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La legge 40 sulla procreazione assistita ritorna davanti alla Consulta |
Concepimento - Metodi Naturali |
Scritto da Tatta Bis Mercoledì 29 Gennaio 2014 14:07 |
Una coppia romana, la cui signora è portatrice sana di Distrofia Muscolare di Becker, aveva chiesto al centro per la tutela della Salute della donna e del bambino, dell’ospedale Sant'Anna, di poter accedere alle procedure per la procreazione assistita e alla diagnosi preimpianto, ma la struttura le aveva negato il permesso dicendo che (nonostante la sentenza di Strasburgo) la norma era ancora in vigore poiché il governo non l'aveva cancellata.
Il governo italiano non ha modificato la legge secondo le raccomandazioni fatte dalla Corte di Strasburgo e ora il caso viene portato alla Corte Costituzionale italiana, poiché il rifiuto di far accedere una coppia alla diagnosi preimpianto lede il loro diritto ad avere un figlio sano ed il diritto alla autodeterminazione.
Ad agosto 2012 la Corte Europea di Strasburgo aveva bocciato un ricorso del governo italiano confermando così le critiche alle legge 40 sulla procreazione assistita. Questi diritti esistono, secondo la prima sezione del tribunale civile di Roma, che ha sollevato il caso, i diritti di queste coppie sono inviolabili e costituzionalmente tutelati.
Nell'ordinanza emessa dalla prima sezione del tribunale Civile di Roma viene riconosciuto il diritto della coppia ad "avere un figlio sano" e si afferma altresì che il diritto di autodeterminazione nelle scelte procreative è "inviolabile".
Si legge nell'ordinanza anche che il diritto alla procreazione sarebbe irrimediabilmente leso dalla limitazione del ricorso alle tecniche di procreazione assistita da parte di coppie che, pur non sterili o infertili, rischiano però concretamente di procreare figli affetti da gravi malattie, a causa di patologie geneticamente trasmissibili, di cui sono portatori. Il limite rappresenta un'ingerenza indebita nella vita di coppia.
Il 19 febbraio prossimo la legge compirà 10 anni e, fino a questo momento, ha visto per ben 28 volte l’intervento dei tribunali ed è finalmente approdata alla Consulta affinché determini la sua costituzionalità o meno.
Hanno dichiarato Filomena Gallo e Angelo Calandrini, entrambi legali della coppia e rispettivamente segretario e consigliere generale dell’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica che per la prima volta tale divieto arriva all’esame della Corte Costituzionale.
Infatti in precedenza avevano avuto già due decisioni su tale divieto: una del tribunale di Salerno del 9 gennaio 2010 in cui il tribunale ordinava l’esecuzione dell’indagine diagnostica preimpianto dell’embrione e il trasferimento in utero degli embrioni che non presentino mutazioni genetiche.
Per la prima volta era riconosciuto alla coppia non sterile in senso tecnico la possibilità di accedere alla PMA in deroga a quanto previsto dalla legge.
L’altra è quella della Corte Europea dei diritti dell’uomo del 28 agosto 2012 che ha condannato l’Italia per violazione dell’art. 8 della Corte EDU.
I legali hanno affermato inoltre che con questa decisione è come chiudere un cerchio: l’intera legge 40 è costituzionalmente dubbia, il prossimo 19 febbraio la legge 40 compirà 10 anni e in questi anni ha visto per ben 28 volte l’intervento dei tribunali.
Secondo Federconsumatori, la decisione del Tribunale di Roma, che ha sollevato il dubbio di legittimità costituzionale sulla legge 40, ci riporta a parlare di procreazione assistita.
Negli ultimi dieci anni la norma è stata oggetto di ben diciannove tra sentenze e pronunciamenti, che hanno dato ragione a chi la giudica “lesiva del diritto alla salute e del principio di uguaglianza”.
Il pronunciamento del Tribunale di Roma riconosce il diritto ad avere un figlio sano e conferma quindi l’urgenza di affidare la norma al riesame della Consulta, soprattutto in merito agli aspetti che riguardano la procreazione assistita e la diagnosi pre impianto.
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