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Scritto da Maria Ida Longo
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Venerdì 02 Settembre 2011 15:29 |
Per tantissime persone il caffè del mattino è un rito, una pratica irrinunciabile che da la giusta carica per svegliarsi e affrontare gli impegni mattutini: chi rinuncerebbe al primo caffè del mattino? Eppure sembra che sia tutta una questione psicologica, pare non ci sia nessuna differenza tra una persona che al mattino si imbottisce di caffeina per svegliarsi e tra chi invece preferisce altro. La notizia è resa nota grazie ad una ricerca della University of East London, e pubblicata sulla rivista "Appetite": per lo studio sono stati esaminati circa 88 persone dai 18 ai 47 anni, consumatori abituali di caffè appena svegli.
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Scritto da Maria Ida Longo
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Venerdì 02 Settembre 2011 14:46 |
Una postura corretta non solo ci fa sentire meglio fisicamente evitandoci brutti mal di schiena, ma a quanto pare a iuta la nostra autostima e fa innalzare la soglia del dolore: questo è quello che emerge da una recente ricerca della Marshall University, in California, pubblicata sul Journal of Experimental Social Psychology . Per lo studio, i volontari sono stati sottoposti a due tipi di postura, ben dritta e "trasandata", tra i due gruppi si è notato che, chi assumeva una postura corretta, con spalle bene erette, sguardo dritto e testa alta, nell'interloquire, non solo aveva maggior sicurezza e si sentiva in grado di affrontare meglio i discorsi, ma misurando la tolleranza al dolore è stato dimostrato che questi soggetti riuscivano meglio a sopportarlo.
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Scritto da Angela Messina
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Venerdì 02 Settembre 2011 14:30 |
I ricercatori dell'Università di Stanford (Usa) hanno condotto uno studio, pubblicato su Nature, da cui è emerso che nel sangue sono presenti molecole che, con gli anni, inibiscono la produzione di nuovi neuroni da parte delle cellule staminali nervose dell'ippocampo, il magazzino cerebrale dei ricordi. E l'effetto dell'azione di queste molecole sul cervello, spiegano gli autori, è una riduzione delle capacità cognitive. Due sono le sostanze sotto esame: eotaxina e MCP-1, infatti, si trovano in grande quantità sopratutto nel sangue e nel liquido cerebrospinale delle persone anziane. La tesi è stata avvalorata da alcuni esperimenti in laboratorio, effettuati su delle cavie: gli scienziati hanno creato dei circuiti sanguigni in comune tra le coppie di topi (composte da un roditore giovane e uno più anziano). I risultati si sono rivelati sorprendenti: gli studiosi hanno infatti notato che a livello dell'ippocampo, la zona del cervello deputata alla memoria e all'apprendimento, i neuroni dei topi più anziani aumentavano, simbolo principale di ringiovanimento dell'organismo.
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Scritto da Maria Ida Longo
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Venerdì 02 Settembre 2011 13:12 |
In Uno studio pubblicato su "Nature" e condotto dall'Ottawa Hospital Research Institute in Canada, è scaturito che alcuni virus, chiamati oncolitici, sono capaci di distruggere le cellule tumorali senza intaccare in alcun modo quelle buone: era già stato pensato qualche anno fa di iniettare dei virus per distruggere le cellule cancerogene, questo per stimolare il sistema immunitario, in seguito però si è pensato anche si mandarli direttamente sulla massa tumorale tramite un preparato di virus (OncoVex ) derivanti dall' Herpes labiale . Tramite la nuova ricerca, invece, si è agito somministrando i virus per via endovenosa, con l'intento di raggiungere tumori diffusi in diversi organi: in particolare, si è usato il JX-594, ovvero un tipo di virus che deriva dal ceppo della vaccinazione anti-vaiolo, molto facile da manipolare geneticamente per aumentarne la sua efficacia, ha una naturale capacità di replicarsi nelle cellule tumorali.
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Scritto da Martina Paolucci
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Giovedì 01 Settembre 2011 12:30 |
Quando si dice che il progresso non si ferma mai si rischia di dire una banale verità, ma a dimostrarlo sono le notizie che ogni giorno giungono da ogni parte del mondo. L'ultimo servizio che la tecnologia ha offerto alla società è la possibilità di farsi visitare da uno specialista semplicemente videochiamandolo con Skype, il programma che permette di mantenersi in contatto con i propri amici, chattando, chiamando e, appunto, videochiamando. La rivoluzione in questiona parte dalla Gran Bretagna, ma non c'è dubbio che, se si rivelerà davvero efficace, si espanderà nel giro di poco tempo a tutti i paesi limitrofi. L'iniziativa è stata promossa da Bruce Keogh, direttore del National Health Service (Nhs) inglese.
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