In Italia la procreazione medica assistita, PMA, è consentita secondo i parametri della legge 40, che ne consente il ricorso solo qualora non vi siano altri metodi terapeutici efficaci per rimuovere le cause di sterilità o infertilità, vietando la clonazione umana, e soprattutto la fecondazione eterologa, ossia la fecondazione con un donatore esterno alla coppia.

Proprio su questo diversi tribunali hanno avanzato questioni di legittimità a seguito dei ricorsi delle coppie, questioni respinte al mittente oggi dalla Consulta alla luce della sentenza della Corte europea di Strasburgo del novembre 2011 che giudicava legittimo il divieto alla eterologa. Vietata inoltre qualsiasi sperimentazione sull'embrione, nonchè qualsiasi forma di selezione a scopo eugenetico degli embrioni e dei gameti.

In Italia più di 3 milioni di coppie non posso avere figli naturalmente e così sempre più frequentemente si ricorre alla PMA, procreazione assistita e fra quelle che iniziano questo percorso, una coppia su sei, oggi, ha la possibilità di coronare il proprio sogno.

Secondo i dati, l'infertilità è dovuta nel 35,4% dei casi all'uomo, mentre nel 35,5% la causa è femminile, nel 15% è attribuibile a entrambi i partner e nel 13,2% è sine causa.

Una donna di 39 anni, emiliana, aveva combattuto contro il cancro al seno (neoplasia mammaria ormonosensibile). Dopo la chemioterapia era divenuta sterile ma dopo essere guarita ha espresso la volontà di diventare mamma. Così all'Istituto Sant'Orsola di Bologna, ad Abano Terme, hanno provato con successo ad avverare il suo sogno.

A raccontarlo la dottoressa Eleonora Porcu, responsabile del Centro per la procreazione medicalmente assistita, durante il 27° Convegno di Medicina della Riproduzione. Questo tentativo di procreare attraverso la PMA, dopo un caso di cancro, è il primo in assoluto in Italia e con la nascita di due gemelle. In genere si sconsiglia il tentativo proprio perché la stimolazione ormonale potrebbe causare una recidiva della patologia.

Il Consiglio Superiore della Sanità, chiamato ad esprimersi sulle nuove linee guida della legge 40 sulla procreazione assistita, ha dato parere favorevole, con alcune modifiche e suggerimenti per il Ministro della Salute, Renato Balduzzi.

In Italia le tecniche di fecondazione assistita possono essere rischieste da chi è infertile o da chi, anche se fertile, è portatore di malattie infettive come Hiv, Hbv e Hcv.

La ricerca conto l'infertilità maschile continua a fare nuovi passi e da Padova arriva la notizia di una nuova scoperta che permette di capire meglio le cause di tale infertilità, ancora oggi sconosciuta, infatti nel 40 per cento dei casi non si riesce a capirne la causa.

La ricerca, svolta dai ricercatori del Servizio per la Patologia della Riproduzione umana dell'azienda ospedaliera universitaria di Padova, diretti da Carlo Foresta, in collaborazione con Alberto Ferlin e Daniela Zuccarello, ha individuato una nuova causa di infertilità maschile, sembrerebbe infatti che un'anomalia del gene E2F1, localizzato sul cromosoma 20.