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Svezzamento: se è precoce o tardivo può causare diabete |
Bambini - Svezzamento |
Scritto da Letizia Perugia Martedì 16 Luglio 2013 11:53 |
Lo svezzamento è una tappa cruciale per lo sviluppo del bambino, ma una nuova ricerca gli attribuisce addirittura la responsabilità di aumentare le possibilità di sviluppare diabete di tipo 1 se troppo precoce o tardivo.
Questo è stato attestato da una ricerca statunitense condotta dalla Colorado School of Public Health e del Barbara Davis Center for Childhood Diabetes, entrambi dell'Università del Colorado e pubblicata su "Jama Pediatrics".
Lo svezzamento andrebbe cominciato tra i quattro e i cinque mesi, così dicono gli scienziati: lo svezzamento precoce, (prima dei quattro mesi) raddoppia il rischio di sviluppare la malattia autoimmune, mentre quello tardivo fa triplicare questa possibilità. Il periodo sicuro, come spiegano quindi gli studiosi, è quello compreso tra i quattro e i cinque mesi. Bisogna intervallare l'introduzione di cibi solidi (per esempio la frutta) con l'allattamento al seno, in modo da minimizzare il più possibile il rischio che il piccolo sviluppi diabete di tipo 1.
Lo studio ha mostrato che mangiare frutta precocemente aumenta del 2,23% il rischio che il bambino sviluppi diabete di tipo 1, mentre la tardiva introduzione di riso o avena nella dieta fa aumentare la percentuale di rischio del 2,88%.
L'allattamento insieme all'alimentazione a base di grano o orzo appare ridurre leggermente il rischio. Secondo gli studiosi, sono necessari ulteriori approfondimenti.
La scoperta riguarda, nello specifico, i bambini che hanno una predisposizione genetica verso la malattia (perché magari uno dei genitori o dei nonni soffre già di questa patologia).
Per la popolazione in generale, una regola valida è quella dell'Organizzazione mondiale della Sanità, che prevede fino ai sei mesi l'allattamento esclusivo al seno.
L'incidanza del diabete di tipo 1 è in aumento in tutto il mondo, con una crescita più rapida tra i bambini di età inferiore a cinque anni.
La ricerca aveva lo scopo di valutare l’associazione tra l’alimentazione neonatale e infantile e lo sviluppo di questo tipo di diabete. Per farlo, i ricercatori hanno esaminato 1.835 bambini con un più alto rischio genetico di sviluppare la malattia, seguendoli dalla nascita fino al completo svezzamento. I risultati mostrano che il 53% di loro hanno sviluppato diabete di tipo 1.
Sia l’esposizione precoce (prima dei quattro mesi, in particolare con frutta) sia quella più tardiva (oltre i cinque mesi, con riso o avena) a cibi solidi si sono dimostrate connesse, perciò predittive, allo sviluppo della patologia.
Anche un parto vaginale complicato, hanno osservato i ricercatori, si è dimostrato predittivo di diabete di tipo 1.
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