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Novità per la tintarella:l'abbronzatura genetica |
Donna - Articoli | |||
Scritto da Martina Paolucci Lunedì 04 Luglio 2011 09:15 | |||
Considerato che l'unico modo di proteggersi dal sole è utilizzare delle buone creme solari, e il 40% degli italiani ritiene invece di poterne fare tranquillamente a meno, è necessario trovare una soluzione alternativa. Quale? L'abbrozatura "genetica". Sono degli studiosi americani ad avanzare la proposta: attivare la melanina agendo direttamente sui geni. Nel caso la sorprendente proposta risulti efficace, nessuno avrà più bisogno di lettini solari, lampade abbronzanti o faticose ore di attesa sotto il sole: basterà spalmarsi di crema e espettare che faccia effetto, per un'abbronzatura invidiabile.
Il gruppo di ricerca proviene dal Massachusetts General Hospital e, guidato da David Fisher, ha dato alle stampe i risultati delle sperimentazioni. La rivista Genes and Development ha divulgato i lavori, alimentando le speranza dei moltissimi fautori della tintarella. Insomma, protetti e abbronzati. I ricercatori, nei loro esperimenti, hanno disattivato un particolare gene denominato PDE-4D3 negli animali utilizzati per il test: il risultato ha visto scurire la pelle dei tester senza che fossero stati in alcun modo esposti al sole. In realtà, la melanina è il modo che il nostro organismo ha di proteggersi dall'azione dannosa dei raggi solari e previene la formazione dei tumori della pelle. Il processo è regolato da una serie di geni tra cui il PDE-4D3, che attraverso un enzima, blocca la produzione della melanina. Disattivando il gene in questione, il blocco spontaneo viene meno e l'abbronzatura ne risulta favorita. I ricercatori hanno somministrato alcune molecole chimiche in grado di disattivare il gene nei topi, riuscendo ad ottenere, dopo soli 5 giorni, un significativo aumento della colorazione della pelle degli animali trattati, rispetto a quelli non trattati.Ha commentato Fisher: "L'obiettivo primario è la prevenzione del cancro della pelle, dal momento che tutte le forme più comuni di queste neoplasie sono associate all'esposizione ai raggi ultravioletti". Non esiste ancorra un prodotto da spalmare sulla pelle dell'uomo, ma la direzione che gli studiosi vorrebbero intraprendere è proprio questa: un unguento che sia protettivo e abbronzante allo stesso tempo, in grado di preparare adeguatamente la pelle all'agognata tintarella perfetta e alla più banale esposizione al sole. Intanto il monito arriva dalle autorità: Natale Cascinelli, già presidente del Gruppo menlanommi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, spiega come un saggio uso delle creme solari evita le scottature, ma che l'attenzione deve essere raddoppiata. "Se noi usiamo quelle ad alta protezione aboliamo il segnale dall'allarme rappresentato dalle scottature, quindi può accadere che, non scottandosi, si creda di potere restare sotto il sole per parecchie ore appena si arriva al mare, quando non si è ancora abbronzati. Ma in questo modo ci esponiamo al rischio degli effetti nocivi più gravi a lungo termine dei raggi ultravioletti sulla pelle, fra cui quelli che portano alla formazione dei tumori". Quindi attenzione, mai sottovalutare i raggi solari.
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