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Scritto da Martina Paolucci
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Venerdì 12 Agosto 2011 11:10 |
Tanto è difficile ottenere una buona, bella e sana abbronzatura, tanto è facile perderla nel giro di pochi giorni lontani dal sole, costretti, dopo le vacanze, a tornare alla luce artificiale del vostro ufficio. Non tutto è perduto: seguendo dei piccoli consigli, potrete godere e sfoggiare la vostra abbronzatura per qualche giorno in più, dipende tutto dalla vostra volontà e diligenza. Secondo una ricerca della Società di Psicologia inglese, i benefici ottenuti con qualche settimana di meritata vacanza durano al massimo due settimane: relax e abbronzatura ci abbandonano poco dopo il ritorno, facendoci sprofondare nuovamente nella tristezza e nello stress quotidiano. Quello che a noi spetta, se vogliamo mantenere viva la tinta bruna della nostra pelle, non è continuare ad attaccarla con creme autoabbronzanti o lampade solari: il beneficio si prolunga se ben alimentato dall'interno.
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Scritto da Maria Ida Longo
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Mercoledì 10 Agosto 2011 11:58 |
La dipendenza da Internet è ormai un fenomeno che sta crescendo a macchia d'olio, non si parla solo di social network ma del web in generale: la rete piena di notizie e quant'altro sta entrando nella vita della gente, soprattutto in quella dei giovani diventando una realtà ossessiva spesso difficile da gestire, una vera e propria patologia che il Ministro per la salute Fazio ha preso in seria considerazione dichiarando che il piano per il nuovo anno sanitario 2011/2013 potrebbe contenere un intervento straordinario per la lotta a questo nuovo tipo di dipendenza. La dipendenza da internet o "internet addiction" porta ad una serie di disturbi generali a carattere cognitivo psicologico: isolamento sociale, dipendenza patologica, perdita di contatti reali, insomma un sovraccarico cognitivo accompagnato dall'incapacità di staccarsi dal computer.
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Scritto da Martina Paolucci
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Mercoledì 10 Agosto 2011 11:30 |
Tante strade sono state tentate per combattere le zanzare, soprattutto quelle responsabili della malaria, ma nessuna è risultata, ancora, assolutamente efficace. L'ennesimo tentativo punta nuovamente sull'insetto stesso prima che sui farmaci che possano curare la malattia: l'idea è quella di zanzare sterili che ingannino le femmine convicendole di essere state fecondate quando questo, chiaramente, non è avvenuto. Lo studio in questione è stato pubblicato dalla rivista dell'Accademia nazionale americana delle scienze (Pnas) ed è opera di due ricercatori italiani, Andrea Crisanti e Flaminia Catteruccia, per l'Imperial College di Londra. Il progetto nasce dall'osservazione del comportamento delle femmine che, una volta di fronte a maschi sterili, non mutavano atteggiamento e si lasciavano "corteggiare" come di consueto. Le femmine ingannate, infatti, deponevano le uova e smettevano di cercare altri maschi che fossero fecondi. Se il metodo risultasse davero efficace, la pratica di sterilizzare i maschi potrebbe risultare rivoluzionaria: il maschio sterile, infatti, avrebbe anche un vantaggio sul maschio normale che deve necessariamente impiegare energia per produrre gli spermatozoi necessari alla fecondazione.
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Scritto da Maria Ida Longo
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Mercoledì 10 Agosto 2011 08:00 |
Da uno studio condotto dalla Tulane University di New Orleans e pubblicato su "Circulation", la rivista dell'American Heart Association è emerso che il latte e la soia sono un validissimo aiuto per combattere l'ipertensione.Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno preso in esame 352 volontari adulti di età superiore ai 22 anni in fase di pre-ipertensione, ovvero con valori della massima compresi fra 120 e 159 e della minima tra 80 e 95 e con problemi di circolazione già da molto tempo.
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Scritto da Maria Ida Longo
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Martedì 09 Agosto 2011 12:30 |
Una nuova, importante scoperta è stata fatta dai ricercatori della British Heart Foundation, coordinati da Andrew Ewer, per scovare i difetti congeniti cardiaci nei neonati e salvargli quindi la vita: è un esame semplice ed economico, si effettua tramite uno strumento chiamato pulsossimetro che permette di stimare la quantità di ossigeno presente nel sangue, mettendo in luce circa il 75% delle anomalie più gravi. In oltre, tale strumento, associato con i metodi tradizionali sarebbe in grado di scovare addirittura il 92% delle malattie cardiache congenite: proprio per questo motivo i ricercatori hanno chiesto che il test dell'ossigeno venga introdotto in tutto il Ragno Unito.
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