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Scritto da Angela Messina
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Lunedì 12 Novembre 2012 10:05 |
Quando mangiamo stiamo sempre attenti a non abbondare nel sale, ma in realtà non sappiamo che il quantitativo di sale più pericoloso per la nostra dieta lo assumiamo con alimenti che mangiamo comunemente. La lista dei sei cibi pericolosi, è stata pubblicata negli Stati Uniti da due delle associazioni più impegnate a combattere l’uso del sale superfluo, la American Heart Association e la American Stroke Association, che promuovono uno stile di alimentazione sano proprio per preservare dai rischi associati all’alto consumo di sodio: ipertensione, problemi di cuore, ictus. Nella lista dei cibi troppo ricchi di sale ci sono molti alimenti processati industrialmente, o comunemente acquistati nei negozi e nei supermercati, e nonostante la ricerca sia americana, la lista comprende cibi comunemente consumati in Italia e alla base della dieta mediterranea.
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Scritto da Carmela Pelaia
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Venerdì 09 Novembre 2012 14:20 |
L'Agenzia Italiana del Farmaco ( Aifa) ha affermato la rimozione del divieto di uso dei vaccini antinfluenzali Novartis che era scattato qualche giorno fa, in seguito alle indagini più approfondite. La decisione, si legge nella nota, è stata possibile in seguito alle accurate verifiche effettuate sulla documentazione prodotta dall'Azienda in risposta alle richieste di condurre approfondite indagini su un possibile difetto di qualità presente in alcuni lotti di vaccino e alle concomitanti analisi straordinarie effettuate sia dall'Azienda, sia dall'Istituto Superiore di Sanità.
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Scritto da Angela Messina
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Mercoledì 07 Novembre 2012 14:43 |
Grazie ad un test precoce del Dna, si potrà sapere, già a 20 anni, se ci si ammalerà di Alzheimer. È quanto emerge da uno studio americano pubblicato su Lancet Neurology grazie al quale è stata scoperta una spia genetica, la mutazione del gene chiamato presenilina 1 (PSEN 1). La mutazione di questo gene anticipa la diagnosi della forma di Alzheimer familiare, quella che può essere ereditata tramite il patrimonio genetico dei genitori e che spesso manifesta i primi segni di deficit cognitivo già dopo i 40 anni. Una tecnica che potrebbe essere estesa anche all'Alzheimer più comune, prevenendolo con farmaci adeguati.
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Scritto da Angela Messina
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Martedì 06 Novembre 2012 09:30 |
Il 14% di un campione di popolazione intervistato dall’ Ispo, l’istituto di ricerca diretto da Renato Mannheimer, afferma di essere sempre sempre stato favorevole ai vaccini antinfluenzali, ma di avere adesso, in seguito all'episodio del ritiro dal commercio di alcuni vaccini, qualche dubbio sulla loro effettiva sicurezza e utilità. Il sondaggio è stato condotto per conto di Tell Me, un progetto finanziato dalla Commissione Europea che ha proprio l’obbiettivo di insegnare a comunicare durante le epidemie influenzali. Dall' inchiesta è emerso che l’informazione sui vaccini non ha seminato soltanto dubbi, infatti il 5% ha dichiarato nettamente di aver deciso di non vaccinarsi dopo aver appreso le notizie in questione. In totale quindi quasi un italiano su cinque (il 19%) ha cambiato idea sul vaccino antinfluenzale, aggiungendosi a un 18 per cento di popolazione che già prima non si vaccinava perché convinto che i vaccini presentano troppi rischi.
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Scritto da Giorgia Marchesi
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Lunedì 05 Novembre 2012 09:51 |
Un recente studio condotto dai ricercatori del Massachusetts General Hospital afferma che i rischi di contrarre il melanoma sono maggiori per chi ha i capelli rossi. Da sempre si sa che ha una carnagione molto chiara è più esposto a problemi legati alla pelle, se non fosse che il nuovo studio chiarisce i termini di questa strana relazione. La predisposizione al melanoma è già insita nel DNA di chi ha i capelli rossi, indipendentemente dall’ esposizione ai raggi UV. Sono stati condotti test su due diversi gruppi di topi: da una parte quelli che producono l ’Eumelanina, tipica di chi ha i capelli scuri, e dall’altra i topi con un pelo simile ai capelli rossi umani, che invece producono la Feomelanina. Sebbene entrambi i gruppi di topi non sono stati sottoposti a stimoli esterni, come i raggi Uv, che potessero far sviluppare il melanoma, è stato notato che i topi dal pelo rosso dopo pochi mesi sviluppavano più facilmente il tumore rispetto ai topi scuri.
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