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800 donne in gravidanza perdono la vita ogni giorno

Donna - Articoli

Scritto da Maria Rea

Martedì 06 Maggio 2014 16:30

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Ogni donna dovrebbe avere il diritto di vivere la gravidanza in serenità, con la dovuta assistenza e con la massima tutela. Il parto regala gioia e vita alla coppia e contribuisce al benessere della famiglia. Purtroppo però, in troppi Paesi del mondo, gravidanza e parto sono ancora fatali. Sono 800 le donne che ogni giorno muoiono di complicanze. Un dato che fa paura.

Nel 2013 le donne morte di complicanze durante la gravidanza o al momento del parto sono state 289.000. E' quanto emerge dal rapporto 'Trends in maternal mortality estimates 1990 to 2013', pubblicato dal Gruppo interistituzionale sulla mortalità materna, di cui fanno parte, fra gli altri, l'Organizzazione mondiale della sanità e l'Unicef, che sottolineano come migliorare la salute materna resti una priorità.

Queste scene degradanti si verificano nei Paesi più poveri o in zone rurali. Altro dato allucinante è che sono le adolescenti a rischiare maggiormente la vita per le complicanze della gravidanza e del parto. Queste sono infatti le principali cause di morte per la ragazze con meno di 15 anni d'età nella maggior parte dei Paesi in via di sviluppo (1 probabilità su 160 rispetto a 1 su 3.700 nei Paesi ricchi).

Gravi emorragie o infezioni di solito subito dopo il parto sono le cause principali della morte delle neomamme, oltre all'elevata pressione sanguigna in gravidanza o aborti praticati in modo non sicuro. Queste complicanze da sole causano l'80% di tutti i decessi. Si confermano temibili killer anche la malaria e l'Aids durante la gravidanza.

Da non trascurare poi il fatto che la salute materna è legata a quella del nascituro. Quasi 3 milioni di neonati muoiono ogni anno e altri 2,6 mln nascono morti. Abbattere queste cifre è uno degli 8 obiettivi di sviluppo del Millennio, adottati dalla Comunità internazionale nel 2000. Per raggiungere il traguardo di cancellare i tre quarti delle morti materne entro il 2015, i decessi dovrebbero ridursi del 5,5% l'anno: dal '90 al 2013 sono diminuiti, però, solo del 2,6% l'anno.