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Ossitocina: valido aiuto per bimbi con autismo? |
Bambini - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Giovedì 05 Dicembre 2013 14:19 |
L’ossitocina, nota per il suo potere nel rinforzare i legami e denominata anche come l’ormone dell’amore o ormone delle coccole (quando trasmessa da mamma a figlio), sarebbe utile anche per aiutare i bambini affetti da disturbi dello spettro autistico.
L’ultimo dei molti studi sull'argomento, ha svelato una positiva reazione di un gruppo di bambini alla somministrazione di questa sostanza attraverso uno spray nasale. La ricerca però ha analizzato solo una piccola reazione post-somministrazione e anche uno dei più attivi ricercatori italiani nel campo ricorda come si tratti dal punto di vista terapeutico di una prova troppo debole per far ben sperare famiglie e pazienti.
La ricerca si è svolta alla School of Medicine della Yale University e capitanata dalla professoressa Ilanit Gordon. Lo studio è stato pubblicato sui "Proceedings of the National Academy of Sciences" ed è stato effettuato su un campione di 17 bambini e ragazzi, di età compresa tra gli 8 e i 16 anni e mezzo, affetti da disturbi dello spettro autistico. Il gruppo è stato diviso in due e le reazioni sono state poi confrontate: una parte dei bimbi ha ricevuto per naso uno spruzzo di ossitocina, una seconda parte invece è stata trattata con un placebo.
Tutti poi sono stati sottoposti a un piccolo esercizio che presupponeva l’uso di abilità sociali: dovevano riconoscere le emozioni negli occhi di alcune persone davanti a loro ed esprimerle.
I risultati hanno mostrato come l’ossitocina normalizza temporaneamente le regioni cerebrali responsabili dei deficit sociali osservati nei bambini con autismo. Ai bambini trattati con una dose di spray nasale, sottoposti a risonanza magnetica funzionale mentre svolgevano il loro compito, veniva registrata una maggiore attività del cervello nelle aree sociali.
Questo farebbe pensare a come l’ormone dell’amore potrebbe normalizzare, per un tempo breve, le regioni cerebrali responsabili dei deficit sociali di chi soffre di questo disturbo.
La stessa ricerca mostra come anche chi ha ricevuto solo il placebo non ha poi avuto performance tanto diverse in termini di risultati nel portare a compimento l’esercizio. Non risulta alcuna differenza tra il gruppo curato con ossitocina e quello con placebo quando sono stati messi davanti a compiti in cui le relazioni sociali non erano il fulcro del test.
Maurizio Bonati, responsabile del dipartimento di Salute Pubblica dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano ha dichiarato che è certo una delle ipotesi su cui lavorare, ma è un po’ debole sia dal punto di vista metodologico, per esempio rispetto al campionamento, sia da quello terapeutico, perché si parla di una singola dose di spray.
Anche perché le variabili in gioco sono affette da tanti altri fattori. Quel che è ancora più grave, continua il dottor Bonati, è che una tale conclusione, se “urlata”, crea confusione e aspettative nelle famiglie, mentre si tratta di un disturbo che al momento non ha singole soluzioni, ma solo tentativi di benefici multifattoriali, composti da interventi multipli e differenti.
Per adesso gli scienziati hanno osservato un cambiamento cerebrale, che dovranno approfondire con altre ricerche per capire come eventualmente utilizzare l’ossitocina nella vita quotidiana delle persone autistiche.
Fonte: Pnas
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