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Scritto da Martina Paolucci
Lunedì 30 Maggio 2011 09:00
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Non bastava il colesterolo cattivo, il ben noto colesterolo LDL, a minacciare il nostro cuore. Uno studio dell'Università di Warwick annuncia la scoperta di una nuova qualità di colesterolo che sarebbe ancora più pericolosa del nostro nemico LDL. Il nuovo colesterolo, definito cattivissimo, sarebbe più "colloso" rispetto al colesterolo LDL, e per questo più efficace nell'otturazione delle arterie. Il nome scientifico del colesterolo cattivissimo è MGmin-LDL (metilgliossale-LDL) e sarebbe il risultato di un processo di glicazione, ossia aggiunta di zucchero alle proteine del "normale" LDL. Attenzione quindi soprattutto per i diabetici e per gli anziani. Lo studio, pubblicato sulla rivista Diabetes, sarebbe in grado anche di spiegare perchè alcuni farmaci per il trattamento del diabete possano essere efficaci nella cura delle malattie cardiovascolari.
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Scritto da Martina Paolucci
Venerdì 27 Maggio 2011 09:00
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Colpevoli di diffondere troppi microbi. Le vuvuzelas, lo strumento diventato popolare durante gli ultimi Mondiali di calcio, fortemente criticati per l'inquinamento acustico e il fastidio arrecato ai giocatori in campo e al pubblico presente e televisivo, oggi vengono accusate di qualcosa ben più preoccupante: diffondono microbi, e quanti! I numeri sono assolutamente eclatanti: 658mila microbi per litro d'aria, che raggiungo i 4 milioni nel momento del suono vero e proprio. Di fronte a questi dati, affiora la possibilità che Londra, per la prossima edizione delle Olimpiadi, nel 2012, ne vieti l'uso. Lo studio sullo strumento africano è stato condotto dalla London School of Hygiene and Tropical Medicine 1, in Gran Bretagna, e attesta che queste vuvuzelas possono contribuire alla diffusione di malattie infettive, attraverso un'emissione a doccia simile a quella di uno starnuto, ma decisamente amplificato.
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Scritto da Martina Paolucci
Venerdì 27 Maggio 2011 08:00
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La conferma arriva direttamente dal World Cancer Research Fund (WCRF) che, in collaborazione con l'American Institute for Cancer Research (AICR), sostiene che ingerire 100 grammi di carne rossa in più al giorno può aumentare addirittura del 17% il rischio di sviluppare il tumore all'intestino. Lo studio, il più grande mai condotto sull'argomento, è denominato CUP, Continuous Update Project, e conferma i maggiori rischi per l'intestino legati ad un consumo eccessivo di carne rossa e lavorata, avvalorando la tesi secondo cui sarebbe preferibile una dieta a base di fibre che, al contrario, fornirebbe una buona protezione contro il cancro. I prodotti più pericolosi per l'organismo dell'uomo sarebbero insaccati, salsicce e wurstel, quelli per cui sono necessari maggiori procedimenti per la conservazione. Insomma, additivi, salatura e conservanti non sono amici del nostro intestino. E se sapevamo che non lo erano per la linea, oggi abbiamo un motivo in più per convincerci a non esagerare.
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Scritto da Angela Messina
Giovedì 26 Maggio 2011 15:33
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Massimo Triggiani, presidente eletto della Siaic-Società italiana di allergologia e immunologia clinica e docente di Allergologia e immunologia clinica presso l'università Federico II di Napoli spiega che attualmente il 20% degli italiani ha una diagnosi di allergia, ma che entro il 2020 si raggiungerà il 25%. Nell'arco di pochi anni, se non saranno adottate opportune misure di prevenzione e diagnosi precoce, l'incidenza di casi di allergie potrà raggiungere anche il 40% sull'intera popolazione. Questi, spiega Triggiani, sono solo alcuni dei dati che verranno discussi nel corso del 2° congresso nazionale IFIACI (Federazione delle società italiane di immunologia, allergologia e immunologia clinica) che si terrà a partire da oggi a Roma. Nel corso del convegno si discuterà dei principali aspetti fisiopatologici, clinici, diagnostici, terapeutici e gestionali delle malattie allergiche e immunomediate. Il congresso sarà anche l'occasione per festeggiare il centenario dell'Immunoterapia specifica (ITS): al 1911 infatti risale il lavoro pubblicato sull'immunoterapia specifica per via sottocutanea effettuato da Leonard Noon, che per primo calcolò il dosaggio da somministrare sulla base del peso dei pollini per scongiurare un caso di febbre da fieno.
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Bambini -
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Scritto da Giorgia Marchesi
Giovedì 26 Maggio 2011 15:03
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L'istituo Nextplora per l’Osservatorio sui Servizi di Linear Assicurazioni, la compagnia online del gruppo Unipol, ha effettuato un'indagine per rilevare la conoscenza degli italiani sulle norme relative ai sistemi di ritenuta da utilizzare in auto per i bimbi che hanno un'altezza inferiore al metro e mezzo. Molti automobilisti non sanno che l’ utilizzo dei sistemi di ritenuta è sempre obbligatorio con i bambini di statura inferiore a un metro e mezzo, ma sono confusi tra regole in disuso e convinzioni proprie. C’è chi, il 10 per cento degli intervistati, pensa che l’uso dei sistemi di ritenuta vada utilizzato in base alla corporatura, mentre il 26 per cento ricorda una norma prevista dal vecchio Codice della strada, quella che prevedeva l’utilizzo fino ai 12 anni. Insomma, i bambini non viaggiano in piena sicurezza. E chi utilizza il seggiolino non sa dove posizionarlo, visto che tre italiani su quattro (74 per cento) non sanno quale sia il posto più sicuro all’interno dell’auto dove metterlo.Solo il 26 per cento degli intervistati sa infatti che, ove possibile, dovrebbe essere posizionato sul sedile posteriore centrale, poiché è il posto più protetto sia in caso di urto frontale sia laterale. La preferenza dovrebbe essere comunque sempre data ai sedili posteriori.
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Gravidanza -
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Scritto da Angela Messina
Giovedì 26 Maggio 2011 14:31
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Il 25% dei futuri papà sperimenta i sintomi della gravidanza. La Pampers, azienda leader nella produzione di pannolini, ha infatti condotto un proprio studio ad hoc, per rilevare il grado di empatia che raggiungono i futuri padri quando la loro partner è in dolce attesa. Se, insomma, la gravidanza della compagna lo lascia fisicamente inerte oppure i nove mesi accanto ad una donna incinta, comprensivi di disturbi tipici, abbiano delle ripercussioni anche di tipo organico. L’indagine, condotta su un campione di 2mila uomini inglesi di età comprese tra i 16 e i 65 anni, ed ecco le percentuali, ha permesso di scoprire che ben il 56% degli intervistati, durante i nove mesi sente di dover preparare un accogliente nido per l’arrivo del bebè; si appresta così a sistemare cameretta e casa. Ma il coinvolgimento del futuro papà pare non si limiti alla messa in pratica di questioni organizzative, ma divenga fonte di sintomi simili a quelli sperimentati dalla mamma: nausee mattutine per il 6% degli intervistati, maggiore emotività per l’8%, attacchi di fame incontrollata – le cosiddette voglie – per il 10%. Infine la gran maggioranza, con il 80%, ha dichiarato sentire una maggiore responsabilità verso la famiglia e i suoi bisogni. Il 74% si è detto più protettivo nei confronti della propria compagna.
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Concepimento -
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Scritto da Angela Messina
Giovedì 26 Maggio 2011 12:07
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Sono molti i cibi che possono aiutare o meno il concepimento, ma a quanto pare il caffè, se bevuto in quantità maggiori di quattro tazzine al giorno incide sulle probabilità di concepimento riducendole almeno del 25%. Questo è quello che emerge da una ricerca dell'University of Reno (USA), diretta dal dottor Sean Ward e pubblicata sul British Journal of Pharmacology. Il fatto che alte dosi di caffeina possano danneggiare la capacità riproduttiva femminile è stato ipotizzato da indagini passate. In particolare, gli esperti di Reno sono stati stimolati da una ricerca olandese. Gli scienziati, esaminando 9000 volontarie dei Paesi Bassi, avevano notato come quelle che bevevano più di 4 tazzine al giorno vedevano l'abilità di concepire ridotta del 25%. Allora, il team ha condotto test di laboratorio, somministrando caffeina a topi femmina in diverse dosi.Si è allora notato come la caffeina rallentasse e rendesse meno efficaci cellule specifiche delle tube di Falloppio, motore delle contrazioni che spingono l'ovulo nell'utero. Quindi la caffeina agirebbe direttamente sulle tube di Falloppio, la cui funzionalità è necessaria per permettere all’ovulo fecondato di avvicinarsi all’utero. L’assunzione di troppi caffè al giorno, infatti, rallenta le cellule specifiche che compongono le tube, rendendo quindi problematico il vero e proprio concepimento.
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Donna -
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Scritto da Martina Paolucci
Giovedì 26 Maggio 2011 09:00
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Niente più dolore al seno e diagnosi che arrivano in anticipo: non è un sogno, è il progresso della tecnologia. MAMMI, questo nuoo strumento, promette di anticipare addirittura di anni la diagnosi di tumori al seno. L'invenzione giunge da un team di ricercatori europei e garantisce la fine della "barbara" pratica di strizzare la mammella per ottenere un'immagine accurata del tessuto interno. La tecnologia è stata sviluppata nell'ambito di un progetto denominato MAMMI (Mammography with Molecular Imaging), ed è un adattamento della tecnologia PET (tomografia a emissione di positroni) alla morfologia del seno. La tecnologia Pet misura l'attività metabolica del tumore, ossia il maggior assorbimento di glucosio da parte delle cullule tumorali e consente, secondo i ricercatori, di individurare lesioni di 1,5 mm, rispetto al limite di 5 delle attuali strumentazioni.
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Scritto da Martina Paolucci
Giovedì 26 Maggio 2011 08:00
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Niente più farmaci per combattere l'emicrania, basta la convinzione di assumerli. Un gruppo di ricercatori tedeschi, incuriosito dai successi ottenuti sui pazienti tramite l'uso di placebo, si è avventurato nello studio del fenomeno, concludendo che qualche beneficio il placebo lo porta davvero. Lo studio è stato svolto su pazienti che partecipavano ai cosiddetti gruppi di controllo, gruppi di persone non trattate con farmaci, alle quali veniva semplicemente somministrato un placebo. I ricercatori ne hanno confrontato i datii con le analisi svolte su pazienti trattati mediante farmaci, e i risultati verranno pubblicati sul prossimo numero del Journal of Manipulative and Physiological Therapeutics. Quanto emerge dallo studio è che il placebo agisce quasi come un vero farmaco, ottenendo risultati sorprendenti: trattamenti del genere sembrerebbero due volte e mezzo più efficaci delle terapie non-farmacologiche che prevedono cambi di stili di vita, metodi e tecniche di rilassamento e così via. Se ne trae il maggior beneficio soprattutto in casi di attacchi acuti di emicrania.
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