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Fai goal... ed elimina il lavoro minorile! |
Bambini - Articoli | |||
Scritto da Angela Messina Martedì 15 Giugno 2010 08:44 | |||
In occasione della Undicesima Giornata Mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile, con lo slogan 'Fai gol...elimina il lavoro minorile', l’UNICEF chiede un serio e rinnovato impegno per eliminare le peggiori forme di sfruttamento economico sui minori.
Ancora c’è tanto da fare e non c’è tempo da perdere. L’Unicef denuncia che nel mondo, i bambini tra i 5 e i 14 anni sfruttati dai grandi e costretti a lavorare sono ancora 150 milioni.
Gli ultimi dati registrano un lieve miglioramento a livello mondiale, ma specialmente per quel che riguarda alcune zone del pianeta c’è stato un incremento dei numeri impressionante. Nell'Africa sub-sahariana i bambini sfruttati sono cresciuti del 300% e un piccolo su quattro è costretto al lavoro ben prima anche della pubertà. In zone come l'Asia il problema riguarda un bambino su otto; in America Latina o nei Caraibi tocca uno su dieci: posti in cui il lavoro minorile resta un meccanismo di compensazione del reddito familiare cui le famiglie in pessime e precarie condizioni economiche non riescono a sottrarsi. Uno degli obiettivi dell’Unicef è quello di rendere tangibile il fenomeno, dando visibilità a ragazzini che spesso la società in cui vivono rende invisibili, con lo sviluppo di nuove metodologie di raccolta dati. Altro passo fondamentale è riuscire a divulgare il messaggio secondo il quale l’istruzione è l’investimento economico che nel futuro prossimo porterà più frutto, molto più del piccolo compenso che può portare un bambino sottratto allo studio. In un quadro così sconsolante, l’Unicef porta però anche una voce di speranza e positività: gli sforzi di chi si è impegnato per tutelare i bambini lasciati alla strada non sono stati vani. Grazie, per esempio, al sostegno di Unicef Italia e in particolare al progetto Scuola e protezione per i bambini di strada, sono stati finanziati programmi di interventi d’assistenza ai bambini sfruttati. Un fenomeno, quello del lavoro minorile, che in Italia è ancora poco monitorato. E le vittime dello sfruttamento economico vanno ricercate nelle pieghe dell'economia sommersa: agricoltura, lavoro domestico, commercio al minuto, prostituzione, attività illegali. La famiglia e la scuola sono i luoghi in cui si gioca la partita decisiva della prevenzione del lavoro minorile e infatti il fenomeno si collega direttamente a situazioni di degrado familiare e di abbandono scolastico. Nel periodo compreso fra il 1° gennaio 2006 e il 30 aprile 2010, il 'Servizio 114 - emergenza infanzia' ha gestito complessivamente 7.165 casi, con una media mensile di 138. Questo numero complessivo è costituito da casi di emergenza, sommati al numero delle chiamate relative ad altre situazioni di disagio per le quali è stato richiesto l'intervento del 114. Le richieste di intervento per situazioni di conflittualità all'interno del nucleo familiare ed episodi di violenza domestica hanno riguardato in misura maggiore bambini/adolescenti italiani. Ma la maggior parte delle chiamate (60,5%) ha riguardato minori stranieri. Oltre al lavoro in senso proprio, dove l'elemento culturale si aggiunge alla necessità di sostentamento del nucleo, si segnala l'accattonaggio (circa il 7%, corrispondente a 491 casi), che coinvolge bambini e adolescenti quasi esclusivamente di nazionalità straniera (nel 97,7% dei casi gestiti dal '114 Emergenza infanzia'). Si tratta di minorenni cui nessuno provvede o che, fin da piccoli, sono coinvolti nella ricerca di un sostentamento per la famiglia, oppure bambini trascurati e sfruttati. Fonte: AGI
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