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Contro le malattie della tiroide si deve consumare poco sale, ma iodato |
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Scritto da Letizia Perugia Martedì 10 Dicembre 2013 14:42 | |||
Le patologie della tiroide si possono prevenire: per farlo è necessario usare il sale iodato per condire i cibi, a dirlo sono i ricercatori dell'Associazione Italiana Tiroide che, illustrando i dati sul consumo del sale iodato in Italia (ci vede tra gli ultimi in Europa), raccomandano di utilizzarlo per prevenire gravi malattie.
La riduzione dei disturbi da carenza alimentare di iodio è l'obiettivo primario per la salute pubblica dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla Food and Agricolture Organization. Lo iodio è un minerale che contribuisce allo sviluppo e al funzionamento della tiroide, ha un ruolo importante perchè regola la produzione di energia dell'organismo.
Lo iodio favorisce anche la crescita e lo sviluppo, stimolando il metabolismo basale e aiutando l’organismo a bruciare il grasso in eccesso. L’acutezza mentale, la parola, la condizione di capelli, unghie, pelle e denti dipendono dal buon funzionamento della tiroide. Il corpo umano ne contiene dai 20 ai 50 mg, ovviamente in assenza di patologie. Per questo motivo, l'Associazione Italiana della Tiroide si propone lo studio interdisciplinare della ghiandola tiroidea e delle sue affezioni ed è aperta al contributo di tutti gli studiosi e cultori della materia.
Pesce e crostacei nella dieta quindi, ma soprattutto condirli col sale iodato: questi sono questi i consigli degli endocrinologi a chiusura del 7° Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana della Tiroide (AIT).
La quantità giusta giornaliera è pari a 150 microgrammi. L'ipotiroidismo è la più diffusa fra le patologie legate alla carenza iodica.
Particolare attenzione deve essere prestata dalle donne, specie se in gravidanza: l'ipotiroidismo è pericoloso per la salute della mamma, ma anche per lo sviluppo cognitivo del bambino.
In Italia poco più della metà del sale viene venduta nella versione con aggiunta di iodio. Secondo gli esperti, in Italia bisogna consumare più sale iodato, la percentuale di sale iodato utilizzato dalle famiglie italiane nel 2013 si ferma al 54%, ben lontano dal 95% raccomandato dall'Oms e raggiunto da diversi paesi europei, dall'Austria alla Svizzera.
Se la grande distribuzione sembra aver ormai recepito il messaggio, con solo il 2,3% delle confezioni fuori dai parametri, a segnare il passo sono la ristorazione collettiva, ferma al 23%, e l'industria alimentare, abbondantemente sotto il 10%.
La ristorazione collettiva, comprese le mense e tavole calde, è la principale destinataria del rafforzamento della legge, che è contenuto in un disegno di legge delega che dovrebbe essere approvato a breve dal Consiglio dei Ministri.
Il provvedimento conterrà l'obbligo per queste categorie di usare il sale iodato, così come quello per la grande distribuzione di esporre manifesti che spieghino i vantaggi dall'uso di questo tipo di sale.
Sono previste sanzioni fino a 6mila euro per chi non rispetta la legge.
Anche a causa del mancato uso di sale iodato in Italia la prevalenza del gozzo: ingrossamento della tiroide con la formazione di noduli.
Nelle scuole italiane arriva in alcune zone del Nord al 10%, mentre al Sud, dove i consumi sono più bassi, anche al 15%. Il 6,9% dei bambini, inoltre, nasce con un deficit di iodio dovuto allo scarso apporto durante la gravidanza.
Il sale iodato è un comune sale marino addizionato in modo artificiale con lo iodio, in alcune aree, soprattutto se molto lontane dal mare, l'assunzione di questo minerale attraverso la dieta è molto bassa.
Il sale viene utilizzato normalmente da larghi strati della popolazione che ne fanno un consumo giornaliero piuttosto simile.
Ecco perché l'alimento rappresenta uno strumento ideale per alzare il consumo di iodio nella dieta, considerato, inoltre, che il processo di iodurazione è piuttosto economico.
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