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Omicidio di Via Poma. Giustizia fatta per Simonetta? 24 anni a Busco |
Donna - Articoli | |||
Scritto da Eva Forte Mercoledì 26 Gennaio 2011 18:44 | |||
Chi non ricorda il caso di via Poma, con l'omicidio della povera Simonetta Cesaroni, rimasto irrisolto fino ad oggi? Diversi i nomi che in questi anni sono stati fatti sui possibili colpevoli. Un uomo morto suicida per le pressioni date da questo caso protrattosi negli anni. Questo quanto si è portata dietro questa morte dal 7 agosto del 1990. Grazie alle nuove tecniche di indagine poi, il caso ormai apparentemente irrisolto è stato riaperto nel 2007, con un unico indiziato: il fidanzato del tempo di Simonetta.
E proprio lui, Raniero Busco, è stato condannato a 24 anni di carcere dalla Terza Corte d'Assise, dopo che il PM aveva chiesto l'ergastolo per omicidio volontario. Inoltre, è stato disposto il risarcimento per la sorella e la madre di Simonetta, parti civili, con una provvisionale immediata di 100 mila euro per Paola e 50 mila euro per la madre. Una sentenza che ha lasciato molti dissensi, lo stesso Busco si è sentito male ed è stato portato via dalla moglie e il fratello. Paola Cesaroni, intervista ieri sera a Matrix aveva già anticipato la sua idea di colpevolezza verso Busco e oggi ha dichiarato di essere sempre stata convinta che prima o poi sarebbe stata fatta giustizia. Busco invece non ha rilasciato nessuna intervista dopo la sentenza, che ha visto molti amici e parenti lanciarsi in forti "No" accompagnati dal pianto alla parola Condanna. Simonetta, uccisa a soli 21 anni nell'ufficio dove lavorava in Via Poma, da sola in quel caldo pomeriggio estivo. 29 le coltellate rinvenute sul cadavere, steso in terra, mezzo nudo. A mettere tra gli indagati Busco, tracce di saliva sul corpetto della ragazza, poggiato sul cadavere e sul reggiseno. Inoltre sono state trovate tracce di sangue compatibili con il DNA di Busco, nell'ufficio del delitto. La sentenza è stata: "La terza Corte d'assise di Roma, visti gli articoli 533 e 535 del codice di procedura penale, condanna Raniero Busco alla pena di 24 anni di reclusione e al pagamento delle spese processuali. Dichiara il predetto interdetto in perpetuo e per la durata della pena dai pubblici uffici con sospensione dell'esercizio della potestà genitoriale. Condanna Busco al risarcimento del danno delle parti civili Paola Cesaroni, Anna Di Giambattista e il Comune di Roma da liquidarsi in separata sede". Un risarcimento è stato previsto anche per il Comune di Roma e in particolare per il quartiere e la Via Poma, zone colpite per anni da quello che si porta dietro un caso del genere. Danni di immagine quindi per la Capitale, per una città che da oggi avrà un mistero in meno. Fonte: AdnKronos
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