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Il temperamento? Lo decide il cervelletto! |
Benessere - Articoli |
Scritto da maddyparla Venerdì 14 Settembre 2012 14:15 |
Ci sono degli individui aperti alle novità, pronti ad esplorarle, estroversi e proiettati verso l'esterno e ci sono invece degli individui timorosi di quelle stesse novità, prudenti e timidi. Due tipologie di personalità profondamente diverse, con un temperamento opposto. Oggi sappiamo che quei tratti comportamentali sono collegati alla grandezza del cervelletto. Una minore intraprendenza può dipendere infatti da un cervelletto taglia "small".
La dimensione di quest'area fondamentale del cervello, influenzerebbe, oltre a molte altre caratteristiche personali, anche l'atteggiamento verso l'esterno: un cervelletto più grande aiuta ad essere intraprendenti, uno di taglia inferiore è legato a timidezza e prudenza. Questo è il risultato di una ricerca, realizzata dall'I.R.C.C.S. Fondazione S.Lucia e dall'Università "La Sapienza"di Roma, che prova come il cervelletto giochi un ruolo chiave nella determinazione delle differenze individuali di personalità. Già da tempo si sapeva come quest'organo influisca sulle capacità motorie e cognitive, mentre studi recenti hanno provato come sia anche collegato all'affettività, ma fino ad adesso si ignorava il suo ruolo nello sviluppo della personalità. Lo studio italiano, pubblicato dalla rivista Human Brain Mapping, è il primo che affronta questa relazione. I ricercatori hanno raccolto dati da un campione ampio di soggetti sani, combinando tecniche di neuro-immagine strutturale e misure di personalità legate ai tratti temperamentali, descritti nella nota "Scala di Temperamento e Carattere" di Cloninger, ideatore del "modello bio-psico-sociale" della personalita'. Secondo tale modello, mentre il carattere è influenzato dal contesto ambientale ed educativo, il temperamento è invece determinato dal patrimonio genetico. Tra le dimensioni di temperamento, quelle di "Novelty Seeking", ovvero la predisposizione a ricercare/esplorare la novità, e "Harm Avoidance", ovvero la predisposizione ad essere cauti ed inibiti, sono le dimensioni fondamentali che guidano le nostre risposte agli stimoli ambientali. La ricerca ha dimostrato che quelli che avevano una più ampia tendenza alla esplorazione ed erano maggiormente incuriositi dalle novità avevano volumi del cervelletto più grandi. Al contrario, chi era più intimorito dalle novità, preoccupato, timido, riservato e timoroso di tutto ciò che è nuovo avevano volumi del cervelletto più piccoli. Ma come può essere connesso il volume dell'organo alla sua funzionalità? Cioè un cervelletto più grande funziona meglio? Sembra proprio di sì. Il cervelletto che guida l'esplorazione in ambienti nuovi, permette un veloce passaggio da un compito ad un altro, supporta un migliore adattamento alle situazioni in evoluzione, appare correlato, per quello che riguarda il suo volume, con un tratto di personalità caratterizzato da maggiore sicurezza su questi aspetti. Così, un soggetto con una spiccata propensione alla ricerca del nuovo in tutte le sue forme, uno che di continuo cerca situazioni non familiari e volentieri esplora ambienti nuovi, richiede al suo cervelletto un grande impegno che potrebbe portare ad allargarne il volume. Al contrario, un soggetto preoccupato per il futuro, ansioso nei riguardi di tutto ciò che non conosce, inibito e riservato richiede al suo cervelletto poco impegno che potrebbe portare a ridurne il volume. Questo come se non "allenasse" a sufficienza questa parte del cervello. |
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