La dieta mediterranea è scientificamente riconosciuta come il regime alimentare più adatto per apportare all'organismo il giusto quantitativo di acido folico. La vitamina B9 è presente in natura in numerosi alimenti di origine vegetale ed animale: verdure a foglia larga, agrumi, noci, broccoli, carne e fegato. Questa importantissima vitamina del gruppo B è anche contenuta in grande quantità nella pasta e nel pane alimenti alla base della nostra alimentazione.

L'importanza che riveste l'acido folico in gravidanza è ormai nota: se assunto nel giusto quantitativo nei mesi precedenti il concepimento e nel primo trimestre di gestazione, sappiamo che può ridurre considerevolmente l'insorgere di alcune malattie legate allo sviluppo del tubo neurale quale, ad esempio, la spina bifida. Oltre ad un ruolo di prevenzione di malattie nel feto, l'acido folico svolge una funzione di protezione cardiovascolare nei soggetti di tutte le età.

Nasce un vero e proprio albo per la nuova figura della Co-Manager, gestito dalle associazioni di categoria a garanzia della serietà personale e professionale delle iscritte. L'esigenza è nata proprio dalle imprenditrici che, in caso di maternità o di necessità di accudire un parente malato, si vedeva costretta a chiudere temporaneamente o completamente la propria azienda.

Le imprenditrici trentine potranno quindi decidere di affidare la guida della propria azienda a una Co-Manager ossia una vera e propria sostituta collaboratrice qualificata da ricercare dentro il registro dell'Albo dedicato. Il tutto siglato in questi giorni da Provincia autonoma di Trento-assessorato alla Solidarietà internazionale, associazione artigiani e piccole imprese-Gruppo donne impresa e Confesercenti del Trentino-Coordinamento imprenditoria femminile.

Da una ricerca dell'Università della California a San Francisco (USA), diretta dalla professoressa Tracey Woodruff e pubblicata su "Environmental Health Perspectives", emerge che durante la gravidanza, nel corpo della gestante sono presenti 163 sostanze chimiche diverse, alcune delle quali tossiche e quindi pericolose per la salute.

Lo studio è stato condotto su un campione di 268 donne in gravidanza tra il 2003 e il 2004: le analisi fatte hanno esaminato una per una le sostanze presenti, rivelando che in quasi tutte le donne sottoposte ad analisi c'erano presenti le sostanze tossiche, quali: bifenili policlorurati, pesticidi organoclorurati (di cui il DDT), composti perfluorinati (PFC) che si trovano nel teflon usato per rivestire le padelle antiaderenti, ftalati che compongono la plastica, idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e perclorato.

Un altro episodio scandaloso al Policlinico di Messina è avvenuto il 9 giungo scorso: quando una donna incinta recatasi all'ospedale per un aborto già programmato, si vede rifiutata l'assistenza dal medico di turno, in quanto, obbiettore di coscienza e quindi contrario all'aborto.

La donna, con l'aiuto della madre, è stata costretta ad espellere il feto nel bagno dell'ospedale e solo dopo questo, il medico acconsentì a praticarle il raschiamento.

Uno studio eseguito dall'Università di Hong Kong e dal King's College di Londra e pubblicato sul "British Medical Journal", ha svelato che un nuovo test sul sangue in gravidanza potrebbe individuare i bambini affetti da sindrome di Down, accantonando quindi l'amniocentesi, ovvero un esame invasivo praticato ormai da molte donne che può portare all'aborto spontaneo.

L'amniocentesi non sarebbe del tutto accantonata, ma andrebbe fatta soltanto quando il test risulterebbe positivo alla sindrome di Down: così facendo, moltissime donne potrebbero appunto non ricorrere più a questa "pericolosa" tecnica.