiungere questo obiettivo il modo è semplice: le visite fiscali devono essere più fiscali. Le visite fiscali servono a controllare che il certificato firmato dal medico di famiglia non sia troppo generoso o addirittura falso: il medico fiscale può ridurre o addirittura cancellare il permesso dal lavoro se il malato (e il certificato) sono immaginari, portando un grande risparmio alle casse dato che dal quarto giorno di malattia in poi è proprio l'istituto di previdenza a pagare stipendio e contributi al posto del datore di lavoro.
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Scritto da Letizia Perugia
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Giovedì 04 Aprile 2013 09:59 |
Reagire male a fonti di stress quotidiano, porta ansia e depressione. I piccoli stress della vita quotidiana come una lite col capo o col proprio partner, un contrattempo come la perdita di chiavi e documenti, giorno dopo giorno possono minare la salute mentale negli anni a venire: portando disturbi come ansia e depressione, soprattutto se caratterialmente si è portati a reagire male allo stress. Lo indica uno studio di Susan Charles della University of California ad Irvine su 711 soggetti dai 25 anni in su, pubblicato su Psychological Science. La ricerca mostra che le reazioni emotive negative ai piccoli stress quotidiani, sommate l'una all'altra, predicono la probabilità di soffrire di disturbi mentali quali ansia e depressione dieci anni dopo.Se è dimostrato che grossi traumi come un lutto possono condurre a disagio mentale grave come depressione, non era chiaro finora il potenziale debilitante dei piccoli stress quotidiani, soprattutto se caratterialmente si è portati a reagire male ad essi, manifestando emozioni negative.
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Scritto da Letizia Perugia
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Martedì 02 Aprile 2013 16:44 |
L' autismo è uno spettro di condizioni molto diverse fra loro, la ricerca ha ormai evidenziato come i disturbi autistici siano tutti caratterizzati da deficit dello sviluppo che si manifestano nei primi tre anni di età, ma con esiti anche molto diversi fra loro. Per sensibilizzare tutti sull'autismo e sul disagio che i bambini che ne sono affetti e le loro famiglie devono affrontare tutti i giorni, le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2 aprile la Giornata Mondiale della sensibilizzazione sull'autismo.Ci saranno degli eventi organizzati in Italia come ad esempio l'illuminazione dell'Arco di Costantino a Roma che stasera alle 21 si colorerà di blu, promossa dall'associazione "Divento grande" con il patrocinio di Roma Capitale. La scorsa settimana è arrivata l'ennesima conferma che non esiste un legame fra le vaccinazioni pediatriche e il rischio di sviluppare autismo. Lo studio, apparso sul Journal of Pediatrics, è stato condotto da da Frank De Stefano dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Centers for Disease Control and Prevention-CDC) di Atlanta, e ha valutato il rischio che corrono i piccoli a cui viene somministrato più di un vaccino contemporaneamente.
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