E' successo venerdì 17 febbraio all' Istituto Einaudi di Bassano del Grappa che uno studente apre la porta dei bagni e vede due suoi compagni che fanno sesso orale, ritorna in classe e commenta alludendo al divertimento dei coetanei. Ma i commenti finiscono su Facebook e da qui arrivano nell'ufficio del Preside Giovanni Pone.

La punizione è che il ragazzo viene sospeso per un giorno, ma la ragazza per 4 giorni, con l'aggravante che si trovava nel bagno dei maschi. Altra cascata di commenti indignati sulla disparità di trattamento e sul fatto che trovarsi nel bagno maschile sarebbe più grave che scambiarsi effusioni durante le ore di lezione.

Il sacrosanto sospetto che dilaga è che il Preside abbia reagito con due misure diverse e più severamente sulla studentessa in quanto donna, trascinandosi dietro l'accusa di sessista e maschilista. Indignata persino Chiara Moroni, responsabile nazionale delle donne di Fli, che ha dichiarato che è stata una vera e propria discriminazione legata ad una cultura maschilista che non possiamo accettare e che la scuola ha il dovere di combattere e non di alimentare, inoltre giustificare tre giorni di punizione in più equivale a dire che entrare nei bagni dei maschi è un atto più grave del rapporto sessuale stesso in un edificio scolastico. Interviene sull'accaduto anche Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell'Unione degli Universitari, appoggiando le dichiarazioni della Moroni.

Ma la storia non sembra avere un epilogo per ora: la Rete degli Studenti, di cui  Alberto Irone è il portavoce, spiega che l'accaduto dovrebbe riportare in auge la cultura sessuale nelle scuole e contro questi comportamenti scorretti non ci può essere solo la repressione, ma una prevenzione intelligente fatta di progetti, supporto psicologico e adeguata informazione, già dalle scuole medie; bisognerebbe chiedersi come mai in una società "progredita" come la nostra la sessualità è ancora un tabù.