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Paure di rimanere senza i genitori e il rapporto con la morte da parte dei bambini |
Bambini - Tata |
Scritto da Adriana Cantisani Venerdì 20 Novembre 2009 09:01 |
Ieri sera aveva talmente la fissa su questo pensiero che di notte ha avuto un incubo proprio sui nonni. Quest'estate, ogni sera, era un problema addormentarsi per lei, aveva pensieri sempre sui nonni ma anche su "ma quando tu e il papà morite io e Cristian come facciamo?"... e la mattina mi telefonava da casa dei miei, a volte piangendo, per dirmi che le mancavo. Poi, iniziata la scuola è passato tutto, mi dice che a scuola non le vengono questi pensieri (meno male...), infatti la sera si addormenta praticamente da sola mentre io leggo qualcosa a Cristian. Lei dice che dai miei sta bene, anche se so che ogni tanto discute un po' con mia mamma (che di suo è un po' assillante). Non so più come affrontare queste paure prima dell'addormentamento, le ho provate tutte! Cerco di non trascurarla leggendo anche con lei un libro e facendole più coccole possibili. Hai altri consigli? Grazie infinite per la tua disponibilità! Mary Cara Mary, E' bello che la tua bambina pensi alla morte e che affronti il possibile dolore di una perdita. Certamente non voglio essere morbosa, ma si tratta di un processo del tutto normale. A differenza dei bimbi più piccoli, a 8 anni spesso sorgono le prime domande sui grandi misteri: la vita e la morte, da dove arriviamo. A 4 anni un bambino chiede come ha fatto un bebè ad ENTRARE nel pancione, ma non si chiede certo come mai una vita può non esserci un momento e un momento dopo esserci! I bambini di 4 anni non hanno proprio chiaro il concetto della morte come cosa definitiva, quindi quando muore un caro e questo non torna più, vivono la situazione come un abbandono. La morte fa parte della nostra vita. Certo tutti vogliamo che arrivi il più tardi possibile, ma non possiamo negare di non pensarci sopra. Anche tua figlia, crescendo, ragionerà sempre di più come noi. E' un errore dirle che è impossibile che succeda qualcosa ai nonni e che sia possibile sempre chiamare soccorso prima: sappiamo entrambe che non è purtroppo sempre così. La paura improvvisa che lei mostra per la morte sicuramente ti spaventa: forse ne ha sentito parlare (nonni o zii malati, interventi in vista, il nonno di qualcuno che è morto o a volte anche qualcosa che ha visto in tv). Affrontalo comunque parlandone con serenità. Trova le parole che più si avvicinano al tuo credo, che sia un credo religioso o metafisico, e che lei possa capire. Parla con lei del ciclo della vita: osservate insieme le piante, le foglie sugli alberi, gli animali domestici. La cosa importante è sottolineare l'importanza di VIVERE bene, in armonia, in pace e in amore, per seminare rispetto e lasciare un bel ricordo. Ti racconto la strategia che ho usato con Alessandro quando è morta la nostra gatta Bissy: lui piangeva e soffriva (cosa più che giusta, in quanto bisogna elaborare il lutto e mai nascondere ciò che si prova). Mi sono presentata a lui indossando un guanto nella mani. Muovendo la mano davanti ai suoi occhi gli ho chiesto: “cos’è questo?”. Lui mi ha risposto “la tua mano”. Poi mi sono sfilata il guanto, continuando a muovere le dita. Così gli ho spiegato che il corpo è proprio come il guanto, e che, anche quando il corpo non c’è più, l'energia che c'è dentro di noi (il vero "essere") continua ad esistere, come per la mano, che anche senza guanto continua a muoversi. Io non sono religiosa e parlo di energia, ma si può tranquillamente anche parlare di anima o di quello che senti più giusto per te. Mostrati serena e invece di piangere chi si perde, celebra la sua vita e ricordalo con affetto, ritenendoti fortunata di averlo conosciuto. Un forte abbraccio, adri Approfondimenti: Per leggere tutte le risposte della nostra tata e scriverle vai sul nostro Forum |
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