L'obesità, come sappiamo, comporta seri rischi per la salute, ma in gravidanza comporta anche la possibilità di partorire un bambino che può soffrire di autismo, così come dimostra una ricerca, svolta dai ricercatori affiliati all'UC Davis Mind Institute di Sacramento, in California,è stata condotta su 1.004 coppie di mamme/bambini.

Dallo studio, pubblicato su Pediatrics, è emerso che le mamme obese hanno il 67% di possibilità in più di partorire un bambino che soffre di autismo rispetto alle mamme di peso normale, senza diabete o ipertensione, e oltre il 100% in più di avere un bimbo che soffre di altri disordini mentali.

Abbiamo visto in redazione la linea di prodotti RelaxMaternity Baby, la linea completa di intimo senza cuciture dedicate a tutti i piccoli (da 6 a 36 mesi) così come anche la linea dedicata alla gravidanza e al post-parto.

Ci è piaciuto moltissimo soprattutto l'intimo per bambino: un capo per bambini che resiste ai lavaggi, con ottimo filato solo italiano e che non irrita la pelle del bambino anzi la idrata e la nutre, e che può essere indossato fino all’età di 36 mesi dal bambino, senza dover comprare diversi capi nella crescita del bimbo.Appartiene a una linea tutta nuova LA RELAXMATERNITY BABY di Calze Gt.

In Italia sempre più giovanissimi hanno già provato almeno una volta a fumare uno spinello e hanno assunto alcol. I dati fanno rabbrividire: lo scorso anno il 18,2% (praticamente uno su cinque) dei ragazzi tra 15 e 19 anni ha fumato almeno una volta uno spinello e nella stessa fascia di età uno su 33 ha sniffato cocaina almeno una volta nella sua vita, 1 su 47 nell'ultimo anno.

Oltre ai numeri già di per sè eclatanti, bisogna anche tenere conto di un altro aspetto non indifferente e cioè il fatto che è sempre più diffuso, in età adolescenziale, il consumo di droghe considerate a torto leggere.

La ADHD, meglio conosciuta come Sindrome da Deficit dell'Attenzione e Iperattività, finora era stata considerata un unico disturbo, ma in realtà consiste in una famiglia di patologie, almeno da quanto emerge da una ricerca condotta dalla Oregon Health & Science University, pubblicata sui Proceedings of the National Academy of Sciences.

La ricerca individua varie versioni della malattia, ognuna con effetti diversi, e dimostra la necessità di superare il trattamento standard, suggerendo inoltre nuovi metodi per la caratterizzazione di ogni individuo in modo da migliorare diagnosi, prognosi e trattamento della malattia.