Crotone, mercoledì 18 gennaio una ragazza di 19 anni Rita Jessica Spina viene ricoverata in ospedale dove partorisce con taglio cesareo il proprio bambino, in anticipo di tre settimane. Era originaria di San Giovanni in Fiore (Cosenza) ma residente a Crotone.

In seguito la giovane ha avvertito dei fortissimi dolori ed è stata trasferita in rianimazione dove è morta venerdì 20 gennaio. Il bambino è in buone condizioni.

I familiari sono sconvolti, era una ragazza in perfetta salute, la gravidanza era andata bene, senza problemi di alcun tipo, lo zio ha dichiarato che è incomprensibile che un parto si trasformi in tragedia e hanno presentato denuncia perchè deve essere fatta giustizia a nome di Jessica tutte le donne che si recano in ospedale per avere un figlio.

Secondo il resoconto della famiglia, dopo il cesareo la ragazza non riusciva più ad urinare e respirare ed ha chiesto l'intervento dei medici, i quali dopo 24 ore hanno diagnosticato il collasso del polmone e il blocco renale. Portata in sala rianimazione, i medici non sono riusciti a rianimarla.

I Carabinieri del Nas hanno sequestrato la cartella clinica, la quale è stata visionata dalla Commissione d'inchiesta del Servizio Sanitario Nazionale. Il presidente della commissione Ignazio Marino ha dichiarato che non si comprende ancora appieno i motivi che hanno portato i medici ad intervenire con taglio cesareo, e le prime informazioni non rivelano le cause del decesso di Rita Jessica Spina.

La Direzione Sanitaria dell'ospedale si è dimostrata collaborativa, ma mancano ancora gli tutti gli elementi necessari per stabilire eventuali cause e responsabilità del personale ospedaliero. la commissione ha richiesto ulteriori indagini interne e dichiarato che si potrebbe arrivare alla soluzione del caso entro mercoledì 25 gennaio.

Negli ultimi anni la sanità calabrese è sotto osservazione da parte della commissione anche per quanto riguarda il parto cesareo. Secondo l'Organizzazione Mondiale della sanità la percentuale di cesarei dovrebbe essere intorno al 13,7%, mentre nell'ospedale di Reggio Calabria si è raggiunto il 65%.