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Scritto da maddyparla
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Venerdì 14 Settembre 2012 14:15 |
Ci sono degli individui aperti alle novità, pronti ad esplorarle, estroversi e proiettati verso l'esterno e ci sono invece degli individui timorosi di quelle stesse novità, prudenti e timidi. Due tipologie di personalità profondamente diverse, con un temperamento opposto. Oggi sappiamo che quei tratti comportamentali sono collegati alla grandezza del cervelletto. Una minore intraprendenza può dipendere infatti da un cervelletto taglia "small". La dimensione di quest'area fondamentale del cervello, influenzerebbe, oltre a molte altre caratteristiche personali, anche l'atteggiamento verso l'esterno: un cervelletto più grande aiuta ad essere intraprendenti, uno di taglia inferiore è legato a timidezza e prudenza. Questo è il risultato di una ricerca, realizzata dall'I.R.C.C.S. Fondazione S.Lucia e dall'Università "La Sapienza"di Roma, che prova come il cervelletto giochi un ruolo chiave nella determinazione delle differenze individuali di personalità.
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Scritto da Angela Messina
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Giovedì 13 Settembre 2012 18:11 |
Il trapianto fra viventi adesso sarà possibile, infatti è stata approvata all'unanimità dal Senato, la norma che consentirà il trapianto parziale di polmone, pancreas e intestino tra persone viventi. Si tratta di un passo in avanti molto importante per la medicina, che permetterà a molte persone di condurre una vita migliore e di favorire l’intervento in alcune patologie pediatriche. La senatrice Api Emanuela Baio ha espresso grande soddisfazione per l’approvazione del ddl sul trapianto di organi tra viventi, che finalmente supera la stridente contraddizione trai vantaggi offerti dal progresso scientifico e il ristagno della legge, consentendo all’Italia di essere all’avanguardia del panorama europeo e internazionale. Come ha aggiunto la senatrice si tratta di una legge per la vita, che promuove e diffonde la cultura del donare.
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Scritto da maddyparla
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Giovedì 13 Settembre 2012 17:55 |
Lavorare più di 8 ore al giorno può avere conseguenze per la salute anche molto gravi, è bene che ciascuno di noi ne sia ben cosciente. Una nuova ricerca pubblicata sul Journal of Epidemiology, fatta condotta dai ricercatori finlandesi del Finnish Institute of Occupational Health ha rivisitato i risultati di 50 anni di studi sull’argomento che coinvolgevano ben 22mila persone in diversi paesi del mondo, scoprendo che le troppe ore passate al lavoro fanno aumentare il rischio di malattia cardiovascolare dal 40 all’80%. I ritmi di lavoro frenetici, non vanno dunque d'accordo con la salute del nostro cuore, reso più debole e soggetto a malattie cardiovascolari. Una combinazione negativa dii stress, aumento della pressione e una dieta scorretta, tutti sostenuti e promossi dai lunghi orari di lavoro, possono far lievitare il rischio di essere vittima di un attacco dii cuore o ictus, anche da giovani. Quello che si guadagna in soldi e prestigio personale dunque rischiamo di pagarlo caro sul fronte della salute di cuore e cervello.
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Scritto da maddyparla
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Giovedì 13 Settembre 2012 08:00 |
L' uso del cellulare e dei cordless fa ormai parte della nostra vita quotidiana, tuttavia si parla spesso di possibili danni legati ad un loro uso eccessivo. Un nuovo studio , pubblicato sulla rivista Pathophysiology, degli scienziati svedesi guidati da Lennart Hardell, del Dipartimento di oncologia dell’ospedale universitario di Orebro, ha calcolato che usare per più di 10 anni telefonini o apparecchi senza fili, appoggiati sempre allo stesso orecchio, moltiplica da 3 a 5 volte e mezzo il rischio di ammalarsi di glioma, un tipo di cancro al cervello. Secondo la ricerca, Il problema sono le onde magnetiche che permettono il funzionamento dei dispositivi senza fili e che causerebbero dei danni al nostro organismo con un rischio massimo nei bambini e negli adolescenti. I danni maggiori sarebbero causati da un uso prolungato nel tempo, per 10 anni e se il dispositivo viene utilizzato sempre dalla stessa parte, con lo stesso orecchio.
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Scritto da Angela Messina
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Martedì 11 Settembre 2012 14:44 |
Il consumo di marijuana aumenta il rischio di sviluppare un sottotipo di cancro ai testicoli. La notizia giunge da una ricerca effettuata dall'Università della California Meridionale e descritta online su Cancer, rivista dell'American Cancer Society. I risultati suggeriscono che il pericolo di insorgenza di questa tipologia di tumore dovrebbe essere considerato anche nelle situazioni in cui la marijuana viene somministrata con scopi terapeutici nei giovani pazienti di sesso maschile. Secondo i ricercatori, il legame tra la droga e il tumore ai testicoli può essere causato dal sistema degli endocannabinoidi, la rete cellulare che risponde al principio attivo della marijuana, dal momento che questo sistema è stato già dimostrato essere importante nella formazione degli spermatozoi.
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