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Menopausa: a chi serve la terapia ormonale? |
Donna - Articoli | |||
Scritto da Angela Messina Lunedì 02 Luglio 2012 14:14 | |||
Sono già passati 10 anni da quando furono resi noti i dati di uno degli studi più ampi mai condotti in tema di menopausa, il Women's Health Initiative, dove oltr 16 mila americane fra i 50 e i 79 anni erano state arruolate per capire gli effetti della terapia ormonale sostitutiva (Tos) a base di estrogeni e progestinici.
L’osservazione doveva durare oltre 8 anni; invece, il 31 maggio del 2002, dopo poco più di 5 anni, l'indagine fu sospesa perché fra le donne sottoposte a Tos si erano verificati molti più casi di malattie cardiovascolari, embolie polmonari e tumore al seno rispetto alla media. I ricercatori conclusero che i rischi degli ormoni superavano i benefici e con questo segnarono di fatto la fine della terapia ormonale per le donne in menopausa, che da allora, nonostante precisazioni e aggiustamenti di tiro successivi, ha avuto un calo elevato di prescrizioni. Oggi, a distanza di 10 anni, detrattori e difensori della Tos non sono più l'uno contro l'altro armati, ma fanno, insieme, un bilancio sereno: l'International Menopause Society, proprio in occasione del decennale, ha pubblicato le linee guida sull’impiego degli ormoni, ponendo fine a un dibattito che, a detta di molti, ha avuto per vittima un'intera generazione di donne a cui la terapia è stata negata a prescindere da qualsiasi valutazione di opportunità. Questo perché nello studio che ha cambiato il modo di affrontare il climaterio erano state date dosi molto alte di estrogeni e, soprattutto, a donne che avevano in media più di 60 anni, quando di solito i sintomi della menopausa sono finiti da un pezzo e difficilmente si comincia una Tos. Inoltre un terzo delle donne sottoposte alla ricerca era ad alto rischio cardiovascolare perché soffriva di ipertensione e oltre il 30% era seriamente obesa. Dare a queste signore ormoni in dosi adatte a donne di 15 o 20 anni più giovani non poteva che provocare guai. Allora in Italia la prescrizione della Tos alle donne in menopausa era arrivata al 12-14% , mentre oggi siamo al 4-5%. E negli Usa l'abbandono in massa della Tos si è accompagnato a un incremento del 70% delle fratture da fragilità ossea. In realtà l'utilizzo della Tos va fatto solo per le donne che hanno sintomi e vanno dati al più basso dosaggio e per il minor tempo possibile. Anche il tumore al seno non deve fare paura, perché gli ormoni non lo provocano, semmai favoriscono la crescita di forme ormono-sensibili già presenti che, peraltro, sono quelle da cui si guarisce in quasi il 95% dei casi. Se una donna non ha sintomi non si deve prescrivere una Tos: in questi casi si possono affrontare in altro modo i problemi legati alla menopausa, ad esempio dando vitamina D e calcio per proteggere le ossa, o terapie locali per disturbi dell'apparato genito-urinario. La Tos andrebbe seguita quanto basta per superare il periodo critico sintomatico, poi è opportuno valutare caso per caso i possibili benefici e gli svantaggi, considerando i fattori di rischio presenti: in alcuni casi può essere anche seguita a lungo senza correre pericoli. Importante è capire come, la menopausa, rappresenti un periodo fisiologico della vita, considerando questo aspetto non si deve tendere ad affrontare il tema come se si trattasse di una malattia. Uno stile di vita salutare, un corretta alimentazione e integrazione alimentare, possono controllare i disturbi più frequenti.
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