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Scritto da Angela Messina
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Giovedì 19 Maggio 2011 14:02 |
Abituati come siamo a fare tutto con l'ausilio di tecnologia ed elettricità, ci sembrerà strano sapere che per alcune persone invece è necessario, a causa di una rara allergia, non usarli completamente per poter avere una qualità di vita decente. Janice Tunnicliffe, una donna britannica di 55 anni, non può guardare la televisione, ascoltare la radio, metter su il bollitore per farsi una tazza di tè; a casa sua le luci sono rigorosamente spente, Pc e cellulari banditi, passa le serate a lume di candela a giocare a scarabeo o a scacchi. Non è facile la vita di Janice, allergica a elettricità e campi elettromagnetici a tal punto che il suo vicino di casa ha dovuto smettere di navigare in internet con la connessione wireless. La donna, madre di due figli e sopravvissuta a un cancro, sta male in presenza della tecnologia, che le provoca mal di testa, dolori al petto, nausea, formicolii a gambe e braccia.Sembra che il malessere abbia avuto inizio in seguito ad un ciclo di chemioterapia a cui la donna si è dovuta sottoporre circa tre anni fa. Il trattamento le ha lasciato un'eredità poco piacevole, questa rara condizione chiamata elettrosensibilità. I campi elettromagnetici, innescati da apparecchi in funzione, possono provocare reazioni anche gravi.
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Scritto da Martina Paolucci
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Giovedì 19 Maggio 2011 09:00 |
Con l'arrivo della bella stagione, il primo pensiero va alla tintarella e alla prova costume. Si fanno lampade, ci si stende a rosolare al sole, si comprano creme che accellerino lo scurirsi della pelle...e perchè no, concentrati di carote che, presumibilmente, aiutino con il beta carotene a prendere colore e mantenerlo a lungo. Adesso, però, al prezioso ortaggio arancione vengono riconosciute nuove funzioni benefiche per il nostro organismo: come un elisir di eterna giovinezza, le carote farebbero vivere più a lungo. La ricerca è stata condotta dal Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta, Stati Uniti, ed è stato pubblicato da Archives of Internal Medicine. L'analisi effettuata ha coinvolto ben 15mila adulti nei quali, in particolare, si è andati a studiare la presenza e il funzionamento non tanto del noto beta carotene amico dell'abbronzatura, bensì dell' alfa carotene, carotenoide con stessa struttura chimica del primo di cui sono ricche le carote così come piselli, fagiolini, zucche, broccoli, albicocche e altri ortaggi da radice.
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Scritto da Eva Forte
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Mercoledì 18 Maggio 2011 11:10 |
Il kiwi è uno dei frutti più consumati in Italia e siamo anche il principale produttore a livello mondiale. Una cosa molto positiva visto che questo frutto esotico è tra i più ricchi di polifenoli, proteggendo così il nostro corpo dallo stress ossidativo in modo più efficace rispetto al pompelmo e alle arance. Ma anche tra le diverse qualità di questo frutto esistono quelle migliori delle altre: in primis troviamo la varietà "gold" e a seguire quella "verde". Un'ottima protezione quindi per il nostro organismo: lo stress ossidativo, infatti, porta alla morte cellulare e favorisce la presenza di patologie gravi come l'aterosclerosi, le neoplasie, morbo di Alzheimer e di Parkinson e anche l'insufficienza cardiaca. Il kiwi arriva in soccorso contro queste degenerazioni, andando ad inibire l'ossidazione precoce dei lipidi.
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Scritto da Martina Paolucci
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Mercoledì 18 Maggio 2011 10:00 |
KLF14: sarebbe questo il nome del grande capo che dirige la macchina corpo umano determinandone le condizioni di obesità o di diabete di cui molti soffrono. La ricerca è stata effettuata da Tim Spector, professore di Genetic Epidemiology al Kings College di Londra, e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Genetics. La tesi sostenuta dal professore è che il gene KLF14 sia responsabile di altri geni e influente su quelli che svolgono attività metaboliche nell'organismo, soprattutto per quanto riguarda lo smaltimento dei grassi. Se lo studio venisse confermato, l'azione diretta su questo gene potrebbe diventare un'ulteriore soluzione per combattere le patologie dovute a problemi di metabolismo. Il gene KLF14 sarebbe collegato biologicamene al colesterolo e al diabete, e viene qualificato con il termine "Master" che sta proprio ad indicare come da esso possano derivare una serie di effetti a cascata su altri geni che lavorano sul metabolismo del nostro organismo. La funzione che appare interessante, secondo questo studio, è che il gene KLF14 può "spegnere" l'attività dei geni legati al diabete di tipo 2 e al colesterolo.
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Scritto da Eva Forte
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Martedì 17 Maggio 2011 10:30 |
Non sarà sicuramente in grado di predire eventi nefasti che potrebbero capitarci nella vita, ma molto probabilmente la nuova analisi del sangue ideata in Inghilterra per la Life Lenght potrà dirci quanto sarà lunga la nostra vita. Con 500 euro si potrà comprare tra pochi mesi questo innovativo test del Dna e scoprire in base al nostro codice genetico, quanto in fretta si sta invecchiando, avendo quindi una stima approssimativa del tempo che ci rimane da vivere. Ormai risaputa l'importanza dei telomeri, ossia la parte terminale del cromosoma attraverso cui indicare la velocità di invecchiamento, e proprio grazie a questa scoperta funziona questo test: in base alla loro lunghezza si può determinare quando avverrà la nostra morte. In questo modo possiamo vedere come età biologica ed anagrafica corrispondano e anche vedere che effetto ha sulla nostra salute lo stile di vita che portiamo avanti.
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