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Rotary Club Civitavecchia: conferenza "Gli strumenti del Caravaggio" |
Donna - Cultura | |||
Scritto da Eva Forte Giovedì 02 Dicembre 2010 08:18 | |||
Caravaggio è forse uno dei pittori più misteriosi ed amati per le sue caratteristiche pittoriche e per la rottura che ha creato con l'arte del periodo precedente. Abbiamo potuto saperne qualcosa di più grazie alla Professoressa Nicoletta Retico, ospite della serata organizzata dal Rotary Club di Civitavecchia attraverso la conferenza sugli Strumenti del Caravaggio, intesi come "strumenti pittorici" e tecniche di realizzazione delle sue opere più conosciute.
Nella parte iniziale della serata abbiamo anche ascoltato i prossimi progetti organizzati dal RC, tra cui l'importantissimo evento del 19 gennaio 2011 in cui si parlerà della disostruzione delle vie aeree, argomento molto importante per tutti i genitori e che spero riusciremo ad organizzare insieme alla nostra Associazione Onlus, per poter mettere a disposizione dei nostri utenti le importanti informazioni sulla disostruzione pediatrica. Cultura e pronto soccorso per una serata in riva al mare veramente interessante e che purtroppo ci è volata, forse proprio per la capacità illustrativa della Prof.ssa Retico, che ci ha affascinati con le spiegazioni sul noto pittore Michelangelo Merisi da Caravaggio e sugli interessanti aggiornamenti sui Progetti Rotary illustrati dal Presidente del RC Civitavecchia, Francesco Di Tarsia Di Belmonte. La serata, tutta a tema caravaggesco, è stata aperta da un simpatico aperitivo servito su delle tavolozze, e detto appunto "tavolozza di Caravaggio", dove i colori erano rappresentati da salumi e altri gustosi alimenti colorati. Questo per avvicinarci al favoloso mondo dell'arte pittorica a cavallo tra il 1500 ed il 1600. Durante la presentazione degli strumenti utilizzati dal Caravaggio, ho subito pensato a come sarebbe stato bello poter trasmettere queste informazioni ai bambini, avendo anche la fortuna di poter vedere in giro per Roma molti dei suoi quadri. Sicuramente la prossima volta che vedrò le sue tele lo farò con occhio diverso, immaginandomi quale delle varie tecniche abbia potuto utilizzare per trasformare in pittura le realtà che viveva in quel dato momento. Tornato alla conferenza, la spiegazione del tema è iniziata a luci spente, perché la bellezza dei dipinti del Caravaggio sta proprio nel gioco delle ombre e, come dice la Professoressa Retico, "Più c'è buio e più si apprezza ciò che è luce". E non possiamo che darle ragione! Prima di iniziare a parlare degli strumenti, vediamo un piccolo riassunto della biografia del pittore Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, nato a Milano nel 1571. Giovanissimo, come tutti gli aspiranti pittori, si forma presso una bottega - nel suo caso quella del pittore Simone Peterzano a Milano - dove apprende due filoni di pittura diversi: il realismo lombardo da un lato, dall'altro il rinascimento veneto, che conosce anche attraverso il suo maestro Simone Peterzano a Venezia, allievo a sua volta del Tiziano. A soli vent'anni si trasferisce a Roma, prima presso Lorenzo Siciliano, di seguito presso Antiveduto Gramatica, poi presso il Cavalier d'Arpino. Qui comincia a dipingere generi che erano poco considerati dagli artisti del tempo, ossia i quadri di genere con vasi e natura morta, senza quindi le figure umane tanto amate in quel periodo. La professoressa Retico, ci ha mostrato delle slide con i primi lavori del Caravaggio, raffiguranti Bacco e vari Giovani. In queste opere il pittore presenta se stesso e la propria arte al pubblico romano. Ce li ha descritti come fossero dei lavori “teatrali” dove fa da firma il taglio della luce laterale. Siamo poi passati a parlare del periodo in cui, dopo essere uscito dalla bottega del cav. D’Arpino, si mise in proprio nonostante diverse difficoltà dovute a questa scelta e inizia a dipingere i soggetti di strada. In quel periodo tutti i pittori avevano un altro artista di riferimento, ma davanti a questi quadri così reali, abbiamo appreso come fosse stata la strada stessa il modello pittorico di Caravaggio, con tutte le scene che vedeva giorno dopo giorno. In questo quadro vediamo Cupido e gli strumenti delle varie discipline artistiche: forse sta ad intendere l'amore per le arti, oppure che l'amore è più forte di tutte le arti
Tra le varie curiosità di questo artista sta il fatto che non avesse l'abitudine di utilizzare dei bozzetti per preparare i suoi dipinti; infatti non ne sono stati mai rinvenuti e quindi la prova veniva fatta direttamente su tela. Vediamo quindi gli strumenti veri e propri utilizzati dal pittore e qui l'interesse del pubblico aumenta, data la curiosità di entrare proprio nella bottega del Caravaggio e sembra quasi di vederlo all'opera tra pennelli e colori. • Pittura allo specchio: uno dei primi strumenti che abbiamo visto è lo specchio convesso. Questo specchio veniva messo al fianco della tela e in questo modo il pittore poteva dipingere senza doversi girare ogni volta per vedere i suoi modelli. Inoltre la retina dell'occhio umano ha un campo visivo sfocante e con questo strumento si riusciva a fermare la realtà di quel momento in modo più preciso. Nasce così la sua personale anche se empirica camera ottica, nello stesso periodo in cui Galileo compie le sue scoperte scientifiche con l'uso delle lenti. A riprova dell'utilizzo di questo strumento esistono svariati dipinti di diversi pittori del'500. Si capisce se è stato utilizzato lo specchio anche dalla mano che compie l'azione: se il personaggio raffigurato utilizza la sinistra è quasi sicuramente una visione della realtà vista allo specchio, esistendo meno persone mancine rispetto a chi utilizza la destra. Un esempio di testimonianza dell'uso dello specchio convesso in Caravaggio si ritrova nel quadro della Medusa. Come una fotografia vera e propria abbiamo anche poi visto un quadro di Del Monte, “Marta e Maddalena” e poi un dipinto fiammingo di Jan Van Eyck, dove compare sullo sfondo uno specchio convesso e oscurato, con al suo interno il pittore stesso in lontananza davanti alla tela e con i due soggetti di schiena, come si vede nell'immagine che segue. • Le ombre cinesi erano un altro strumento utilizzato per dipingere la realtà: si disegnavano le figure proprio proiettandone le ombre sulle tele, e poi ricalcandole prima di dipingerle. tanti strumenti con un unico fine: quello di rappresentare la realtà immersa nel buio e nelle luci, così da dar rilievo ai corpi e all'azione che compivano e questo anche grazie all'utilizzo della camera oscura, capace di rafforzare gli strati di colore. La bellezza di questo artista è proprio nella sua unicità nel modo di fare pittura. Basti pensare che lui amava dipingere la realtà, servendosi di modelli presi dalla strada e oggetti che aveva sempre a modello, il tutto riportato all'interno del suo studio. Infatti, Caravaggio non dipingeva mai all'aria aperta, dove la luce poteva rovinare i giochi d'ombra. Qualsiasi oggetto o personaggio veniva dipinto quindi sì dal vero, ma all'interno dela sua bottega, dove poteva contare sulle giuste luci posizionate in un lato o dall'alto e dai muri scuri. Quest'ultima è un'altra curiosità del Caravaggio: aveva dipinto di scuro tutte le pareti dello studio, così persone e oggetti che posavano per lui avevano nella realtà l'ambientazione buia e nera che poi veniva dipinta su tela. La conferenza si è conclusa con alcuni quadri sui Santi, vedendo come Caravaggio riportava tutto all'essenziale, anche nella pittura sacra dove i personaggi venivano dipinti come esseri umani senza niente di trascendentale e senza aureola. Una volta conclusa l'esposizione degli strumenti caravaggeschi, si sono riaccese le luci e la sala, avvolta nel silenzio e nel buio che focalizzava la nostra attenzione solo sulle slide e sulla voce e i racconti della Prof.ssa Retico, è rimasta qualche secondo in silenzio, prima di sfociare in un applauso per la serata e l'ospite principale che ha saputo raccontare veramente bene una parte della vita del Caravaggio. Per chi fosse poi interessato a saperne qualcosa di più, invitiamo a visitare il sito Caravaggio 400, progetto curato da Nicoletta Retico e Massimo D'Alessandro. A coronare una serata dedicata alla cultura e alla storia della zona di Civitavecchia e dintorni, il Presidente del RC ci ha anche suggerito la visita del Museo del Mare di Santa Severa in provincia di Roma, presentato a settembre sempre presso il Rotary Club Civitavecchia: attraverso il percorso Pyrgi e il Castello di Santa Severa si accede all'itinerario di visita che porta alla scoperta della storia di uno dei più antichi porti del Tirreno, importante luogo di culto, città etrusca, fortezza romana, castello e borgo medievale. Il museo è fornito di laboratori didattici, di una videoteca e di una biblioteca di circa 400 volumi, con testi riguardanti la storia, la topografia e l'archeologia del territorio cerite - tolfetano - braccianese, l'archeologia subacquea e navale. Al museo fanno capo i servizi di visita guidata, i laboratori di archeologia sperimentale, i campi scuola, le visite ai resti sommersi di Pyrgi, tramite immersione o con la barca a fondo trasparente. Un grazie particolare va alla Professoressa Nicoletta Retico per il materiale illustrativo fornito.
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Con la collaborazione della BCC di Roma Corso gratuito per bambini di 6/7 anni: laboratorio di pittura creativa a Roma Per i più grandi |