In occasione della riunione annuale dell'American Academy of Allergy, Asthma & Immunology tenutasi a New Orleans (Stati Uniti), i ricercatori della Mount Sinai School of Medicine hanno presentato un nuovo studio che riguarda le intolleranze ai latticini.

Si tratta di un nuovo test del sangue che in grado di identificare i bambini che soffrono di gravi reazioni allergiche al latte e quelli che possono tollerare questo alimento ed i suoi derivati, compresi i cibi da forno che prevedono il latte tra gli ingredienti.

Per la prima volta l'obesità viene riconosciuta come malattia: in questi giorni è al vaglio della Commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama un disegno di legge per favorire l'integrazione sociale e lavorativa delle persone obese.

Alcuni dei punti del succitato ddl prevedono l'abolizione delle barriere architettoniche, una rivisitazione XXL degli uffici pubblici e dei mezzi di trasporto pubblico.

È un dispositivo, costituito da un polimero sintetico e materiale bioceramico riassorbibile, ad essere iniettato attraverso tecniche chirurgiche o con vie di accesso anatomiche mini invasive, utilizzabile per il trattamento delle fratture e delle patologie scheletriche, come anche per rallentare l'osteoporosi.

Questo materiale, iniettato con una siringa, si solidifica rapidamente, dando però spazio ai tempi chirurgici necessari a terminare la modifica del difetto osseo e a garanzia della successiva rigenerazione ossea.

Arriva dalle pagine del noto Journal of Environmental Monitoring la preoccupante notizia che un equipe di scienziati con a capo il dott. Claus Hansen dall'Università di Copenhagen (Danimarca) ha rilasciato in base a uno studio condotto su vari succhi di frutta e spremute in commercio, soprattutto di frutti rossi, scoprendo che contengono un eccessiva dose di antimonio (finora ne sono stati analizzati 42: di 16 marche diverse prodotti in Danimarca, Scozia e Grecia).

Secondo precedenti studi, l'antimonio è stato collegato a vari effetti e rischi anche gravi come i tumori e problemi cardiaci e polmonari. Risultati, definiti "preoccupanti" dagli stessi ricercatori, che sottolineano l'importanza di indagare più a fondo sul fenomeno, soprattutto perché i consumatori maggiori di questi prodotti sono i bambini.