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Nuovo record italiano di trapianti: 28 in un giorno |
Donna - Articoli | |||
Scritto da Angela Messina Venerdì 21 Ottobre 2011 15:06 | |||
Giornta record per i trapianti lo scorso martedì: ventotto trapianti in un giorno, un numero mai realizzato in Italia secondo gli esperti. Grazie agli organi di 9 donatori, ventotto pazienti sono tornati a vivere.
La centrale operativa che ha coordinato la complessa macchina organizzativa è stato il Nord Italia Transplant con sede al Policlinico di Milano. Dodici reni, 4 cuori, 4 polmoni, 8 fegati trapiantati in bambini, uomini e donne tra i pochi mesi di vita e gli 84 anni. Per arrivare a questo traguardo, sono state al lavoro giorno e notte le sale operatorie di 17 ospedali (Policlinico, Niguarda, San Raffaele, Istituto dei tumori, Varese, Riuniti di Bergamo, Civili di Brescia, Udine, Torino, Padova, Genova, Pavia, Vicenza, Verona, Ancona, Macerata e Bari). Quasi 600 i chirurghi, anestesisti, perfusionisti, infermieri e operatori vari delle équipe sanitarie coinvolti. Nella straordinarietà generale dell’evento si sono susseguiti altre singolari coincidenze. Su tutti i possibili donatori, il 18 ottobre non c’è stato quasi miracolosamente neppure un rifiuto da parte delle famiglie coinvolte: sono stati prelevati gli organi a nove persone su nove. Altra particolarità, la contemporaneità nello stesso ospedale di più donazioni e trapianti: all’ospedale di Brescia ci sono stati tre donatori, a Niguarda si sono svolti 2 trapianti di fegato e 2 di cuore in meno di ventiquattr’ore. Qui, uno dei casi più complessi portati a termine, è stato quello di un paziente con epatite fulminante: il ricoverato, 65enne, era finito all’improvviso in coma, adesso è sveglio e sta bene. C’è da sperare che il 18 ottobre possa rappresentare anche la ripresa definitiva del trend positivo di donazioni in Lombardia. L’anno nero è stato il 2008, quando si erano registrati solo 147 assensi al prelievo. Nel primo semestre del 2011 le opposizioni sono state il 22% (37 su 168 segnalazioni), contro il 25% dello stesso periodo del 2010 (49 su 194). «Sono segnali incoraggianti—ribadisce Scalamogna —. Il problema è, comunque, che la carenza è strutturale, gli organi di cui c’è bisogno sono sempre più di quelli a disposizione. È stata imboccata la strada giusta, ora occorre andare avanti. L’importanza del gesto è ormai universalmente condivisa, ma non bisogna smettere di insistere nella sensibilizzazione al tema».
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