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Anche le alici fanno bene al cuore |
Benessere - Articoli |
Scritto da Martina Paolucci Martedì 03 Maggio 2011 10:10 |
Un po' di pesce al giorno toglie il medico di torno! E' vero, non è il detto originale, ma tutti dovrebbero sapere che il pesce fa bene e che andrebbe consumato più spesso. Quello che forse non tutti sanno, invece, è che non tutti i pesci, e non tutte le parti del pesce, contengono la stessa quantità di minerali e sostanze naturali utili al nostro organismo e, in particolare, al nostro cuore. Ma come riconoscerli?
A questo ci pensa uno studio proveniente dalla Universidad de Almerìa pubblicato nella rivista Journal of Food Composition and Analysis. I ricercatori spagnoli hanno sostenuto innanzitutto la tesi secondo cui il fegato del pesce è molto più ricco del resto delle sue carni, per poi stilare una classifica dei più nutrienti premiando con la medaglia d'oro la tracina, seguita di misura dalle alici. Si insiste spesso sulle qualità del pesce in quanto serbatoio di omega 3. In effetti, ad essere ottimali per il nostro organismo sono gli acidi polinsaturi a catena lunga, attivi nella prevenzione di ictus e infarto. Il vero serbatoio, dicono gli esperti, in realtà è il fegato. Esso contiene una grande quantità di grassi polinsaturi della famiglia degli omega 3, come l'acido eicosapentaenoico (EPA) e l'acido docosaesaenoico. Lo studio spagnolo ha preso in esame 12 specie ittiche diverse, dal nasello alle sardine, allo squalo mako, e di esse ha analizzato le diverse componenti. I risultati classificano la tracina come il pesce a più alto contenuto di sostanze naturali, con un 51,4% di acidi polinsaturi a catena lunga sul totale. A seguire, le alici con un 47,9% sul totale ed infine ha dato menzione d'onore al potassolo (o melù), un pesce bianco poco saporito ma, a quanto pare, portatore di una combinazione ottimale per l'uomo di omega 3 e omega 6. Josè Luis Guil-Guerrero, responsabile della ricerca, commenta i risultati auspicando un cambiamento radicale nella abitudini dei cittadini dell'area mediterranea: una nuova consapevolezza delle proprietà del fegato porterebbe ad un suo utilizzo, limitando così l'inquinamento ambientale provocato dallo smaltimento di queste interiora che, normalmente, vengono gettate come comuni rifiuti. |
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