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Scritto da Angela Messina
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Giovedì 29 Settembre 2011 10:25 |
Il caffè torna alla ribalta e questa volta con notizie positive! La caffeina, assunta dalle donne, altera in modo positivo la chimica del cervello. Uno studio effettuato dai ricercatori della Harvard Medical School, presentato su Archives of Internationale Medicine, mostra come il caffè svolga un ruolo attivo nella prevenzione della depressione, anche se non se ne conosconi ancora le ragioni. Lo studio ha coinvolto oltre 50.000 infermiere statunitensi e ora gli esperti raccomandando di approfondire il lavoro svolto per capire meglio il collegamento. Le donne sono state monitorate per più di un decennio (1996-2006) ed sono stati utilizzati dei questionari per registrare il loro consumo di caffè. Tra loro, in questo periodo, circa 2.600 hanno sviluppato la depressione, le stesse che sono risultate essere non-bevitrici, o comunque scarse consumatrici di caffè rispetto alla media.
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Scritto da Angela Messina
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Giovedì 29 Settembre 2011 09:44 |
Da più di 20 anni i laboratori di tutto il mondo cercno di realizzare un vaccino in grado di prevenire o curare l’ Aids. Varie volte sono stati fatti annunci importanti che poi però si sono rivelati deludenti, ma nonostante tutto la ricerca è andata avanti, seguendo due tipi di approcci: il primo è focalizzato sul controllo dell’infezione e il secondo sulla prevenzione e sull’eradicazione completa del virus. Per quanto riguarda il primo approccio qualche passo in avanti si è fatto, poichè esistono circa una ventina di farmaci anti-retrovirali che riescono a tenere sotto controllo l’infezione, ma purtroppo, dopo un po' di tempo in cui il farmaco viene usato, si sviluppa una resistenza e il farmaco non agisce più come prima. Il secondo approccio riguarda la creazione di un vaccino per eradicare il virus. È in questa categoria che rientra il MVA-B spagnolo, ancora in una fase di sperimentazione molto preliminare. Il team di investigatori spagnoli ha infatti annunciato ieri i primi risultati di un vaccino che è riuscito a indurre una risposta immune contro la malattia nel 90% dei casi. Non solo: gli effetti durano almeno un anno nell’85% dei casi e non hanno causato problemi collaterali tali da compromettere la salute dei volontari a cui è stato inoculato.
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Scritto da Angela Messina
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Giovedì 29 Settembre 2011 09:01 |
Il caffè torna alla ribalta e questa volta con notizie positive! La caffeina, assunta dalle donne, altera. in modo positivo, la chimica del cervello. Uno studio effettuato dai ricercatori della Harvard Medical School, presentato su Archives of Internationale Medicine, mostra come il caffè svolga un ruolo attivo nella prevenzione della depressione, anche se non se ne conosconi ancora le ragioni. Lo studio ha coinvolto oltre 50.000 infermiere statunitensi e ora gli esperti raccomandando di approfondire il lavoro svolto per capire meglio il collegamento. Le donne sono state monitorate per più di un decennio (1996-2006) ed sono stati utilizzati dei questionari per registrare il loro consumo di caffè. Tra loro, in questo periodo, circa 2.600 hanno sviluppato la depressione, le stesse che sono risultate essere non-bevitrici, o comunque scarse consumatrici di caffè rispetto alla media.
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Scritto da Angela Messina
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Venerdì 23 Settembre 2011 14:50 |
Stare per ore imbottigliati nel traffico è sicuramente estenuante per il nostro sistema nervoso, ma a quanto pare non solo per esso, infatti da uno studio, pubblicato sul British Medical Journal e condotto dai ricercatori della London School of Hygiene and Tropical Medicine, entro le prime 6 ore dopo l’esposizione allo smog, si verifica un notevole incremento del numero di infarti nei soggetti a rischio. Gli Studiosi hanno confrontato il numero di attacchi miocardici registrati tra il 2003 e il 2006 e il rispettivo livello di smog di quei giorni. Le sostanze disperse nell’aria e che costituiscono lo smog, il particolato PM10, l’ozono, il monossido di carbonio, l’ossido di azoto e quello di zolfo incidono sulle probabilità di avere un infarto. Questo accade, però, solo nelle prime 6 ore dopo l’esposizione mentre nelle successive si verifica un effettivo decremento.
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Scritto da Angela Messina
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Giovedì 22 Settembre 2011 10:58 |
Un nuovo caso di ricovero per infezione da virus del Nilo al Ca' Foncello di Treviso e con questo salgano a 5 i casi di persone contagiate da questo virus. Si tratta di una paziente cinquantenne attualmente ricoverata in area medica con un quadro clinico, secondo i sanitari, non problematico. La zanzara del Nilo è tornata a preoccupare l'Italia. Il virus è diffuso nel luogo d'origine da un tipo particolare di zanzara, la aedes aegypti, che agisce attaccando il sistema nervoso. Le vittime sono soprattutto le persone anziane o già debilitate. Si tratta della stessa forma virale che provoca la febbre gialla, generando encefaliti e febbri emorragiche. Ma non sarebbe altrettanto pericolosa.
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