Un ricercatore dell'Università di Warick, Stefan A. F. Bon, ha ideato un cioccolato che ha il 50% di grassi in meno e più vitamina C . L'obiettivo era creare un tipo di cibo che avesse gli stessi effetti benefici della frutta sul nostro organismo. Per questo il nuovo cioccolato contiene anche una quantità di succo di frutta. Questa tecnica è efficace nel tipo di cioccolato che conosciamo, ovvero quello al latte, fondente e bianco. L'idea sarebbe quella di produrre un cioccolato dietetico e allo stesso tempo gustoso e salutare. Il cioccolato è un alimento derivato dai semi dell'albero del cacao amato da grandi e piccoli. Viene preparato a partire dal burro di cacao, con aggiunta di polvere di semi di cacao, zucchero e altri ingredienti facoltativi, come latte, mandorle e tanti altri.

L'innovazione del cioccolato che fa bene alla salute, è stata presentata in anteprima al 245esimo meeting nazionale dell'American Chemical Society dal suo creatore Stefan A. F. Bon dell'Università di Warwick. Il prodotto è in forma di microbolle che aiutano a mantenere il cioccolato vellutato e denso, pronto a sciogliersi in bocca. Il risultato viene da un approccio chimico che permette di mantenere intatte le caratteristiche gustose del cioccolato senza l'eccessivo apporto calorico ma, con l'aggiunta dei fattori benefici della frutta.

Oggi, 15 marzo, è la Giornata del Fiocchetto Lilla che verrà dedicata alla sensibilizzazione e all'informazione sui disturbi alimentari, che colpiscono sempre più donne e ragazze, spesso con conseguenze gravissime. La lotta di sensibilizzazione ha origine dalla forza di un padre: sua figlia, Giulia Tavilla, morta nel 2011, a diciassette anni, per colpa della bulimia. Dopo questa tragica perdita (avvenuta proprio il 15 marzo di due anni fa) nasce il desiderio nel padre, Stefano, di far sì che eventi simili non si ripetano.

Lo stesso Stefano Tavilla spiega come i disturbi alimentari rappresentino la prima causa di morte per le ragazze tra i dodici ed il venticinque anni. Dopo l'edizione dello scorso anno svoltasi a Palazzo Ducale a Genova, che ha avuto molto successo, si prevede per quest'anno un incremento di eventi e di luoghi, grazie al coinvolgimento di altre ventidue città e di venticinque associazioni che si occupano di problemi legati ai disturbi alimentari.

Mangiare troppi insaccati o carne lavorata causa un rischio maggiore di morte per problemi cardiovascolari o tumori: lo dimostra uno studio coordinato dall'Università di Zurigo e pubblicato su Bmc Medicine. L'Associazione industriali carni e salumi precisa che il limite di 160 g di carni trasformate al giorno, sopra il quale i ricercatori avrebbero individuato un limitato rischio potenziale, è pari a più di 4 volte il consumo medio in Italia.

Lo studio si chiama "Una salsiccia al giorno è troppo" ed è stato condotto su 500 mila europei in 10 Paesi, nell'arco di 8 anni, ha messo in evidenza che i più grandi consumatori di insaccati all'interno del gruppo studiato avevano una probabilità maggiore del 44% di morire prematuramente rispetto a chi ne mangiava meno. Il campione ha un'età compresa tra i 35 e i 69 anni e proviene da dieci differenti stati dell'Europa. Dopo una prima analisi, sono state prese in esame le morti di circa 26.000 persone del campione originario.

Nestlè ritira dal mercato italiano e spagnolo i ravioli e i tortellini di manzo Buitoni. Questa decisione è stata presa dopo che nei prodotti sono state trovate tracce di Dna di carne di cavallo (pari all'1%). Dopo aver informato le autorità dell'esito degli esami, Nestlè ha rassicurato i consumatori che non ci sono problemi di sicurezza alimentare e che i prodotti ritirati saranno sostituiti con altri che i test confermeranno essere al 100% di manzo.

Nestlè dichiara in una nota che sono state sospese tutte le consegne di prodotti finiti con manzo della tedesca H. J. Schypke, società che lavora per uno dei loro fornitori. Stanno rafforzando inoltre i controlli di qualità con nuovi test per assicurare la qualità e la sicurezza dei prodotti Nestlè, si scusano inoltre con i consumatori e assicurano che le azioni prese per far fronte a questo problema si tradurranno in più alti standard e in una rafforzata tracciabilità.

La cioccolata, le ostriche, le uova, le mandorle, le banane, l'avocado e i fichi sono considerati cibi afrodisiaci. Magari potremmo sceglierli per la nostra cena di San Valentino, ma secondo Linda Yarrow, professore di Nutrizione umana all'Università statale del Kansas, non servirebbero ad accendere il desiderio sessuale.

Come risultato otterremmo una sorta di effetto placebo: non c'è evidenza scientifica dell'effetto positivo di questi cibi sulla sessualità, anche se sono buoni e nutrienti. Il cioccolato ad esempio è il regalo classico nel giorno della festa degli innamorati, contiene i flavonoidi che sono antiossidanti e migliorano le funzioni vascolari riducendo il rischio di attacchi di cuore. Non è però provato che abbia effetti afrodisiaci e poi è meglio non eccedere per non rischiare di ingrassare.