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Scritto da Maria Ida Longo
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Mercoledì 10 Agosto 2011 08:00 |
Da uno studio condotto dalla Tulane University di New Orleans e pubblicato su "Circulation", la rivista dell'American Heart Association è emerso che il latte e la soia sono un validissimo aiuto per combattere l'ipertensione.Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno preso in esame 352 volontari adulti di età superiore ai 22 anni in fase di pre-ipertensione, ovvero con valori della massima compresi fra 120 e 159 e della minima tra 80 e 95 e con problemi di circolazione già da molto tempo.
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Scritto da Maria Ida Longo
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Martedì 09 Agosto 2011 12:30 |
Una nuova, importante scoperta è stata fatta dai ricercatori della British Heart Foundation, coordinati da Andrew Ewer, per scovare i difetti congeniti cardiaci nei neonati e salvargli quindi la vita: è un esame semplice ed economico, si effettua tramite uno strumento chiamato pulsossimetro che permette di stimare la quantità di ossigeno presente nel sangue, mettendo in luce circa il 75% delle anomalie più gravi. In oltre, tale strumento, associato con i metodi tradizionali sarebbe in grado di scovare addirittura il 92% delle malattie cardiache congenite: proprio per questo motivo i ricercatori hanno chiesto che il test dell'ossigeno venga introdotto in tutto il Ragno Unito.
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Scritto da Martina Paolucci
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Martedì 09 Agosto 2011 12:20 |
"D'estate muoio un po'...", cantava una nota cantante italiana. D'estate molte persone "muoiono" e attendono che ritorni l'autunno per riprendersi e tornare in forma smagliante. Un controsenso per tanti che amano l'estate perchè dispensatrice di ferie, perchè significa mare e relax, ma un problema per chi, invece, lo avverte comne problema. Non è un semplice fastidio, ma una patologia ufficialmente riconosciuta, conosciuta come "summer sad", dove sad sta per Seasonal Affective Disorder. La stagione estiva, con le sue caratteristiche atmosferiche (alte temperature, elevata umidità, luce), va ad influire direttamente sul nostro comportamento, determinando stati depressivi il cui numero aumenta con l'arrivo della bella stagione. Secondo Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell'Ospedale Fatebenefratelli di Milano, la colpa di questi stati depressivi è degli occhi. La tanta luce che riempe le nostre giornate, luce che varia continuamente, interviene direttamente sul nostro cervello con un'intensità che dipende dall' efficienza delle nostre retine. In questo modo sono gli occhi che filtrano la luce e condizionano i centri cerebrali repsonsabili del nostro comportamento e del nostro umore.
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Scritto da Eva Forte
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Martedì 09 Agosto 2011 12:19 |
A pochi giorni da Ferragosto e sotto le prime settimane di vero caldo estivo, attenzione a come passate le giornate per evitare spiacevoli inconvenienti. Si sa, per il 15 agosto tutti cerchiamo di svagarci con parenti e amici e non può mancare il pranzo preparato spesso in dosi e modalità eccessive. Il consiglio del Ministero della Salute è sempre lo stesso da anni: evitiamo le grandi abbuffate che con il caldo non vanno poi tanto d'accordo, escludere le ore più calde della giornata per le uscite soprattutto con i bambini e un sì deciso per un abbigliamento leggero e comodo. Ma attenzione anche a non esagerare con i climatizzatori. La differenza termica dovrebbe non superare i cinque gradi tra fuori e dentro le autovetture; in casa invece dobbiamo rimanere su una temperatura che può oscillare tra i 24 e i 26 gradi. Per l'alimentazione valgono i soliti consigli: si raccomanda di bere molto, consumando un paio di litri di acqua al giorno e mangiare molta frutta e verdura.
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Scritto da Martina Paolucci
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Lunedì 08 Agosto 2011 12:30 |
Non disperatevi se siete di quelli che a dieta proprio non ci riescono a stare. Sarà il territorio italiano tutto che offre migliaia di prelibatezze, sarà la voglia di dolce che vi assale quando finite di pranzare con una salutare insalatona, ma di rispettare le dosi consigliate dal dietologo (o, disgraziatamente, dalla rivista) proprio non se ne vuol sapere. La verità è che non è tutta colpa vostra, o meglio, non è tutta colpa della vostra ragione. Sì, perchè da quanto hanno scoperto i ricercatori dell'Albert Einstein College of Medicine di New York, il nostro cervello, quando messo a regime, "impazzisce" e induce i neuroni dell'ìpotalamo, affamati, a mangiare se stessi. In questo modo, il cervello sente nuovamente e più pungente lo stimolo della fame e finisce per chiedere più cibo.
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