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Scritto da Maria Ida Longo
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Mercoledì 04 Maggio 2011 17:39 |
Un gruppo di ricercatori della Johns Hopkins University in uno studio su alcune cavie, pubblicato sulla rivista "Cell Metabolism" mette in luce che spegnendo l'espressione di una proteina nel cervello, neuropeptide Y (NYP) già nota per stimolare l'appetito (ma anche per regolare la temperatura corporea, bilancio idrico e la pressione sanguigna,) è possibile trasformare il grasso "cattivo" in quello "buono". Riuscendo a fare questa complessa operazione, ancora sul piano sperimentale, si potrà quindi combattere l'obesità: gli scienziati spiegano che ci sono due tipi di grasso, quello bianco, il grasso cattivo, ovvero quello che spesso si accumula nell'addome e in altre parti corporee e immagazzina le calorie di troppo, questo tipo di adipe contiene una singola grande goccia di lipidi, ovvero colesterolo e trigliceridi.
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Scritto da Martina Paolucci
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Mercoledì 04 Maggio 2011 10:00 |
Il buongiorno si vede dal mattino. Soprattutto se è al mattino che un infarto colpisce il cuore. A spiegare quest'affermazione giunge una ricerca dalla Spagna secondo cui la dimensione e la gravità delle conseguenze dovute ad un infarto al miocardio sono legate al momento della giornata nella quale si manifestano. La ricerca proviene dalla collaborazione tra l'Ospedale Clinico San Carlos e il Centro Nacional de Investigaciones Cardiovasculares Carlos III (CNIC) di Madrid. I ricercatori sono partiti dall'assunzione che nei roditori i ritmi circadiani (i cicli giornalieri dei processi fisiologici degli esseri viventi) influenzano la dimensione dell'infarto. Consci dell'importanza della scoperta si sono applicati allo studio dei casi umani, ricercando nel confronto eventuali corrispondenze. E i risultati non li hanno smentiti: nell'uomo gli infarti non comportano lo stesso numero di danni all'organismo in tutti i momenti della giornata .
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Scritto da Martina Paolucci
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Mercoledì 04 Maggio 2011 09:00 |
In occasione della Giornata Mondiale dell'Asma che si è celebrata ieri, l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma ha annunciato l'avvio del progetto di ricerca a sostegno dei malati d'asma: un naso elettronico in grado di raccogliere, analizzare e disegnare una mappa delle molecole contenute nel respiro dei pazienti, nella speranza (e anche un po' di convinzione) che questo possa portare in futuro a terapie maggiormente personalizzabili e quindi più efficaci. Il progetto coordinato dal professor Paolo Montuschi dell'Unità Operativa di Farmacologia dell'Università Cattolica, si inserisce all'interno di un progetto più ampio denominato U-Biopred, un progetto europeo che vede coinvolti 20 centri europei di ricerca (per l'Italia l'Università Cattolica e l'Università di Catania), 10 industrie farmaceutiche, 6 organizzazioni dei pazienti tra cui anche la Liaf-Onlus, Lega Italiana Antifumo, 3 piccole-medie imprese e una multinazionale non farmaceutica. Il consorzio U-Biopred ha vinto nell'edizione 2008 il premio Innovative Medicine Initiative (Imi) con il progetto "Comprensione dell'asma grave" all'interno del quale è inserita la ricerca sul naso elettronico.
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Scritto da Angela Messina
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Mercoledì 04 Maggio 2011 07:31 |
All'ospedale San Donato di Arezzo, una donna incinta è stata operata dal robot "Da Vinci". Si tratta di un intervento chirurgico eccezionale, il primo di questo tipo in Italia e grazie a questa tecnologia avanzata è stata asportata una ghiandola surrenale, colpita da tumore, ad una ventisienne. L'operazione è stata eseguita dall'équipe del primario di chirurgia Fabio Sbrana, col primario di ginecologia Giuseppe Cariti, assistiti dal direttore della rianimazione Claudia Recine e dagli infermieri del gruppo robotico coordinati da Maurizio Bechi. La donna, era stata ricoverata a meta d’aprile, e gli esami eseguiti, mostravano una costante perdita di potassio, con possibili rischi per il cuore, un eccessivo e ingiustificato gonfiore ed uno stato di salute generale preoccupante. Successivi esami, ecografie e risonanza magnetica, rivelavano la presenza del tumore al surrene destro, che si dimostrava resistente anche ai farmaci impiegati per cercare di fermarlo o rallentarlo e rischiava di creare danni al feto, mettendo anche a rischio la vita della donna.
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Scritto da Martina Paolucci
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Martedì 03 Maggio 2011 10:10 |
Un po' di pesce al giorno toglie il medico di torno! E' vero, non è il detto originale, ma tutti dovrebbero sapere che il pesce fa bene e che andrebbe consumato più spesso. Quello che forse non tutti sanno, invece, è che non tutti i pesci, e non tutte le parti del pesce, contengono la stessa quantità di minerali e sostanze naturali utili al nostro organismo e, in particolare, al nostro cuore. Ma come riconoscerli? A questo ci pensa uno studio proveniente dalla Universidad de Almerìa pubblicato nella rivista Journal of Food Composition and Analysis. I ricercatori spagnoli hanno sostenuto innanzitutto la tesi secondo cui il fegato del pesce è molto più ricco del resto delle sue carni, per poi stilare una classifica dei più nutrienti premiando con la medaglia d'oro la tracina, seguita di misura dalle alici.
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