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Scritto da Giorgia Marchesi
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Mercoledì 14 Settembre 2011 15:25 |
Negli ultimi tempi, sempre più fumatori che decidono di dire basta al fumo si sono affidati alla sigaretta elettronica che può offrire un valido aiuto, poiché aiuta a ridurre o eliminare l’utilizzo delle sigarette nel 55% dei casi. È quanto rivela un recente studio condotto nell’Università di Catania, e guidato da Riccardo Polosa, per il quale i ricercatori hanno monitorato le abitudini di 40 fumatori. Dei risultati di questa ricerca se ne è discusso ad Antalya, in Turchia, durante l'incontro internazionale della Società per la Ricerca su Nicotina e Tobacco. Dai dati raccolti è emerso che più di un terzo dei partecipanti allo studio aveva ridotto, alla 24esima settimana, almeno la metà delle sigarette fumate ogni giorno: si parla di una riduzione media da 25 a 6 sigarette. Il 12,5% di loro ne ha invece ridotto dell’80% l’uso, passando da 30 a 3 sigarette al giorno, e il 22,5% ha invece proprio smesso di fumare. Il fumo di sigaretta è una dipendenza difficile da eliminare. Simulando la gestualità tipica del fumatore, le sigarette elettroniche possono aiutare ad astenersi dal fumo di sigaretta.
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Scritto da Martina Paolucci
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Mercoledì 14 Settembre 2011 15:10 |
Novità all'orizzonte dal 44esimo Congresso dell'Easd, European Association for the Study of the Diabetes. L'apertura del congresso è stata caratterizzata dal lancio dell'allarme relativo a obesità e diabete che, secondo gli esperti, sembrano rappresentare le nuove epidemie da combattere. Un problema non insignificante che riguarda tutti e che dimostra l'importanza di una sana alimentazione, di un po' di attività fisica adeguata al proprio metabolismo e alla propria età e di una particolare attenzione ai disturbi legati al cibo. A destare maggiore preoccupazione sono le persone in forte sovrappeso e i malati di diabete di tipo 2, il cui numero cresce di giorno in giorno. Secondo i partecipanti al congresso, però, l' attuale suddivisione delle manifestazioni del diabete (in tipo 1 e tipo 2) sarebbe insufficiente a coprire l'intera casistica della malattia.
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Scritto da Angela Messina
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Mercoledì 14 Settembre 2011 15:05 |
Il 29 % degli italia, 3 su 10, pensano che la salute venga prima di tutto. In generale, dopo la famiglia la salute è il valore universale più importante per gli italiani. L'attenzione al benessere è massima nei 35-54enni (salute primo valore), cresce con l'età ed è maggiore fra le donne. A renderlo noto è un'indagine commissionata ad Ispo dal gruppo farmaceutico AstraZeneca i cui primi risultati sono stati presentati nel corso della prima edizione dell'Osservatorio Salute promosso a Milano. Dall'indagine è emerso che per gli italiani star bene non significa solo non avere malattie, ma è uno stato che include tutta una serie di fattori che interessano anche la serenità interiore. Ecco dunque assumere grande importanza l'armonia in famiglia, l'amicizia, l'amore e il sentirsi in pace per ciò che si fa. L'indagine ha evidenziato che in tal senso si sente bene circa l'80 per cento dei connazionali: sette su 10 pensano positivo e promuovono la loro vita in generale, anche se nel quotidiano gli italiani accusano lo stress, e appena 3 su 10 sono soddisfatti della propria situazione economica e del tempo da dedicare a se stessi.
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Scritto da Martina Paolucci
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Martedì 13 Settembre 2011 10:00 |
Ha trascorso 1300 giorni con un cuore completamente artificiale e, finalmente, ha potuto riceverne uno vero. L'intervento di sostituzione è durato 14 ore, ma l'esito è stato positivo. E quest'uomo, oltre che gioire della sua nuova vita donatagli, può anche gioire del record mondiale di vita vissuta con un cuore artificiale, il Cardiowest, che dal 2007 faceva circolare il sangue nel suo corpo. Il protagonista della vicenda è un uomo di 57 anni residente in Veneto. L'operazione è stata eseguita lo scorso venerdì dal professor Gino Gerosa, direttore della Cardiochirurgia dell'Azienda Ospedaliera-Università di Padova. L'intervento, spiegano i medici, è perfettamente riuscito, e il paziente ha attraversato il periodo di decorso post operatorio senza problemi. Per dare la felice notizia l'equipe medica ha deciso di attendere che il paziente fosse uscito dall'osservazione per non dare a nessuno false sperenze.
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Scritto da Caterina Poni
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Martedì 13 Settembre 2011 09:00 |
Ha vissuto due anni in auto e le sono costati ben 4000 euro di multe per divieto di sosta. La storia non è di una senzatetto ma di Ester, una donna affetta da una patologia che la costringe a vivere in auto e non in casa: la MCS, Sensibilità Chimica Multipla, una malattia molto poco conosciuta in Italia, una sindrome immunotossica infiammatoria che altera il funzionamento di alcuni enzimi. Da quando, dieci anni fa, ha scoperto di soffrire di questa rara malattia la su a vita è cambiata radicalmente, piano piano si sono allontanati tutti, ha perso il lavoro e infine la casa. Aveva trent'anni quando le è stata diagnosticata la MCS: era finita in ospedale, a Rieti, per una crisi respiratoria dopo che, sotto la doccia, si era lavata i capelli con il balsamo. Da quel momento è cambiato tutto: i medici le hanno diagnosticato una semplice allergia, ma Ester ha riscontrato ulteriori problemi nell'ambiente domestico e non solo: dall'odore del bucato al profumo dei colleghi sul posto di lavoro, tutto risultava insopportabile all'olfatto e al suo organismo.
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