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Sono positivi i primi test per il vaccino italiano contro Hiv |
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Scritto da Tatta Bis Mercoledì 22 Gennaio 2014 10:29 | |||
Sono positivi i risultati dei primi test sul vaccino anti-Aids che è stato messo a punto dal professor Arnaldo Caruso, direttore della Sezione di Microbiologia dell'Università di Brescia.
I risultati della sperimentazione dimostrano che il vaccino terapeutico denominato AT20 non ha effetti collaterali e riduce la formazione di anticorpi capaci di neutralizzare la tossicità della proteina p17 del virus Hiv nel 100% dei soggetti vaccinati.
La sperimentazione dell'AT20 è stata condotta in quattro centri clinici italiani di riferimento per le malattie infettive: Brescia, Perugia, Torino e Milano e il vaccino è stato somministrato cinque volte nell'arco di cinque mesi a volontari sieropositivi in trattamento antiretrovirale. Gli esiti sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica "Vaccine", organo ufficiale della "International Society for Vaccines".
Gli studi portati avanti in collaborazione anche con equipe di ricerca tedeschi, inglesi ed americani, hanno evidenziato nel tempo che la p17 è continuamente prodotta dalle cellule infette, anche in pazienti trattati con terapia antiretrovirale e quindi in assenza di produzione del virus HIV.
La p17 è la molecola chiave per lo sviluppo di importanti malattie HIV che sono correlate quali alterazioni neurologiche, malattie vascolari e tumori che, sono la principale causa di morte nella popolazione infetta.
Conclusa con successo la prima fase di sperimentazione sull'uomo, lo studio continuerà su un numero più elevato di soggetti sieropositivi e valuterà, in maniera definitiva, l'efficacia del vaccino AT20.
Il vaccino è solo terapeutico: è efficace solo per soggetti già infettati dal virus dell’HIV e serve a neutralizzare gli effetti dannosi della proteina p17 del virus HIV, considerata dai ricercatori bresciani la tossina con la quale il virus attacca l’uomo, inducendo l’immunodeficit caratteristico dell’infezione virale.
Il virus è il vettore di una tossina che è proprio la p17, il nostro organismo crea normalmente degli anticorpi per una parte non funzionale della proteina.
I ricercatori hanno istruito il nostro organismo a cambiare obiettivo, una volta che il sistema immunitario ha imparato, poi lo sa fare per sempre, come sottolinea Caruso.
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