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Le patatine fritte provocano dipendenza come una droga |
Donna - Articoli | |||
Scritto da Angela Messina
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![]() Il tutto comincia dalla lingua, dove la sola percezione del gusto attraverso le papille, arriva al cervello che, a sua volta, rimanda un messaggio allo stomaco, il quale risponde rilasciando delle sostanze chiamate endocannabinoidi, ovvero, le droghe naturali dell’organismo. In pratica, poiché siamo drogati, diventiamo dipendenti dalle sensazioni piacevoli connesse con il consumo di questi alimenti, e non riusciamo a smettere. Questo effetto, secondo lo studio americano, è tipico dei grassi, perché le proteine, ad esempio, non sembrano provocare meccanismi di questo tipo. ![]() Piomelli ha osservato che, dal punto di vista evolutivo, c'è una necessità impellente per gli animali di consumare i grassi che, cruciali per il buon funzionamento delle cellule, sono però piuttosto scarsi in natura. Nella società contemporanea, tuttavia, i grassi sono facilmente disponibili e la spinta innata di mangiare cibi grassi finisce per agevolare lo sviluppo di obesità, diabete e cancro. I risultati suggeriscono che per frenare questa tendenza si potrebbe ostacolare l'attività degli endocannabinoidi, per esempio attraverso farmaci in grado di intasare i recettori dei cannabinoidi. Dato che questi farmaci non avrebbero bisogno arrivare al cervello per esercitare i loro effetti, non dovrebbero indurre gli effetti collaterali negativi a livello centrale che si hanno con il blocco della segnalazione cerebrale degli endocannabinoidi, come ansia e depressione
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