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Scritto da Martina Paolucci
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Lunedì 05 Settembre 2011 17:45 |
La prevenzione prima di tutto. Questo è l'imperativo che la nostra società, posta di fronte a una sfida come quella lanciata dal cancro, deve porsi come guida. Per prevenire, però, occorre avere uno stile di vita sano, attivo, attento e adeguato alle proprie caratteristiche, possibilmente lontano da qualsiasi tipo di stress, all'insegna della serenità. Purtroppo, però, ci si rende facilmente conto che rispettare tutte queste "regole" è tutt'altro che facile, e ci si chiede se mai si riuscirà a farla franca e risparmiarsi qualche malattia sgradita. Ma come? Per fortuna, in nostro soccorso arrivano dei piccoli aiuti che in qualche modo aiutano il nostro organismo a difendersi dall'attacco di virus e batteri, compensando l'azione negativa svolta dalla routine giornaliera e da scelte troppo felici a livello alimentare. In questo caso, un aiuto concreto potrebbe derivare dalle noci, questo frutto tanto ricco di sostanze nutritive da poter essere eretto a difensore delle donne, contro il cancro al seno. La scoperta appartiene ad un gruppo di ricercatori dell'Università della Marshall University of Huntington, in West Virginia (Stati Uniti), e sembra sia destinata alla notorietà e al ringraziamento da parte del gentil sesso geneticamente predisposto a contrarre questa malattia.
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Scritto da Maria Ida Longo
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Lunedì 05 Settembre 2011 13:22 |
Ricerche scientifiche negli anni passati avevano fatto intendere che il gusto che sentiamo nei cibi, dolce, salato ecc, è elaborato da più aree del cervello che si fondevano, in quanto tutti i neuroni occupati a captare i vari sapori elaboravano tutti i gusti in generale senza specifici compiti: gli scienziati dello Howard Hughes Medical Institute e del NIH, hanno scoperto invece che ogni gusto viene rilevato da una serie unica di neuroni che rispondono ai gusti specifici, inoltre le varie aree del cervello che hanno il compito di elaborare i sapori non si fondono. Tramite questa nuova ricerca, gli scienziati sono riusciti ad esaminare grandi gruppi di neuroni coinvolti in questo processo, al contrario delle precedenti ricerche: così facendo sono riusciti a fare una vera e propria mappa dei diversi sapori.
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Scritto da Maria Ida Longo
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Venerdì 02 Settembre 2011 15:29 |
Per tantissime persone il caffè del mattino è un rito, una pratica irrinunciabile che da la giusta carica per svegliarsi e affrontare gli impegni mattutini: chi rinuncerebbe al primo caffè del mattino? Eppure sembra che sia tutta una questione psicologica, pare non ci sia nessuna differenza tra una persona che al mattino si imbottisce di caffeina per svegliarsi e tra chi invece preferisce altro. La notizia è resa nota grazie ad una ricerca della University of East London, e pubblicata sulla rivista "Appetite": per lo studio sono stati esaminati circa 88 persone dai 18 ai 47 anni, consumatori abituali di caffè appena svegli.
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Scritto da Maria Ida Longo
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Venerdì 02 Settembre 2011 14:46 |
Una postura corretta non solo ci fa sentire meglio fisicamente evitandoci brutti mal di schiena, ma a quanto pare a iuta la nostra autostima e fa innalzare la soglia del dolore: questo è quello che emerge da una recente ricerca della Marshall University, in California, pubblicata sul Journal of Experimental Social Psychology . Per lo studio, i volontari sono stati sottoposti a due tipi di postura, ben dritta e "trasandata", tra i due gruppi si è notato che, chi assumeva una postura corretta, con spalle bene erette, sguardo dritto e testa alta, nell'interloquire, non solo aveva maggior sicurezza e si sentiva in grado di affrontare meglio i discorsi, ma misurando la tolleranza al dolore è stato dimostrato che questi soggetti riuscivano meglio a sopportarlo.
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Scritto da Angela Messina
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Venerdì 02 Settembre 2011 14:30 |
I ricercatori dell'Università di Stanford (Usa) hanno condotto uno studio, pubblicato su Nature, da cui è emerso che nel sangue sono presenti molecole che, con gli anni, inibiscono la produzione di nuovi neuroni da parte delle cellule staminali nervose dell'ippocampo, il magazzino cerebrale dei ricordi. E l'effetto dell'azione di queste molecole sul cervello, spiegano gli autori, è una riduzione delle capacità cognitive. Due sono le sostanze sotto esame: eotaxina e MCP-1, infatti, si trovano in grande quantità sopratutto nel sangue e nel liquido cerebrospinale delle persone anziane. La tesi è stata avvalorata da alcuni esperimenti in laboratorio, effettuati su delle cavie: gli scienziati hanno creato dei circuiti sanguigni in comune tra le coppie di topi (composte da un roditore giovane e uno più anziano). I risultati si sono rivelati sorprendenti: gli studiosi hanno infatti notato che a livello dell'ippocampo, la zona del cervello deputata alla memoria e all'apprendimento, i neuroni dei topi più anziani aumentavano, simbolo principale di ringiovanimento dell'organismo.
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