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Scritto da Caterina Poni
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Lunedì 30 Maggio 2011 17:15 |
Continua a salire il numero di morti causate da Escherichia Coli. Al momento i decessi accertati sono 11, due settimane dopo il primo del 21 maggio. Al momento il numero di persone colpite dall'infezione ha raggiunto quota 1200 e, vista la rapidità della diffusione, non è da eslcudere che il numero aumenti ulteriormente. Le autorità, dopo aver identificato i cetrioli come responsabili dell'epidemia, hanno invitato i cittadini a non consumare l'ortaggio crudo, facendo comunque attenzione anche alle altre verdure. Fa sapere il Centro euroopeo di Stoccolma per la prevenzione e il controllo delle malattie che il batterio ha colpito anche Gran Bretagna, Danimarca, Svezia e Olanda, anche se nella maggior aprte dei casi sembra che gli individui colpiti siano persone di ritorno da viaggi in Germania. I cetrioli contaminati provengono dalla Spagna, per cui tutti i supermercati tedeschi hanno rimosso dai propri scaffali i prodotti importati dalla penisola iberica, mentre in Belgio e in Russia ne è stato annunciato il blocco delle importazioni. In Italia, primo sequestro preventivo.
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Scritto da Martina Paolucci
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Lunedì 30 Maggio 2011 09:00 |
Non bastava il colesterolo cattivo, il ben noto colesterolo LDL, a minacciare il nostro cuore. Uno studio dell'Università di Warwick annuncia la scoperta di una nuova qualità di colesterolo che sarebbe ancora più pericolosa del nostro nemico LDL. Il nuovo colesterolo, definito cattivissimo, sarebbe più "colloso" rispetto al colesterolo LDL, e per questo più efficace nell'otturazione delle arterie. Il nome scientifico del colesterolo cattivissimo è MGmin-LDL (metilgliossale-LDL) e sarebbe il risultato di un processo di glicazione, ossia aggiunta di zucchero alle proteine del "normale" LDL. Attenzione quindi soprattutto per i diabetici e per gli anziani. Lo studio, pubblicato sulla rivista Diabetes, sarebbe in grado anche di spiegare perchè alcuni farmaci per il trattamento del diabete possano essere efficaci nella cura delle malattie cardiovascolari.
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Scritto da Martina Paolucci
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Venerdì 27 Maggio 2011 09:00 |
Colpevoli di diffondere troppi microbi. Le vuvuzelas, lo strumento diventato popolare durante gli ultimi Mondiali di calcio, fortemente criticati per l'inquinamento acustico e il fastidio arrecato ai giocatori in campo e al pubblico presente e televisivo, oggi vengono accusate di qualcosa ben più preoccupante: diffondono microbi, e quanti! I numeri sono assolutamente eclatanti: 658mila microbi per litro d'aria, che raggiungo i 4 milioni nel momento del suono vero e proprio. Di fronte a questi dati, affiora la possibilità che Londra, per la prossima edizione delle Olimpiadi, nel 2012, ne vieti l'uso. Lo studio sullo strumento africano è stato condotto dalla London School of Hygiene and Tropical Medicine 1, in Gran Bretagna, e attesta che queste vuvuzelas possono contribuire alla diffusione di malattie infettive, attraverso un'emissione a doccia simile a quella di uno starnuto, ma decisamente amplificato.
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Scritto da Martina Paolucci
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Venerdì 27 Maggio 2011 08:00 |
La conferma arriva direttamente dal World Cancer Research Fund (WCRF) che, in collaborazione con l'American Institute for Cancer Research (AICR), sostiene che ingerire 100 grammi di carne rossa in più al giorno può aumentare addirittura del 17% il rischio di sviluppare il tumore all'intestino. Lo studio, il più grande mai condotto sull'argomento, è denominato CUP, Continuous Update Project, e conferma i maggiori rischi per l'intestino legati ad un consumo eccessivo di carne rossa e lavorata, avvalorando la tesi secondo cui sarebbe preferibile una dieta a base di fibre che, al contrario, fornirebbe una buona protezione contro il cancro. I prodotti più pericolosi per l'organismo dell'uomo sarebbero insaccati, salsicce e wurstel, quelli per cui sono necessari maggiori procedimenti per la conservazione. Insomma, additivi, salatura e conservanti non sono amici del nostro intestino. E se sapevamo che non lo erano per la linea, oggi abbiamo un motivo in più per convincerci a non esagerare.
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Scritto da Angela Messina
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Giovedì 26 Maggio 2011 15:33 |
Massimo Triggiani, presidente eletto della Siaic-Società italiana di allergologia e immunologia clinica e docente di Allergologia e immunologia clinica presso l'università Federico II di Napoli spiega che attualmente il 20% degli italiani ha una diagnosi di allergia, ma che entro il 2020 si raggiungerà il 25%. Nell'arco di pochi anni, se non saranno adottate opportune misure di prevenzione e diagnosi precoce, l'incidenza di casi di allergie potrà raggiungere anche il 40% sull'intera popolazione. Questi, spiega Triggiani, sono solo alcuni dei dati che verranno discussi nel corso del 2° congresso nazionale IFIACI (Federazione delle società italiane di immunologia, allergologia e immunologia clinica) che si terrà a partire da oggi a Roma. Nel corso del convegno si discuterà dei principali aspetti fisiopatologici, clinici, diagnostici, terapeutici e gestionali delle malattie allergiche e immunomediate. Il congresso sarà anche l'occasione per festeggiare il centenario dell'Immunoterapia specifica (ITS): al 1911 infatti risale il lavoro pubblicato sull'immunoterapia specifica per via sottocutanea effettuato da Leonard Noon, che per primo calcolò il dosaggio da somministrare sulla base del peso dei pollini per scongiurare un caso di febbre da fieno.
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