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[Contest] Il racconto di un papà dall'arrivo a casa al primo anno del bebè |
Bambini - Articoli |
Scritto da Leonardo Lunedì 11 Gennaio 2010 17:16 |
E’ passato quasi un anno da quando, in preda a un incredibile turbinio di emozioni, assistevo a una prima “all senses” indimenticabile. Era finito con un “to be continued at home” e tre biglietti in mano, ma non ho fatto in tempo ad uscire dal cinema… l’all senses mi ha ripreso istantaneamente, mi ha sbattuto e stupito quotidianamente tra gioia e commozione, impotenza e onnipotenza, portandomi in luoghi e tempi inaspettati dove ho visto sbriciolarsi certezze e insinuarsi il rammarico per le occasioni sprecate, ma dove ho sentito il consolidarsi dei sogni e delle speranze di sempre, ho sentito che “c’è sempre posta per noi”. [Questo articolo partecipa al contest Blogger 2009. Vota il tuo articolo preferito!] Flashback improvvisi mi riportano a una corsa affannosa contro il tempo perché tutto fosse pronto per il loro arrivo: casa calda e pulita, fiori in ospedale, anello sul cuscino della culla, biglietti di ringraziamento.
Dopo due giorni un batuffolo bianco è seduto nel seggiolino posteriore, dorme, non ha ancora mangiato. Avrà fame? Starà bene? Gli attori sono chiusi nei loro pensieri. E adesso? Si spalanca la porta di casa, e in pochi istanti la frenesia del dover far tutto e non saper far nulla ci pervade. Abbiamo sonno, abbiamo paura, piangiamo di gioia, litighiamo per il latte che non arriva, per la polvere che non si scioglie e per l’eterno dilemma: a richiesta o ad orari? Poi la strada si fa più chiara, ogni tanto qualche curva improvvisa ci fa sussultare, discese vertiginose ci fanno credere che l’arrivo sia vicino, ma all’orizzonte si prospettano sempre nuovi percorsi. Ho la fortuna di avere un co-pilota d’eccezione e per questo ringrazio il Regista ogni giorno. Non sei più bionda, hai dato una svolta castana, ma rimangono i tuoi occhi verdi penetranti. A volte si riempiono di paura per un passato tormentato che affonda i suoi tentacoli nel futuro, a volte si riempiono di lacrime per la mia guida distratta. Che dolore provoca l’all senses in quei momenti. Stringo forte il volante e sento la tua presa sicura sulla leva del cambio. Grazie! Sul sedile posteriore Capitan Magretto alterna proteste per un viaggio troppo lungo, frasi farfugliate, risate sguaiate e profonde ronfate. Capitan Magretto viene coniato praticamente subito. Dopo l’ultima poppata della mezzanotte, ci sembra che stia per scoppiare, emette un lieve “eeemm” e si addormenta. Dorme, dorme tutte le notti, ha capito fin da subito che mamma e papà non si svegliano neanche se cadono bombe. Al risveglio, sembra magrissimo, “ehi vieni a vedere come è magretto!”, e così, da semplice magretto a Capitan Magretto il passo è breve. E’ lui il capo, non c’è dubbio! Ora Capitan Magretto sta per tagliare il traguardo dei primi 12 mesi, qualcuno dice “è bello come un attore”, qualcun altro dice “si vede che è tuo figlio”. Mi piace raccontare queste due frasi come se fossero state pronunciate assieme … E’ convinto di saper parlare e camminare. “Mamma”, “papà”, “tati”, “pappa” sembrano giustificare la sua convinzione oratoria. Ma il suo linguaggio va ben al di là dei soliti stereotipi e si perde in una serie infinita di “taaatu, tinda, tlàlàlà, quaquaqua,…” che noi imbarazzati, ma allo stesso tempo orgogliosi come se stesse pronunciando un discorso alle Nazioni Unite, imitiamo. La gioia ci pervade finché l’altra sua convinzione non riattiva in noi innumerevoli campanelli d’allarme: tutti prendono botte ma come si riconoscono quelle pericolose? Non sa riconoscere la fine del divano e l’inizio del nulla, non esistono limiti invalicabili. Per noi sembra così banale fermarsi, per lui, (fortunatamente?) no! E’ così che probabilmente tra pochi giorni riuscirai a coronare il tuo obiettivo e inizierai a correre. E’ così che giovedì correrai a sputacchiare la tua torta di compleanno nel vano tentativo di spegnere la candelina… è così che avrai un domani! Capitano, il primo esame è superato! |
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