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L’INPS ordina ai medici di tagliare i giorni di malattia |
Benessere - Articoli |
Scritto da Carmela Pelaia Lunedì 08 Aprile 2013 10:05 |
I tempi di crisi e le casse vuote portano l'INPS a dichiarare e ordinare pubblicamente ai medici di ridurre i permessi del 3% rispetto al 2012, e per raggiungere questo obiettivo il modo è semplice: le visite fiscali devono essere più fiscali.
Le visite fiscali servono a controllare che il certificato firmato dal medico di famiglia non sia troppo generoso o addirittura falso: il medico fiscale può ridurre o addirittura cancellare il permesso dal lavoro se il malato (e il certificato) sono immaginari, portando un grande risparmio alle casse dato che dal quarto giorno di malattia in poi è proprio l'istituto di previdenza a pagare stipendio e contributi al posto del datore di lavoro. Roberto Carlo Rossi, presidente dell'ordine dei medici di Milano, ha dichiarato che è inaccettabile mettere la 'malattia' delle persone come una voce costi al pari di ricambi per stampanti. Il medico che formula una prognosi non può e non deve seguire logiche di carattere economicistico, ricordando che la legge e il codice deontologico vietano qualsiasi atteggiamento compiacente del medico e ne garantiscono «l'indipendenza e la libertà di giudizio». Dall'Inps parlano di polemica esagerata perché quella circolare è solo un documento di programmazione interno: l'assenteismo c'è, chiunque lavori in un ufficio lo sa. Ancora adesso, solo per fare un esempio, il giorno in cui ci sono più malattie è proprio il lunedì. Gli abusi non sono soltanto un costo per l'Inps, cioè per le casse pubbliche e quindi per tutti, ma anche un'ingiustizia per chi si dà malato solo quando lo è sul serio. Inoltre la riduzione del 3% è una tendenza attesa, che deriva anche dall'andamento degli ultimi anni. Del resto però anche l'austerità fa male, come dichiarato da The Lancet , una delle riviste scientifiche più autorevoli del mondo: i suoi ricercatori hanno confrontato le misure prese per raddrizzare i conti in Grecia, Portogallo e Spagna con quelle adottate in Islanda, dove le sforbiciate al welfare pubblico sono state minori, e sono arrivati alla conclusione che tagliare la sanità per correggere le finanze pubbliche è pericoloso non solo perché può aggravare la recessione, scaricando i costi sulle famiglie. Ma perché aumenta i tassi di suicidio, alcolismo, depressione e malattia mentale. Approfondimenti: INPS |
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