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Campagna choc contro l'alcol in gravidanza: feto rinchiuso in una bottiglia |
Gravidanza - Articoli |
Scritto da Tatta Bis Mercoledì 10 Settembre 2014 15:10 |
Arriva una nuova Campagna choc contro l'alcol in gravidanza che si chiama "Too young to drink”, troppo giovane per bere, essa contiene l'immagine forte di un bebè che deve ancora nascere, ma, invece, di crescere nella pancia della mamma è rinchiuso e immerso in una bottiglia di alcol.
Le bottiglie in cui è racchiuso il feto sono di whiskey, gin, birra, vino, rum e brandy: queste bevande alcoliche servono a rappresentare simbolicamente un Paese o una particolare area del mondo. Sono stati inoltre girati spot video e cortometraggi in cui i genitori di bimbi affetti da tali disturbi parlano di quali siano i rischi.
Ieri, 9 settembre, era la Giornata internazionale della sindrome feto-alcolica e disturbi correlati e la European FASD Alliance ha deciso di lanciare una campagna di comunicazione realizzata da Fabrica (centro di ricerca per la comunicazione del gruppo Benetton che ha sede in Italia).
L’obiettivo è di aumentare la consapevolezza della futura madre sul rischio di possibili danni al feto, causati dall'esposizione prenatale all'alcol.
La sindrome feto-alcolica (Fetal alcohol syndrome-FAS) è la più grave disabilità permanente che si manifesta nel feto esposto, durante la vita intrauterina, all’alcol consumato dalla madre durante la gravidanza.
L’alcol ingerito giunge dopo pochi minuti nel sangue del feto, ma il feto non può metabolizzare l’alcol perché è privo degli enzimi adatti a questo compito, l’alcol e i suoi metaboliti si accumulano nel suo sistema nervoso e in altri organi, danneggiandoli.
Sono circa 70 milioni gli individui nel mondo, che soffrono delle conseguenze dell’esposizione all’alcol subito prima di nascere.
Le conseguenze derivate dal consumo di alcol in gravidanza, per i bambini sono: difetti alla nascita, disturbi dell’apprendimento, problemi comportamentali, malattie mentali che vanno sotto il nome di Spettro dei Disordini Feto-alcolici (Fetal Alcohol Spectrum Disorders – FASD), di cui risultano affetti circa l’1% dei bambini negli Stati Uniti, almeno il 2% in Europa e un numero più alto in alcune aree quali il Sud Africa.
In Italia uno studio condotto dal centro di Alcologia del Policlinico Umberto I di Roma, svolto nel Lazio, stima un'incidenza della FAS pari a 1,2 su mille nati vivi, percentuale che sale al 6% quando si prende in considerazione anche le FASD.
Secondo un'analisi dell'Istituto Superiore di Sanità l’esposizione prenatale all’alcol tocca una media del 7,9%, con una variabilità che va dallo 0% di Verona al 29,4% di Roma: 8 neonati su 100 sono esposti all'assunzione di acol durante la vita uterina.
Nonostante il 60% dei professionisti italiani sia a conoscenza delle sindromi FAS e FASD e del rischio per il feto derivante dall'esposizione all'alcol durante la vita intrauterina, il 50% dei neonatologi e pediatri italiani hanno ammesso di aver permesso alle donne in gravidanza un bicchiere di vino o di birra durante alcune occasioni.
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