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Scritto da Martina Paolucci
Venerdì 13 Maggio 2011 07:54
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Lo scenario non è propriamente roseo. E neppure le cifre sono confortanti. Nel III Rapporto sulla condizione assistenziale del malato oncologico, presentato ieri a Roma in occasione dell'imminente Giornata nazionale dei malati di tumore (15 maggio), vengono raccolti tutti i dati in merito a una delle patologie più pericolose dei nostri tempi. La situazione è preoccupante, in Italia oggi si contano 2 milioni e 300mila malati di tumore. Il Rapporto evidenzia anche come il divario Nord-Sud, molto ampio solo qualche anno fa, si sia appiattito, modificando lo scenario nazionale: più malati al Nord ma più mortalità al Sud. Nel complesso, però, una buona notizia c'è: si muore di meno. Il Rapporto è stato compilato da un osservatorio composto da diverse associazioni e istituzioni del settore: la Federazione Italiana Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo), il Censis, l'Inps, l'Aiom - Associazione Italiana Oncologia Medica, l'Airo - Associazione Italiana Radioterapia Oncologica, la Società Italiana Ematologia (Sie), il Ministero della Salute e l'Istituto Tumori di Milano. Le differenze sul territorio italiano andrebbero collegate ad un divario quantitativo e qualitativo di strutture specialistiche a disposizione dei malati, oltre ad un diverso stile di vita e della presenza di più o meno fattori cancerogeni. Il problema, purtroppo, non è esclusivamente sanitario, in quanto i tanti malati di tumori ai quali vanno assicurate le cure necessarie, sono anche un costo elevato, per lo Stato, e per loro stessi, perchè dove gli aiuti non arrivano, è il proprio salvadanaio ad doversi aprire.
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Scritto da Martina Paolucci
Venerdì 13 Maggio 2011 07:00
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Tempo assolato ed estate che si avvicina, il costume trepida nel cassetto dell'armadio. Diete più o meno fai-da-te e ci si può scordare l'aperitivo con gli amici... ma, a quanti scelgono di aprire ii pasti con snack e salatini di vario tipo, l'Università della California con sede a Los Angeles (UCLA), oggi dà un'ottima notizia e permette un sospiro di sollievo: i pistacchi, uno dei più divertenti e saporiti stuzzichini da aperitivo, fanno pure bene! Sarebbero ottimi per il cuore e, addirittura, aiuterebbero a mantenere la famigerata linea che, ad un passo dalla calda stagione, di certo non guasta. Lo studio nasce dalla volontà di confrontare l'apporto calorico e nutritivo e, in particolare, l'apporto di grassi, di salatini e pistacchi, confrontarne le analisi e decretare quale dei due fosse maggiormente compatibile con una dieta equilibrata. L'idea iniziale, infatti, era che i salatini fossero più indicati, in regimi "controllati", rispetto ai pistacchi, in quanto meno calorici. La ricerca è stata pubblicata dal Journal of the American College of Nutrition, e i risultati smentiscono le premesse e dimostrano esattamente il contrario.
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Scritto da Giorgia Marchesi
Giovedì 12 Maggio 2011 15:25
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Lo scienziato parmigiano Piero Anversa, direttore del laboratorio per la medicina rigenerativa del Brigham and Womens Hospital della Harvard University di Boston, ha messo a segno una scoperta destinata a cambiare radicalmente le terapie polmonari. Anversa ha infatti scoperto cellule staminali nei polmoni che sono in grado di rigenerare alveoli, bronchioli e vasi sanguigni: in altre parole tutte le componenti dei polmoni umani. Come spiega Anversa : "Questa ricerca descrive per la prima volta la cellula staminale dei polmoni umani la cui scoperta ha le potenzialità di offrire a coloro che soffrono di patologie polmonari croniche una opzione terapeutica totalmente nuova rigenerando e riparando le aree danneggiate del polmone".Anversa è un luminare in materia di cellule staminali, infatti ha scoperto quelle del cuore nell'uomo e in altri animali e ha anche raccolto numerose prove del fatto che le cellule staminali presenti nel midollo osseo possono riparare il cuore generando nuovo tessuto miocardico e vasi sanguigni. Anversa si è imbattuto nelle staminali cardiache proprio mentre studiava le cellule del midollo osseo, fino a quel momento le uniche utilizzate per sperimentare la rigenerazione del cuore. La scoperta delle staminali cardiache ha rivoluzionato questo settore sperimentale della medicina rigenerativa, infatti le staminali del cuore sono ad oggi le più promettenti per curare un paziente dopo un infarto e restituirgli un cuore nuovo perfettamente funzionante.
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Scritto da Angela Messina
Giovedì 12 Maggio 2011 15:01
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I patiti, under 18, della tintarella tutto l'anno da adesso in poi dovranno rinunciarci, infatti è stato firmato oggi un provvedimento fra il Ministero della Salute e il Ministero dello Sviluppo Economico che vieta l'uso delle lampade solari ai ragazzini, le donne in dolce attesa, chi ha avuto tumori alla pelle e chi si scotta facilmente. Soddisfatto il sottosegretario alla Salute Francesca Martiniche definisce il provvedimento in linea con l'obiettivo di garantire la sicurezza dei cittadini e la salute futura, in particolare dei giovani. L’obiettivo è quello di ridurre il numero di minorenni, oltre 700 mila, che fanno una lampada abbronzante anche più di una volta al mese. Già qualche tempo fa era stato lanciato l’allarme per la cosiddetta tanoressia, atteggiamento patologico e di dipendenza nei confronti dell’abbronzatura e, in particolare, dei raggi Uva freddi delle lampade solari. Altrettanto favorevole è la dottoressa Caterina Catricalà, direttore del dipartimento clinico sperimentale di Dermatologia oncologica dell'Istituto San Gallicano di Roma la quale afferma che in tal modo finalmente anche in Italia c'è una norma che regolamenta l'accesso ai centri abbronzanti; ribadisce anche quali siano i rischi dei raggi Uva per l'infanzia e l'adolescenza, quando un'esposizione eccessiva è il presupposto per i tumori alla pelle e l'invecchiamento precoce della pelle.
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Donna -
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Scritto da Angela Messina
Giovedì 12 Maggio 2011 14:09
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Lo stress da lavoro si conferma per le donne un problema ormai diffuso: ben il 95,6% afferma di conoscerlo e viverlo, una su tre dichiara di conviverci abitualmente e il 62,6% in alcuni periodi dell’anno. È quanto emerge dall'indagine Prima inchiesta sullo stress da lavoro nel mondo femminile condotta da Assidai in collaborazione con SDA Bocconi su oltre 400 lavoratrici. Dall’inchiesta è emerso come le categorie professionali che risultano maggiormente esposte allo stress da lavoro sono, nell’ordine, dipendenti, manager e consulenti, con un picco nella fascia d’età tra i 35 e i 45 anni. Le ragioni di tale malessere risiedono nella difficoltà a conciliare la vita lavorativa con la famiglia (50%) e il carico eccessivo di lavoro (42%). A questi fattori si sommano problemi legati all’organizzazione interna e allo scarso dialogo con i vertici aziendali. Tra le altre motivazioni la mancanza di obiettivi definiti, l’incertezza nella definizione dei ruoli e un percorso di carriera poco chiaro (38%), fino alla richiesta di incarichi, mansioni e responsabilità non sempre affini alle proprie competenze e al profilo professionale (19%).
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Gravidanza -
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Scritto da Eva Forte
Giovedì 12 Maggio 2011 12:30
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Continuano le discriminazioni per il gentil sesso in ambito lavorativo. Spesso si vede preferire un lavoratore maschio perchè almeno non rimane incinta, e abbiamo la riconferma con quanto accaduto presso l'Ausl di Modena, come viene segnalato sindacato Fp-Cgil. Secondo quanto riportato, infatti, una giovane donna incinta si è vista rifiutare l'assunzione proprio per la gravidanza in atto. La stessa azienda spiega come il tipo di lavoro non sia consono a chi è in stato interessante. Questo nonostante la futura mamma avesse ottenuto il posto a tempo determinato di diritto, in base a una graduatoria per l'assunzione di operatori socio sanitari presso l’Azienda Sanitaria modenese. Secondo gli uffici addetti alle assunzioni, la signora sarebbe stata ritenuta non idonea alla mansione in quanto gravida. Una vera e propria discriminazione sul lavoro.
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PMA -
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Scritto da Maria Ida Longo
Giovedì 12 Maggio 2011 08:40
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Le modifiche della legge 40, che regola la procreazione medicalmente assistita ( PMA) in Italia, hanno dato dei buoni frutti: è questo ciò che emerge dal secondo congresso unificato delle società italiane di medicina della riproduzione, otto per l'esattezza, tenutosi in questi giorni a Riccone e che ha riunito oltre 400 esperti di biologia, andrologia e ginecologia. A dodici mesi dalla sentenza della Corte Costituzionale una ricerca, effettuata per conto di Sifes, ed eseguita dall´Istituto Clinico Humanitas, da Tecnobios Procreazione e da G.en.e.ra., segnala molti progressi: più embrioni impiantati, meno aborti e una nascita ogni 52 transfert, inoltre, è diminuito il numero di parti plurigemellari.
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Benessere -
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Scritto da Martina Paolucci
Giovedì 12 Maggio 2011 08:00
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Subito dopo la recente notizia che uno stile di vita sano può essere determinante nella prevenzione del tumore al seno, oggi un altro studio fa il suo debutto e incorona il caffè come altro strumento ottimo nella lotta al cancro maligno. Ciò non significa che in futuro i profumati chicchi finiranno per far parte dei componenti attivi dei farmaci che curano la malattia o che si affiancheranno alle chemioterapie, ma pare che potranno essere d'aiuto nell'intento di non averne mai bisogno. La ricerca, che verrà pubblicata dalla rivista di libero accesso Breast Cancer Research, è stata effettuata dal Karolinska Institut di Stoccolma, è presenta dati sorprendenti: le forti consumatrici di caffè (vale a dire di circa cinque caffè al giorno) sarebbero molto più protette dal tumore rispetto a chi non ne assume affatto. I ricercatori hanno preso in esame 5 mila donne della stessa età, metà delle quali affette dal tumore al seno, e hanno confrontato i dati con il loro dichiarato consumo di caffè. L'incidenza del tumore diminuerebbe del 20% per le forti consumatrici della bevanda, addirittura del 50% per una particolare tipologia del carcinoma.
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