Ancora una volta la legge 40, sulla procreazione medicalmente assistita va in tribunale e viene rinviata alla Consulta della Corte Costituzionale. Accade al tribunale di Firenze, a cui si sono rivolti due coniugi milanesi i quali volevano destinare alla scienza e alla ricerca dieci embrioni risultato affetti da esostosi e inutilizzabili per l'impianto, ma ai quali è stato vietato dalla legge 40. 

Per la diciottesima volta la normativa dimostra limiti di costituzionalità. La  prima era stata nel 2008 quando, a partire dalla stessa vicenda di due coniugi milanesi portatori di esostosi multipla, la Consulta aveva detto sì all'abrogazione dell'obbligo di trasferire tutti gli embrioni ed in un unico transfer, indipendentemente dal loro stato di salute e da quello della madre. Oggi, i quesiti posti alla Consulta sono nuovi e le norme ritenute irragionevoli  e contrarie a diversi articoli della Costituzione dal magistrato Patrizia Pompei, sono quelle relative alle restrizioni della libertà di ricerca scientifica e all'autodeterminazione dell'individuo, della donna in particolare, quando la legge non concede ripensamenti dopo il concepimento dell'embrione.

Interessante indagine realizzata da Censis sulla Procreazione Medicalmente Assistita, più comunemente abbreviata come PMA. Secondo i dati raccolti il 69,1% degli italiani è favorevole alla possibilità di intervenire sulla procreazione attraverso tecniche ormonali, farmacologiche e chirurgiche a cui ricorrere in caso di infertilità o problemi di fertilità. Il 17,2% degli intervistati ha invece dichiarato che queste tecniche dovrebbero essere vietate, mentre il 13,7% non ha un'opinione in merito.

Questo per quanto riguarda la fecondazione omologa che ha quindi avuto un largo consenso. Scende la percentuale dei favorevoli se si parla di fecondazione eterologa, dove quindi ovuli e/o spermatozoi appartengono a donatori esterni alla coppia arrivando al 50.5% di favorevoli e il 30,2% che si dice contrario a questa tecnica di PMA.

Il 9 novembre, il Tribunale di Cagliari, con una sentenza storica, ha concesso ad una coppia ,lei affetta da talassemia major e lui portatore sano della malattia, di poter effettuare la diagnosi pre-impianto. Con questa sentenza, per la seconda volta, e sicuramente non l'ultima, i giudici stoppano la legge 40. 

E questo significa che la coppia ricorrente potrà avere un bimbo sano, senza dover spendere migliaia di euro all'estero e senza l'angoscia di portare la gravidanza avanti per mesi prima di procedere all'aborto terapeutico. La legge sull'aborto consente di liberarsi di un feto malato anche al quarto mese di gravidanza, ma attualmente non permette ad una coppia fertile di eliminare il feto non sano prima che diventi un bambino a tutti gli effetti nella pancia della mamma.

Uno studio, diretto dagli scienziati britannici Tony Lai e Karl Swann della Scuola di medicina dell'Università di Cardiff, ha scoperto che, al momento della fecondazione, lo sperma dell’uomo fornisce una proteina essenziale per l’instaurarsi della gravidanza. Proprio grazie alla presenza della PLCz si ottiene l’attivazione dell’ovulo è quindi l’avvio dello sviluppo embrionale.

Lai spiega che alcuni uomini sono sterili perché il loro sperma non riesce ad attivare gli ovuli, motivo per cui quando lo spermatozoo si unisce all’ovulo i processi necessari non partono.  La ricerca, quindi, identifica nella proteina PLCz e nel suo mancato funzionamento  uno dei possibili motivi di insuccesso dello sviluppo embrionale.

Molte le polemiche sul lancio del Super Ticket vigente in Toscana e Piemonte per la fecondazione assistita presso i centri pubblici e convenzionati. Si tratta di un ticket da 500 euro a coppia, con punte di 700 per gli interventi più complessi. Nelle altre regioni rimane il semplice ticket che fa quindi ridimensionare le spese per chi desidera avere un figlio e non si affida ai centri privati dove le spese sono enormemente più alte.

La scelta del Super Ticket è stata fatta per gli alti costi che devono sopportare gli ospedali in caso di Fecondazione Assistita, con cifre che si aggirano intorno agli 850 euro a intervento, che come sappiamo non è sempre il primo ad andare a buon fine. La richiesta di una spesa maggiore per le coppie risiede proprio nel voler mantenere alto il livello degli interventi, senza dover quindi lesinare per colpa dei pochi soldi stanziati per la PMA.