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La prima comunicazione tra mamma e bambino
Gravidanza - 9 mesi
Scritto da Cristina Fiore     Giovedì 25 Novembre 2010 10:44    PDF Stampa E-mail
40 settimane
Nella specie umana l’incontro tra i gameti è raro, perché nella donna l’ovulazione non è in diretta relazione con la ricettività sessuale, per cui quando l’incontro tra i gameti – le cellule germinali – avviene è un Evento Mondiale, così importante che la Natura attiva un’enorme organizzazione per realizzarlo, anche in presenza di una possibilità remota.

La possibilità è remota perché la fecondazione è “una sequenza complessa di eventi molecolari coordinati, che inizia al momento del contatto ovocita-spermatozoo e termina, dopo circa 24 ore, con il mescolamento dei cromosomi materni e paterni e la formazione dello zigote uguale l’embrione unicellulare” (Acosta, 1994). Un evento così complesso va dunque preparato e la preparazione coinvolge ambedue le cellule germinali, sia l’ovocita che lo spermatozoo. Consideriamo ciò che avviene nella donna. L’ovocita si prepara all’incontro già prima dell’ovulazione.

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Si prepara con il processo di meiosi e con la sintesi di molecole di mRNA (RNA messaggero), cosiddette di ‘lunga vita’. La meiosi è la formazione del numero esatto di cromosomi, ideale per un eventuale incontro fecondante, e quindi l’ovocita, prima ancora di essere espulso dall’ovaio, prepara le condizioni ideali perché un eventuale incontro sia ‘fruttuoso’. Contemporaneamente vengono sintetizzate nell’ovocita molecole di mRNA (l’ambasciatore che porta nel citoplasma della cellula le istruzioni dettate dal DNA del nucleo, perché la cellula possa sintetizzare proteine, fondamentali perché permettono la comunicazione cellula-cellula, cellula-molecola, ecc). Ancora prima dell’ovulazione la madre (DNA del nucleo della mamma) fornisce al citoplasma (che resterà in ‘eredità’ all’embrione) le informazioni perché il neoconcepito possa avviare una prima sintesi proteica, ancorché di stampo materno, prima ancora di aver strutturato il proprio DNA (zigote) e quindi il suo proprio mRNA e le sue proprie proteine. In fase post ovulatoria l’ovocita si prepara all’incontro con la “chemiotassi”: l’uovo esce dall’ovaio circondato da una nuvola di messaggi chimici che hanno il compito di orientare lo spermatozoo verso di se come se l’ovocita facesse sfoggio di tutto il suo sex appeal per attrarlo e farsi conquistare .

Curiosità: I profumi origine della vita Arriva dai ricercatori della Shering la notizia che a guidare gli spermatozoi nella fecondazione dell'ovulo femminile potrebbe essere un profumo. Un'ipotesi attualmente allo studio nei laboratori dell'azienda farmaceutica tedesca e che, in futuro, potrebbe consentire agli scienziati di mettere a punto un sistema di controllo della fertilità di coppia. La teoria nasce dagli studi effettuati da Richard Axel e Linda Buck, proprio quest'anno insigniti del premio Nobel per la Medicina, per aver descritto i geni che controllano i recettori dell'olfatto e spiegato i meccanismi attraverso i quali vengono percepiti gli odori.

Gunter Stock, responsabile dell'Area Ricerca della Schering, ha voluto subito precisare che: ''La ricerca e' ancora agli inizi, ma ci stiamo lavorando - ed aggiunge - abbiamo scoperto che i recettori sono gli stessi, nel naso e nello sperma. Ed e' un insieme di odori che attira lo spermatozoo verso l'ovocita e che rende poi possibile la fecondazione". Grazie a questa scoperta sarebbe quindi possibile sperimentare un sistema di controllo della fertilità, capace di inibire i recettori degli odori sulle membrane degli spermatozoi, in modo da fermarne la corsa verso l'ovaio. Sempre Stock spiega poi alcune caratteristiche della scoperta, come la presenza nel testicolo di circa 50 recettori olfattivi, uno dei quali presente nelle membrane delle cellule dello sperma umano e denominato "recettore odorizzante hOR17-4". Dopo vari test, si e' dimostrato che questo recettore si attiva col profumo di mughetto, che dovrebbe essere presente quindi nelle sostanze di richiamo (i profumi) che l'ovulo femminile rilascia per guidare lo sperma verso di se.

Un processo scientifico e allo stesso tempo romantico come il profumo, quello di essenze ed aromi che sin dalla comparsa dell'uomo hanno guidato ed accarezzato i sensi. Ma la poesia non basta a spiegare uno dei processi che regolano la riproduzione della vita del genere umano, come spiega Stock: "Sappiamo che ci sono almeno 50 recettori olfattivi nello sperma, ma noi ne conosciamo solo uno [...] e i ricercatori stanno provando centinaia di composti profumati per trovare i leganti giusti''. Sembra ancora lontano quindi il giorno in cui potremmo dire di conoscere i fenomeni che regolano la procreazione, ma se un domani le ricerche sul sistema dei profumi-guida arriveranno ad una soluzione, allora l'obiettivo non sarebbe solo la contraccezione, ma anche l'aumento della fertilità di coppia.

E' lo stesso Stock a confermarlo: "Nei casi in cui la sterilità sia dovuta a una patologia precisa e' difficile, ma in quel 20% di casi di sterilità di cui non si conosce la causa, questa potrebbe essere un'opportunità''. Forse è solo un'illusione, ma il mistero della vita, passato nella storia del cinema attraverso film ironici come "Senti chi parla", potrebbe realizzarsi nel segno del ben più romantico "Profumo di donna", di Dino Risi, regista e "precursore" della nuova scoperta di Richard Axel e Linda Buck .
Finalmente l’ovocita, circondato dalla sua corona raggiata, è raggiunto dagli spermatozoi che lo spingono e gli imprimono un movimento di rotazione in senso antiorario per cui l’ovocita avanza ruotando nella tuba, simile a un corpo celeste (vedi riprese di Nielson). Lo spermatozoo-principe riesce ora a penetrare la zona pellucida e ad entrare nel citoplasma dell’ovocita, conquistarlo e fecondarlo realizzando il progetto cui l’ovocita si era preparato da prima dell’ovulazione e, poiché i gameti femminili sono presenti nell’ovaio fin dalla nascita, realizzando quello che aveva “atteso da tutta la vita”. Ricordiamo inoltre che mRNA materno non può essere usato se non è attivato da un fattore, portato dallo spermatozoo, che si chiama fattore attivante paterno . Inizia così, a livelli profondi, l’accoglienza e l’accettazione del bambino, iniziano il dialogo, la relazione, si pongono le basi dell’attaccamento e prendono il via quei processi di trasformazione e maturazione che aiuteranno la coppia ad entrare psicologicamente ed emozionalmente nel loro ruolo genitoriale. Già dopo un giorno dalla fecondazione il dialogo tra la madre segreta (psicobiologica) e il figlio diventa diretto.

 Il bambino pre-embrione invia numerosi segnali endocrini alla sua mamma per avvisarla della sua presenza: “mamma sono qui, aiutami!”. Già dopo un giorno dalla fecondazione l’ovaio della madre, in risposta, produce l’EPF (Early Pregnancy Factor), che ha proprietà immunosoppressive. Ma non solo questo, l’EPF è anche associato alla crescita e alla proliferazione cellulare, quindi la madre già mette a punto alcune condizioni favorevoli per aiutare il suo bambino a crescere. Il bambino contribuisce al lavoro della sua mamma: anche lui vuole vivere e crescere! Quindi produce il PAF (Platelets Activating Factor) che favorisce ulteriormente la produzione dell’EPF materno che lo protegge e lo aiuta a diventare grande.

Non è tutto: il piccolino sa quello che vuole! E la madre psicobiologica lo aiuta a realizzare i suoi desideri. Il bimbo pre-embrione, già tre giorni dopo la fecondazione, è in grado di produrre HCG (gonadotropina corionica) che stimola le ovaie materne a produrre maggiori quantità di progesterone ed estrogeni. Il bambino vuole una culla comoda e confortevole, manda il messaggio alla sua mamma e lei, la madre segreta e amorevole, risponde facendo in modo che la madre reale diventi sicura e soffice come lui la vuole.

Il progesterone limita la contrattilità uterina e gli estrogeni fanno diventare la mamma elastica, comoda. Contemporaneamente la mamma psicobiologica induce quella reale a ricoprire gli anticorpi del bambino con i suoi propri anticorpi, in modo che il sistema immunitario non reagisca contro la piccola vita. Questo momento rappresenta la prima vera accoglienza e il primo vero accudimento della mamma al suo bambino. Il piccino percorre tutta la tuba per raggiungere l’utero e annidarvisi. Quando giunge in quello che sarà per nove mesi il suo ambiente di vita il bimbo-blastocisti ha esaurito le sue energie. Deve riuscire a radicarsi nell’endometrio altrimenti morirà; la madre psicobiologica ha fatto in modo che l’endometrio si fosse vascolarizzato ed ammorbidito, sono stati creati accorgimenti affinché il piccolino non si stacchi, così la piccola morula si annida tra i veli dell’utero materno, la sua prima culla.

Questo momento rappresenta il consenso formale e amorevole della mamma all’esistenza del figlio, ma anche l’offerta di se.
La madre non solo gli offre il suo corpo culla ma gli prepara immediatamente cibo buono, nutriente e adatto a ridargli energia: grazie all’aumento di cortisolo, più evidente dopo la 12° settimana di gestazione, aumenta infatti anche la glicemia, quindi aumentano gli zuccheri. La madre segreta ha dato al bimbo accoglienza, cibo, accudimenti e amore. Il piccolo ha bisogno di accudimenti e di entrare in contatto profondo con la sua mamma e la madre profonda risponde a quest’esigenza producendo progesterone; l’aumento di quest’ormone induce a rallentare i ritmi delle attività quotidiane e a cercare spazi di silenzio e di interiorizzazione. Può essere così facilitato il processo di introversione che porterà la madre reale a calarsi sempre più profondamente in se stessa per entrare in contatto con il suo bambino.

Inoltre in previsione del bisogno del bimbo di maggior nutrimento e di un ambiente favorevole il progesterone, rallentando la muscolatura intestinale, induce ad un miglior assorbimento delle sostanze nutritizie e, nello stesso tempo, agisce sul centro nervoso del respiro (20% in più di ossigeno); ancora favorisce lo sviluppo della ghiandola mammaria. Inoltre sin dalla 4° - 5° settimana di gestazione aumenta il livello di prolattina, un ormone che induce un comportamento materno e quindi rafforza il lavoro dell’ossitocina (ormone dell’amore) . Questo non è che l’inizio dell’intenso dialogo (ormonale e psicologico) che avviene tra la mamma e la sua creatura e che fa in modo che questa, da subito, si senta amata e accudita, in altre parole che si senta “a casa”.
 

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