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Fare volontariato allunga la vita |
Benessere - Articoli | |||
Scritto da Letizia Perugia Martedì 21 Gennaio 2014 13:54 | |||
Il volontariato ti premia: fare volontariato aiuta ad evitare depressione, ansie e fa crescere l’autostima. Lo afferma Suzanne Richards, una ricercatrice dell’Università britannica di Exeter, che analizzando i dati di quaranta ricerche sperimentali ha capito che fare del bene aiuta non solo chi lo riceve, ma anche chi lo fa.
I dati raccolti hanno evidenziato che chi si impegna in opere di bene allunga la sua vita, sarebbe emerso che tra quanti fanno volontariato la mortalità sarebbe ridotta del 20%. L'effetto positivo del volontariato sulla salute di chi lo fa è ancora tutta da spiegare: tra le ipotesi c'è quella secondo la quale chi fa volontariato trascorra molto del suo tempo all’aria aperta o in movimento. Per ora l’unica certezza è che fare del bene agli altri aiuta a fare del bene a noi stessi. Lo studio è stato fatto attraverso un’ampia revisione di 40 ricerche, pubblicato sulla rivista "BMC Public Health". Suzanne Richards dell'Università di Exeter in Inghilterra, ha rivalutato i dati di 40 ricerche precedenti sull’argomento e ha spiegato che numerosi dati paiono deporre a favore di un effetto positivo del volontariato sulla salute, ma per lo più si tratta di evidenze narrative e nessuno aveva mai messo a confronto con i dati degli studi sperimentali condotti sul tema. Loro hanno analizzato tutti assieme i risultati di ricerche sperimentali e di studi longitudinali di coorte, durati molto a lungo e stando ai risultati dell’approfondita analisi, i vantaggi per la salute mentale sarebbero chiari: miglior benessere generale, minor rischio di ansia e depressione, una maggiore soddisfazione per la propria vita in generale. La dottoressa Richards ammette che le prove dei benefici sulla longevità sono meno schiaccianti. Per raccogliere i frutti del volontariato è anche importante sentire che far del bene agli altri ci “restituisce” qualcosa: essere consapevoli di trarre benefici psicologici dall’aiuto all’altro, in pratica, è in sé una molla positiva. I dati peraltro confermano quelli di uno studio pubblicato su "JAMA Pediatrics" , secondo cui anche gli adolescenti impegnati in progetti di volontariato stanno meglio: calano colesterolo, marcatori dell’infiammazione e pure il peso, in più si registrano effetti positivi sull’autostima, l’umore, la capacità di empatia e la salute mentale. Secondo alcune teorie aiutare gli altri è appagante per la psiche e questo, attraverso il sistema neuroimmunoendocrino che “mette in comunicazione” cervello, sistema immunitario e attività metaboliche, avrebbe ripercussioni benefiche su tutto l’organismo. La speranza è che un numero sempre più nutrito di persone si avvicini a queste attività: in Europa la prevalenza del volontariato fra gli adulti si ferma attorno al 22%, negli Stati Uniti sale al 27 e in Australia addirittura al 36% della popolazione. spiegato Richards.
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