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Programma "Prevenzione Serena": in Piemonte esame del Dna al posto del Pap test |
Donna - Articoli | |||
Scritto da Letizia Perugia Lunedì 04 Novembre 2013 14:08 | |||
Il Piemonte sarà la regione capofila di un nuovo screening: contro il cancro al collo dell’utero, l’analisi del Dna sta per sostituire il Pap test, lo screeneng con test Hpv permette di ridurre del 60-70% l’incidenza dei tumori invasivi del collo dell’utero rispetto al Pap-test.
Il pap test non perde completamente la propria validità e importanza, le donne non devono abbandonare l’esame finché sarà utilizzato come screening, ma la Regione Piemonte ha già stabilito il passaggio al nuovo test nel programma "Prevenzione Serena" e la delibera della Giunta del 23 aprile scorso fissa il passaggio nell’arco dei prossimi cinque anni.
Il cambiamento riguarderà tutte le donne residenti in Piemonte fra i 30 e i 64 anni di età (sotto i 30 anni il test sul Dna rileva ancora molte lesioni destinate a regredire spontaneamente, col rischio elevato di costringere le più giovani a esami e trattamenti inutili). Sopra i 30 anni, il programma di screening inviterà sempre meno donne a sottoporsi al Pap test e sempre più a fare quello Hpv, finché tutte saranno passate ai controlli sul Dna.
Per ragioni di equità si utilizzerà un criterio casuale di invito per suddividere le donne tra chi farà il test Hpv da subito e chi sarà sottoposta al nuovo esame successivamente.
Il cancro alla cervice uterina provoca ogni anno mille vittime: sono 3000 i nuovi casi ogni anno, il 6,2% delle donne corre il rischio di sviluppare questo tipo di tumore fra 0 e 74 anni di età.
Questo si legge a corredo dello studio che ha coinvolto 175 mila donne reclutate in quattro grandi indagini condotte in Italia, Paesi Bassi, Regno Unito e Svezia: lo studio della rivista "Lancet" ha dimostrato che gli screening sul Papilloma virus permettono di ridurre fino al 70% l'incidenza dei tumori invasivi del collo dell’utero (dato superiore rispetto a quanto si ottiene con il tradizionale Pap test).
La ricerca è stata curata da un’equipe internazionale di ricercatori guidata dal professor Guglielmo Ronco, in servizio al Centro di riferimento per l'epidemiologia e la prevenzione oncologica in Piemonte presso la Città della Salute e della Scienza di Torino.
Ronco e colleghi sono stati i primi a valutare su larga scala l'effetto dello screening basato sul test Hpv rispetto a quello basato sul tradizionale Pap test nel prevenire tumori invasivi.
Il gruppo di medici ha seguito e confrontato per diversi anni le condizioni di salute di 175 mila donne, che a loro hanno partecipato a quattro ricerca condotti in Italia, Paesi Bassi, Regno Unito e Svezia.
Su di loro è stato calcolato come ha inciso, in termini di prevenzione, lo screening con test Hpv e quello con semplice Pap-test. Il risultato è che gli studiosi hanno verificato che le donne invitate a fare il test Hpv si sono ammalate meno di questo tumore rispetto alle invitate a fare il Pap-test.
Il professor Ronco ha spiegato che già era stata dimostrata la maggiore capacità del test Hpv, rispetto al Pap-test, di individuare quelle lesioni che non sono ancora un tumore ma che potrebbero diventarlo.
Con questo studio, hanno potuto verificare direttamente che questo si traduce in una riduzione dei casi di tumore.
Fonte: "The Lancet"
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