Fra i disturbi alimentari come bulimia e anoressia, ce n'è uno meno conosciuto ma altrettanto pericoloso, l'ortoressia, ossia un'ossessione alimentare che taglia fuori dalla dieta intere categorie di alimenti e che può provocare danni alla salute a lungo termine, come mancanza di densità ossea, attacchi cardiaci, ictus e diabete.

Tale malattia alimentare è stata definita nel 1997, quando Health Food Junkies, del medico californiano Steven Bratman introduce il termine. L’ortoressia (dal greco orthos -corretto- e orexis -appetito-) è una forma di attenzione abnorme alle regole alimentari, alla scelta del cibo e alle sue caratteristiche e colpisce in prevalenza persone sui trentanni di età e di sesso femminile.

"Non esistono motivi per non consumare il latte"! Questo è ciò che afferma, nel corso del seminario "Il latte oggi: salute tra ricerca e innovazione" organizzato dall'Università La Sapienza in collaborazione con Parmalat che si è tenuto a Roma recentemente, Valeria Del Balzo, nutrizionista del dipartimento di Fisiopatologia Medica sezione di Scienza dell'Alimentazione della Sapienza Università di Roma.

Il latte, infatti, è un alimento completo, assolutamente privo di controindicazioni e adatto a tutte le età: le sue proprietà benefiche sono note fin dai tempi antichi, basti pensare che 250 grammi al giorno (pari circa al quantitativo di una tazza) sono sufficienti per soddisfare il fabbisogno giornaliero di calcio di un adulto.

La solidarietà ha vinto ancora una volta: sabato 12 febbraio infatti è stata la XI giornata della Raccolta del Farmaco, organizzata dalla Fondazione Banco Farmaceutico Onlus in collaborazione con la Compagnia delle Opere.

L'iniziativa a cui hanno aderito oltre 3200 farmacie sul territorio nazionale, ha visto una raccolta di circa 365mila confezioni di farmaci, per un valore di più di 2 milioni di euro e con un incremento del 4% rispetto allo scorso anno: i cittadini che hanno partecipato, hanno semplicemente scelto, acquistato un farmaco e infine lo hanno depositato nell'apposito contenitore destinato alla donazione, il tutto sotto la guida di farmacisti e i volontari che hanno loror consigliato le medicine di cui c'è maggiore necessità.

Risale alla scorsa estate lo strano caso delle mozzarelle blu: i latticini, prodotti da una ditta tedesca, risultarono contaminati da un batterio del genere Pseudomonas contenuto nell'acqua di refrigerazione. Subito sono scattati i controlli da parte dei Nas e della procura di Torino che in questi otto mesi hanno effettuato indagini su stabilimenti di tutta Italia.

Se ci aspettavamo che bastasse bandire dalle nostre tavole le mozzarelle tedesche del famoso marchio presente nei discount italiani per allontanare ill pericolo di latticini contaminati, ci sbagliavamo di grosso. I risultati della verifica italiana hanno portato allo scoperto un fatto sconcertante: circa il 70% delle mozzarelle presenti quotidianamente sulle nostre tavole è contaminato da batteri più o meno dannosi per la salute.

A quanto pare se si ha dolore in una parte del corpo, basta guardarla per alleviare il male. Se così fosse avremmo a disposizione un forte e potente antidolorifico sempre a portata di mano: lo sguardo. Non è fantascienza ma quanto scoperto da un gruppo di ricerca della University College di Londra che afferma che per alleviare il dolore basta guardare la parte interessata per ridurne la sofferenza.

Gli esperimenti necessari per arrivare a queste conclusioni hanno coinvolto 18 volontari: è stato utilizzato uno specchio speciale su cui veniva riflessa la mano dolorante. Gli scienziati hanno applicato uno stimolo termico alle mani dei volontari notando che quando venivano rispecchiate in uno specchio che rimpiccioliva l'immagine, i soggetti sentivano meno dolore.