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I pediatri consigliano di prevenire il bullismo già dalla scuola media |
Bambini - Articoli |
Scritto da Tatta Bis Venerdì 29 Marzo 2013 11:49 |
Il bullismo e il cyberbullismo sono dei fenomeni purtroppo in crescita anche in Italia: da una recente indagine di Ipsos per Save the Children emerge che il 72% degli adolescenti e giovanissimi italiani lo avverte come il fenomeno sociale più pericoloso del proprio tempo. Almeno 4 ragazzi su 10 sono stati testimoni di atti di cyberbullismo da parte di coetanei. Bullismo e cyberbullismo sono due facce della stessa medaglia e l'ideale sarebbe prevenirlo fin dalla scuola media, avverte la Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps). Se le azioni di bullismo si verificano in rete si parla di cyberbullismo, una forma di prevaricazione volontaria e ripetuta che avviene tramite i nuovi mezzi di comunicazione come l'email, gli sms, le telefonate, i social network e il web.
Il bullismo o mobbing in età evolutiva è il termine di nuova generazione per indicare atti di violenza a scuola generalmente nel periodo adolescenziale e pre-adolescenziale. Giuseppe Di Mauro, pediatra e presidente Sipps crede che per arginare e prevenire il bullismo in tutte le sue forme è fondamentale che le famiglie e la scuola agiscano insieme in un percorso condiviso. Bisogna sensibilizzare ed educare i ragazzi ad un corretto e consapevole utilizzo delle nuove tecnologie già a partire dalla scuola media. Piercarlo Salari, pediatra consultoriale a Milano e membro Sipps afferma che il bullismo non è solo un atteggiamento aggressivo e prepotente, ma un comportamento che viene messo in atto in modo volontario, si ripete nel tempo e sfrutta consapevolmente alcune caratteristiche di superiorità rispetto alla vittima (l'età, la forza fisica e, nel caso del cyber bullismo, la popolarità in rete, spesso legata al numero di contatti acquisiti). Sono tantissimi gli episodi che si leggono sui giornali ma, sono molti anche i casi in cui la vittima di violenza e la sua famiglia non trovano il coraggio di opporsi e denunciare. Per contrastare il bullismo è necessario che genitori e insegnanti imparino a riconoscerlo correttamente e con maggiore tempestività. La Sipps ricorda che esistono dei precisi campanelli che devono allarmare i genitori, dovrebbero fare attenzione, osservare i propri figli e distinguere tra condizioni favorenti e comportamenti sospetti. Le condizioni favorenti sono un uso non controllato e spesso inappropriato di internet e smartphone, spesso fino a tarda notte. Uno scambio ossessivo di immagini, l'uso di messaggi sui social network che possono destare preoccupazione o inquietudine. Ancora la mancanza di orari e una vita disorganizzata. I comportamenti sospetti sono un rifiuto di parlare di ciò che i ragazzi fanno online, un calo nel rendimento scolastico, un turbamento o un malessere dopo aver usato internet o cambiamenti in generale nei toni e nell'umore con reazioni aggressive o eccessive. Pericoloso è anche l'acquisto o il possesso di accessori o oggetti status symbol che presuppone una disponibilità di denaro non ragionevole o qualche baratto poco convincente. Uno studio condotto dall'Università dell'Arizona e pubblicato online sul numero del Journal of Adolescence di aprile 2013, ha esaminato la relazione tra depressione, comportamento suicida, bullismo ed esperienze di vittimizzazione. Tutto ciò è stato possibile elaborando i dati di circa 1.500 studenti di scuola superiore. I risultati hanno evidenziato che la depressione è il catalizzatore di tentati suicidi in entrambi i sessi, ma solo nelle ragazze essa ha giocato un ruolo come conseguenza del cyber bullismo. Gli autori fanno un duplice invito: la necessità di riconoscere tempestivamente eventuali segnali di depressione nei giovani, a maggior ragione se di sesso femminile e se coinvolti in episodi di bullismo, e attuare opportune strategie preventive su questi ultimi. In secondo luogo la necessità di non limitare il campo d'azione alla scuola superiore ma estendere l'indagine alla scuola media per ottenere un intervento più precoce. |
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