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Le tecniche di II livello: FIVET e ICSI |
PMA - Tecniche |
Scritto da Dottoressa Elisabetta Chelo Giovedì 10 Dicembre 2009 23:20 |
Il
25 Luglio 1978, a Oldham in Gran Bretagna nacque Loise Joy Brown, il
primo essere umano concepito fuori dal grembo materno:nove mesi prima
un ovocita era stato prelevato dalle ovaie della signora Brown, che non
riusciva a concepire a causa di una sterilità tubarica non trattabile
chirurgicamente, ed era stato messo in una coltura. Dopo che alla
coltura era stato aggiunto il liquido seminale del signor Brown, si era
formato un’ embrione che allo stadio di 3 cellule era stato trasferito
nell’utero della moglie. Dopo le prime nascite ,l’utilizzazione di questa tecnica detta FIVET (fertilizzazione in vitro e trasferimento embrionario) si è rapidamente sviluppata in tutto il mondo.
Le indicazioni per questa tecnica si sono progressivamente ampliate. Messa a punto per superare alla sterilità di tipo meccanico , quando vi è un impedimento all’incontro degli ovuli e degli spermatozoi, come nei casi di sterilità tubarica oggi si utilizza in molte altre situazioni; quando vi è endometriosi o non sia diagnosticata chiaramente una causa. L’introduzione della diagnosi pre – impianto ha aperto la possibilità di identificare , attraverso tecniche di genetica molecolare, gravi patologie di cui l’embrione potrebbe essere affetto. Le procedure per eseguire una FIVET sono oramai ben standardizzate ed i principi generali sono condivisi da quasi tutti i centri. Generalmente si procede con una induzione ovulatoria multipla e una soppressione della normale attività dell’ipofisi a cui segue un prelievo degli ovociti. Questi dovranno poi essere fecondati con gli spermatozoi opportunamente trattati e immessi nella medesima provetta in laboratorio quindi verranno osservati in coltura gli embrioni eventualmente ottenuti che, infine, si trasferiranno in utero. Questo trattamento dura quattro – sei settimane a seconda del protocollo utilizzato partendo dall'inizio del trattamento farmacologico fino al test di gravidanza. In un ciclo mestruale fisiologico giunge a maturazione un solo ovulo alla volta. L'ovocita si trova all'interno del follicolo (cisti in cui matura l'ovulo) che cresce all'interno dell'ovaio grazie a stimolazione ormonale dell'ipofisi. Verso la metà del ciclo un aumento dell'ormone luteinizzante (LH) consente la maturazione e l'espulsione dell'ovulo che, a questo punto, è pronto per essere fecondato. Lo
scopo dell’induzione della crescita follicolare multipla è di portare a
maturazione un giusto numero di ovociti. Questo permetterà di avere più
possibilità che una buona percentuale di questi si fecondino e si
trasformino in embrioni di buona qualità. Questa stimolazione
dell’ovaia si ottiene nella grande maggioranza dei casi con la
somministrazione di farmaci detti gonadotropine. Il dosaggio delle
gonadotropine prescritte dipenderà da una serie di fattori e sarà
quello ritenuto più adatto per la donna in trattamento e può subire
variazioni durante il ciclo a seconda degli effetti ottenuti. I
principali fattori che influenzano lo schema terapeutico sono: l'età,
la condizione delle ovaie e la risposta ad un precedente trattamento
ormonale. Dopo
il prelievo gli ovuli verranno conservati in un incubatore a 37° in
speciali terreni di coltura, per alcune ore prima dell'inseminazione
con il liquido seminale del partner precedentemente trattato per la
fertilizzazione in vitro. Gli ovuli e gli spermatozoi, insieme,
verranno lasciati per tutta la notte in laboratorio ed osservati il
mattino seguente. L’osservazione evidenzia se vi è stata la
fertilizzazione e cioè se il patrimonio genetico paterno è
evidenziabile nella cellula uovo che a questo punto si presenterà con
due nuclei uno proveniente dallo spermatozoo con l’apporto paterno e
l’altro, dell’ovocita, con l’apporto materno, e viene definita zigote .
Dopo qualche ora i pronuclei si fonderanno e la cellula fecondata
inizierà a dividersi: avremo così un embrione a due cellule e poi
ognuna di queste a sua volta si dividerà e ogni cellula, se l’embrione
è vitale, continuerà a dividersi. A 48 – 72 ore dal prelievo ovocitario
gli embrioni sono pronti per il trasferimento in utero. A questo punto
i biologi li osservano e danno loro un giudizio basato sulle loro
caratteristiche : la quantità di cellule, la velocità di sviluppo, la
regolarità delle cellule e l’assenza di residui e frammenti. La percentuale di impianto per ogni embrione trasferito è meno del 20% mentre la percentuale di gravidanza è stimabile attorno al 30% per ogni transfer di 2 embrioni, Le gravidanze multiple sono la causa principale delle nascite di bambini prematuri e sottopeso , evenienze che spesso ne compromettono lo sviluppo e determinano seri problemi. Inoltre non va sottovalutato l’aspetto economico e sociale di un parto plurigemellare. Le coppie non sono preparate ad allevare contemporaneamente più bambini e spesso non hanno i mezzi per attrezzarsi ad un impresa così impegnativa. In Italia non è più possibile congelare embrioni, ma quando vengono recuperati molti ovociti di buona qualità è possibile congelarli. Molti non sopravvivono allo scongelamento, ma quelli che riescono possono essere iniettati e trasformarsi in embrioni capaci di impiantarsi e dar luogo ad una gravidanza. A cura della Dottoressa Elisabetta Chelo |
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