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Nuovo esame del sangue offrirà un trattamento personalizzato per curare il cancro ovarico |
Donna - Articoli | |||
Scritto da Letizia Perugia Martedì 09 Settembre 2014 08:49 | |||
Gli scienziati dell'Università di Manchester e del "The Christie NHS Foundation Trust" (parte del Research Cancer Centre di Manchester) compiono un importante passo avanti nel trattamento del cancro ovarico. Questa patologia colpisce le donne e ha dei tassi di sopravvivenza che non hanno visto aumenti negli ultimi anni.
I ricercatori stanno cercando nuove strategie di trattamento per migliorare l’approccio standard con chirurgia e chemioterapia e poter offrire un trattamento personalizzato potrebbe risolvere molti problemi, tra questi anche la mancata risposta da parte di alcune pazienti a determinati trattamenti.
Questo permetterebbe di evitare trattamenti inutili e una perdita di tempo prezioso. Tenendo presenti questi problemi, il team di ricerca ha esaminato i campioni di sangue di pazienti arruolate in uno studio internazionale sul bevacizumab (farmaco che arresta la crescita di nuovi vasi sanguigni, o angiogenesi). Le donne che hanno partecipato allo studio hanno ricevuto o il trattamento standard di chemioterapia da sola o la chemioterapia più il farmaco.
I ricercatori sono ansiosi di identificare biomarcatori predittivi cioè misure che possono indicare quanto bene una paziente risponderà alla terapia, perché così potranno meglio indirizzare questi farmaci ai pazienti con maggiori probabilità di trarre beneficio.
Lo ha spiegato Gordon Jayson, professore di Oncologia Medica presso l’Università di Manchester e Consulente Onorario presso il Christie.
Gli studiosi hanno analizzato i livelli di una serie di proteine in campioni di sangue pre-trattamento delle pazienti per vedere se sono stati associati con una migliore sopravvivenza.
I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista "Clinical Cancer Research", hanno mostrato che due proteine particolari ANG1 e Tie2 potrebbero essere usate in combinazione per predire la risposta del paziente al trattamento.
I pazienti che hanno elevati livelli di ANG1 e bassi livelli di Tie2 hanno mostrato di avere più probabilità di beneficiare dell’uso del bevacizumab, sono entrambe coinvolte nel controllo della formazione di nuovi vasi sanguigni.
Di contro, i pazienti con alti livelli di entrambe le proteine non hanno ottenuto benefici dall’uso supplementare del farmaco.
Ora i ricercatori stanno esplorando ulteriormente il potenziale di utilizzo di un esame del sangue per personalizzare il trattamento per le pazienti con cancro ovarico.
Questo perchè indirizzarsi verso un piano di trattamento più personalizzato, specifico per ogni paziente e il loro particolare tumore, è la chiave per migliorare i risultati dei trattamenti e permette di risparmiare dei possibili effetti collaterali della terapia a coloro che è improbabile che ne traggano beneficino.
Il cancro ovarico è una patologia che colpisce le donne e che purtroppo nella maggior parte dei casi, ne causa la morte.
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