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Il sonno perduto nei bambini da oltre un secolo
Benessere - Articoli
Scritto da Carmela Pelaia     Mercoledì 15 Febbraio 2012 15:40    Stampa E-mail
nannaI genitori di nuovo sotto accusa: secondo una nuova ricerca le ore di sonno dei bambini sono diminuite negli ultimi 100 anni  e malgrado gli esperti raccomandino più attenzione, sembra che sia un processo inevitabile.

Tra i rischi maggiori del dormire poco c'è da considerare l'irritabilità e la scarsa concentrazione a scuola e nello sport, ma soprattutto uno scompenso ormonale che porta all'aumento di appetito e di obesità.

il sonno perduto nei bambini da oltre un secoloUn nuovo studio condotto dalla University of South Australia e pubblicato sulla rivista "Pediatric", spiega che se nel 1897 i bambini dormivano poco più di 10 ore e 20 minuti a notte, oggi il riposo complessivo si è ridotto a 9 ore e 10 minuti. Le studiose australiane coordinate da Lisa Matricciani hanno analizzato 218 studi clinici su bambini e sonno dal 1897 al 2009, arrivando alla conclusione che il sonno perduto è da imputare ad una sovrastimolazione tecnologica, dall'invenzione della corrente elettrica alla televisione, dai video games ai social network.

Se si guarda alle fasce d'età si scopre che a ridurre le ore di sonno sono soprattutto gli adolescenti, e tra i Paesi con più insonni ci sono Europa continentale, Canada e Stati Uniti; mentre Australia, Gran Bretagna e Scandinavia hanno aumentato il tempo dedicato al sonno. Stando alle raccomandazioni del "National Sleep Foundation" i bimbi in età scolare dovrebbero dormire dalle 11-12 ore e gli adolescenti 8-9 ore.

Ma bisogna considerare anche il sonno reale e il sonno ottimale: se cent'anni fa i medici raccomandavano di far dormire un bimbo di 2 anni per 16 ore, oggi i consigli vanno dalle 11 alle 13 ore; nel 1933 per un bambino di 5 anni erano ottimali 12 ore, oggi ne bastano 11. Gli studiosi ci tengono a precisare che queste linee guida sono indicative: l'importante è che bambini e ragazzi siano vigili e attenti durante le attività scolastiche e non evidenzino problemi di tipo comportamentale.
 

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